Amphipyra pyramidea

Amphipyra pyramidea Linnaeus, 1758 è un lepidottero notturno appartenente alla famiglia Noctuidae, diffuso nell'ecozona paleartica, in Eurasia e Nordafrica. La specie fu descritta per la prima volta da Carl Linnaeus nella 10ª edizione del suo trattato Systema Naturae (10th edition of Systema Naturae) del 1758.

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Amphipyra pyramidea
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Ditrysia
Superfamiglia Noctuoidea
Famiglia Noctuidae
Sottofamiglia Amphipyrinae
Genere Amphipyra
Specie A. pyramidea
Nomenclatura binomiale
Amphipyra pyramidea
Linnaeus, 1758
Sinonimi

Phalaena pyramidea
Linnaeus, 1758

Distribuzione modifica

Questa specie può essere trovata in tutta la regione paleartica, compresa l'Europa, il Nordafrica, il Vicino Oriente, l'Iran, la Siberia meridionale, l'India settentrionale, la Corea e il Giappone.[1][2]

Descrizione modifica

La specie ha un'apertura alare di 47-54 mm[3], la femmina di solito leggermente più grande del maschio. Le ali anteriori sono marroni con una fascia più chiara e uno stigma pallido e scuro al centro. Le ali posteriori sono di un ricco color rame brillante (da cui il nome comune in lingua inglese Copper Underwing (sottoala di rame).

Pur essendo molto simile alla Amphipyra berbera, la sua identificazione è di solito abbastanza semplice osservando alcune marcature sulle ali anteriori,[4] il dettaglio dei palpi labiali[3] e la parte inferiore delle ali posteriori. Questa specie ha una zona chiara al centro delle ali posteriori, che contrasta con aree marginali molto più scure, mentre in A. berbera l'intera ala inferiore è più o meno uniforme nel colore.[5] La larva è caratterizzata dal colore verde con macchie bianche e dalla presenza di una gobba appuntita all'estremità posteriore.

Differenze tra A. pyramidea e A. berbera modifica

Biologia modifica

È una specie univoltina. La stagione della cova è già da giugno in alcuni climi, ma di solito si schiudono da luglio a ottobre. Le uova sono deposte in alberi decidui. La larva può essere trovata già in aprile in alcuni climi, ma di solito emerge in maggio-giugno. La A pyramidea vola di notte, da agosto a ottobre nelle isole britanniche[3] ed è attratta dalla luce e intensamente dallo zucchero.[3] Si nutre di una varietà di alberi e arbusti, tra cui frassino (Fraxinus), ligustro (Ligustrum), caprifoglio (Lonicera), melo (Malus), quercia (Quercus), Rhododendron, rosa, sorbo selvatico (Sorbus) e lillà (Syringa).[6][3][1][7] La specie sverna come uovo.

Note modifica

  1. ^ a b (EN) Markku Savela, Amphipyra pyramidea (Linnaeus, 1758), su Lepidoptera and Some Other Life Forms, 28 luglio 2019. URL consultato il 23 ottobre 2019.
  2. ^ (EN) Amphipyra (Amphipyra) pyramidea (Linnaeus, 1758), su fauna-eu.org. URL consultato il 15 ottobre 2021.
  3. ^ a b c d e (EN) Ian Kimber, 73.062 BF2297 Copper Underwing Amphipyra pyramidea (Linnaeus, 1758), su UKMoths. URL consultato il 23 ottobre 2019.
  4. ^ (EN) Documents disponibles sur les deux sites pour Amphipyra pyramidea, su entomart.be. URL consultato il 15 ottobre 2021.
  5. ^ (EN) Martin C. Townsend, Jon Clifton e Brian Goodey, British and Irish Moths: An Illustrated Guide to Selected Difficult Species (PDF), in Butterfly Conservation, pp. 70. URL consultato il 15 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2021).
  6. ^ (EN) Gaden S. Robinson, Phillip R. Ackery, Ian J. Kitching, George W. Beccaloni e Luis M. Hernández, Search the database - introduction and help, su HOSTS - A Database of the World's Lepidopteran Hostplants, Natural History Museum, London, 2010. URL consultato il 16 ottobre 2021.
  7. ^ (EN) Paolo Mazzei, Daniel Morel, Raniero Panfili, Amphipyra (Amphipyra) pyramidea (Linnaeus, 1758), su Moths and Butterflies of Europe and North Africa. URL consultato il 16 ottobre 2021.

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