Anton Felice Marsili

vescovo cattolico e biologo italiano

Antonio Felice Marsili (Bologna, 30 maggio 1651Perugia, 5 luglio 1710) è stato un vescovo cattolico e biologo italiano.

Antonio Felice Marsili
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato30 maggio 1651
Nominato vescovo5 dicembre 1701 da papa Clemente XI
Consacrato vescovo29 gennaio 1702 dal cardinale Sebastiano Antonio Tanara
Deceduto5 luglio 1710
 

Biografia modifica

Nacque da una famiglia aristocratica di Bologna, primo figlio del conte Carlo Francesco Marsili e di Margherita Ercolani. Lo zio Cesare Marsili era stato un intellettuale amico di Galileo Galilei.[1]

Allievo dell'abate Vitale Terrarossa, si laureò all'Università di Bologna in diritto civile e canonico nel 1670, discutendo le sue tesi di logica e di filosofia nella Chiesa di San Procolo rispettivamente nel 1668 e nel 1669.[2] Dopo la laurea trascorse un periodo a Roma dove frequentò gli ambienti letterari. Di ritorno dalla capitale pontificia, rinunciò al suo status di primogenito in favore del fratello Luigi Ferdinando per dedicarsi completamente agli studi, prendendo gli ordini religiosi.[1][3]

Le sue primissime opere, come le tesi o la dissertazione Delle sette de’ filosofi e del genio di filosofare, influenzate dal Terrarossa, sostengono la compatibilità dell'atomismo democriteo con la filosofia aristotelica, ma già in seguito si distacca dai tradizionali studi filosofici per avvicinarsi al pensiero scientifico europeo dell'epoca, assumendo come modello principalmente la Royal Society londinese.[1][4]

Il suo percorso lo porterà ad essere esponente del "cattolicesimo galileiano", un filone di pensiero che richiedeva il rinnovamento degli studi cattolici, distinguendo tra il campo della natura e quello della fede, accettando così la moderna cultura scientifica.[5] Marsili si dedicò quindi sia alla storia naturale che all'erudizione religiosa, direttrici tipiche di questa tendenza.[6] In ciò svolse un importante ruolo, creando legami epistolari con Benedetto Bacchini ed esercitando una notevole influenza sul giovane Ludovico Antonio Muratori.[1][7]

Durante l'elaborazione del progetto di una "storia naturale del territorio bolognese", poi abortito, scrisse una lettera a Malpighi nel 1683 che conteneva una Relazione sul ritrovamento delle uova di chiocciole. Qui confutò la tesi della generazione spontanea, ancora difesa dagli studiosi che seguivano l'autorità di Aristotele, ultimo dei quali il gesuita Filippo Bonanni che soli due anni prima l'aveva sostenuta nell'opera Ricreazione dell'occhio e della mente nell'osservanza delle chiocciole. Ciò provocò la furiosa reazione del gesuita che rispose con una violenta polemica, ma il nome di Marsili acquistò una certa risonanza nel panorama scientifico europeo.[1][8] Tuttavia Marsili diede personalmente pochi contributi allo sviluppo degli studi naturalistici, agendo invece in maniera più politica, come dimostrerà nel corso del tempo, perseguendo i suoi ideali.[9]

L'arcidiaconato e i progetti di riforma dell'Università modifica

Nel 1686 Marsili venne nominato arcidiacono della cattedrale di San Pietro a Bologna, incarico prestigioso poiché comportava anche quello di cancelliere dello Studio. Ciò gli permise sin da subito di poter concretizzare i suoi pensieri di riforma culturale.[10] Come prima iniziativa istituì due accademie poste sotto la sua protezione, una "ecclesiastica" e l'altra "filosofica-esperimentale", secondo le linee che già caratterizzavano la cultura marsiliana. Sin da subito era chiaro il fine ultimo delle accademie, ovvero il rinnovamento dell'università.[11]

Lo Studio versava infatti in condizioni miserevoli, a causa della scarsità di fondi per stipendiare i lettori e un notevole calo degli studenti immatricolati. L'arcidiacono diede la colpa di questa decadenza ai collegi dottorali, accusati di voler mantenere un assetto corporativo e una ristretta visione municipalistica. I dottori tendevano a restringere il lettorato come privilegio dell'aristocrazia urbana, e differenziavano in tal senso le procedure di laurea. Queste potevano essere "alla bolognese", molto costosa e riservata ai cittadini, oppure "alla forestiera", per gli stranieri, i provenienti dal contado e in generale chi non poteva permettersi la prima laurea. Questi ultimi dovevano giurare di non accettare letture a Bologna. Inoltre le letture erano assegnate per anzianità, relegando ai margini i giovani laureati.[1][12]

Marsili propose un piano particolareggiato di riforma organica dell'università nel 1689, dove innanzitutto prospettò di fissare un tetto massimo di letture e abolire ogni privilegio di anzianità e cittadinanza per l'attribuzione.[13] Nacque inevitabilmente un conflitto tra il cancelliere e i dottori universitari, con il primo che arrivò all'ingiunzione verso i collegi di Medicina e Filosofia, provocando il blocco delle lauree.[14] Marsili scrisse un opuscolo, Delle prerogative del Cancelliere Maggiore dello Studio generale di Bologna, per rafforzare il suo ruolo e sostenere il suo piano. La risposta da parte dei professori fu la Caparra di risposta, pubblicata nel 1690.[1][15]

Questo scontro perdurò fino al 1694, quando il Legato e il Senato approvarono le nuove Ordinazioni e Costituzioni dell'università che ribadivano i privilegi dei cittadini bolognesi e l'ordine di anzianità per il lettorato, ponendo fine alle riforme marsiliane.[1][16]

Vescovo di Perugia modifica

Nel 1701 fu nominato vescovo di Perugia, dove le sue volontà riformatrici si manifestarono sul Collegio della Sapienza Vecchia, del cui effettivo operato abbiamo però poche notizie.[1][17]

Nel 1707 divenne assistente al Soglio Pontificio. Morì a Perugia il 5 luglio 1710 di etisia o ulcera ai polmoni.[1]

Opere modifica

  • Flores logicales, seu thaeses ex vniuersa logica selectae quas in Ecclesia sancti Proculi publice defendendas proponit Antonius Faelix Marsilius datur cuique locus arguendi, Bononiae: typis Iacobi Montij, 1668
  • Concordia Democriti, et Aristotelis ex ipsis doctrinis peripatus iterato firmius stabilita: Theses ex vniuersa philosophia depromptae, quas eminentissimo Carolo Carafae Legato a Latere vigilantissimo, Bononiae: typis Iacobi Montij, 1669
  • Relazione del ritrovamento dell'uova di chiocciole di A.F.M. in una lettera al sig. Marcello Malpighi, In Bologna: per gl'eredi d'Antonio Pisarri, 1683
  • Antonii Felicis, Abbatis Marsilii De ovis cochlearum epistola ad Marcellum Malpighium, med. Bononiens. cum Joh. Jacobi Harderi ... epistolis aliquot, de partibus genitalibus cochlearum, generatione item insectorum ex ovo, ad praefatum abbatem, & D. Lucam Schrockium, Augustae Vindelicorum: sumptibus Theophili Goebelii, bibliopolae: literis Leonhardi Zachariae, 1684
  • Memorie per riparare i pregiudizj dell'Universita dello Studio di Bologna, e ridurlo ad una facile, e perfetta Riforma, Bologna: eredi di Antonio Pisarri, 1689
  • Delle prerogative del Cancellierato maggiore dello Studio generale di Bologna, carico depositato nell'arcidiacono della metropolitana di essa città, raccolte da monsignore Antonio Felice Marsigli moderno arcidiacono, e maggior cancelliere, Bologna: eredi d'Antonio Pisarri, 1692

Genealogia episcopale modifica

La genealogia episcopale è:

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j M. Cavazza, Marsili, Antonio Felice, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 70, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008. URL consultato il 26 dicembre 2021.
  2. ^ Cavazza, p.87.
  3. ^ Cavazza, p.86.
  4. ^ Cavazza, p.89.
  5. ^ Cavazza, p.85.
  6. ^ Cavazza, pp.82-83.
  7. ^ Cavazza, pp.83-84.
  8. ^ Cavazza, pp.89-90.
  9. ^ Cavazza, p.90.
  10. ^ Cavazza, p.91.
  11. ^ Cavazza, p.92.
  12. ^ Cavazza, pp.93-94.
  13. ^ Cavazza, p.95.
  14. ^ Cavazza, p.96.
  15. ^ Cavazza, p.97.
  16. ^ Cavazza, p.99.
  17. ^ Cavazza, p.115.

Bibliografia modifica

  • Marta Cavazza, Le battaglie dell'arcidiacono, in Settecento inquieto. Alle origini dell'Istituto delle Scienze di Bologna, Bologna, il Mulino, 1990, ISBN 88-15-02453-0.
  • Giovanni Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, V, Bologna 1786, pp. 276–278;
  • Antonio Neviani, Un episodio della lotta tra spontaneisti e ovulisti: il padre Filippo Bonanni e l'abate Anton Felice Marsili, in Rivista di storia delle scienze mediche e naturali, XXVI (1935), pp. 211–232;
  • A. Andreoli, Anton Felice Marsili Appunti per una biografia, in Strenna storica Bolognese, XVII (1967), pp. 39–50;
  • Ezio Raimondi, Il barometro dell’erudito, in Id., Scienza e letteratura, Torino 1978, pp. 57–84;
  • Gregorio Piaia, I filosofi e le chiocciole: operette di Anton Felice Marsili (1649-1710), Santa Maria degli Angeli, Assisi: Porziuncola, 1995.

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN52754498 · ISNI (EN0000 0000 8055 357X · SBN CFIV155855 · BAV 495/232333 · CERL cnp00518915 · LCCN (ENno98115248 · GND (DE128937378 · WorldCat Identities (ENlccn-no98115248