Arduino Bizzarro

partigiano e militare italiano

Arduino Bizzarro (Bottrighe, 27 gennaio 1923Serralunga di Crea, 16 febbraio 1945) è stato un partigiano e militare italiano. Aviere della Regia Aeronautica si unì alle formazioni partigiane operanti nella zona del Monferrato dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Caduto in combattimento il 16 febbraio 1945, per il coraggio dimostrato in quel frangente gli fu conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Arduino Bizzarro
NascitaBottrighe, 27 gennaio 1923
MorteSerralunga di Crea, 16 febbraio 1945
Luogo di sepolturaCimitero di Casale Monferrato
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
GradoAviere scelto
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneGuerra di Liberazione italiana
Decorazionivedi qui
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Biografia modifica

Nacque a Bottrighe (Rovigo) il 27 gennaio 1923,[1] figlio di Giuseppe e Agnese Roma.[1] Nel 1927 la sua famiglia[N 1] si trasferì dal Polesine a Casale Monferrato. Mentre lavorava come garzone di bottega, fu chiamato a prestare servizio di leva nella Regia Aeronautica come aviere.[1] Al momento dell'armistizio dell'8 settembre 1943 si aggregò subito a una delle prime formazioni partigiane sorte nell'Alessandrino, raggiungendo la località di Arcesaz, in Val d'Ayas.[2] Nel dicembre 1943 fu coinvolto in uno scontro a fuoco in cui morì il partigiano Giuseppe Carrera,[3] originario di Casale Monferrato, appartenente alla 13ª Brigata "Matteotti". In occasione del funerale di Carrera egli fu arrestato dalle Brigate Nere con altri compagni di lotta, e trattenuto in carcere[4] per otto mesi, dapprima a Casale, poi ad Alessandria, Aosta e Torino.[4] Riuscito ad evadere si unì alla X Divisione “Garibaldi”,[5] operante nella zona della Valcerrina. Qui divenne autista della “Squadra Volante” della 181ª Brigata intitolata alla memoria di Alfredo Piacibello.

Il 16 febbraio 1945[6] prese parte ad uno scontro a fuoco tra partigiani della 79ª Brigata Garibaldi e militi delle brigate nere in località Madonnina di Crea. La macchina che lo trasportava[N 2] insieme ad altri tre partigiani fu accerchiata da una sessantina di militi, e mentre gli altri riuscirono a fuggire lui fu catturato.[7] Brutalmente interrogato si limitò a rispondere "Viva l'Italia", venendo sadicamente finito a colpi di pugnale alla gola.[6] La salma fu inizialmente sepolta presso il cimitero di Mombello Monferrato, e dopo la fine del conflitto fu traslata in quello di Casale Monferrato.


Il ricordo del giovane partigiano è ancora molto vivo nella zona dell'Alessandrino e nel 2001, sul luogo del suo sacrificio, per iniziativa dell'Istituto del nastro azzurro, è stata posta una nuova lapide che reca inciso:
La giovinezza ventiduenne
medaglia d'oro al valor militare
ARDUINO BIZZARRO
aviere partigiano della 79ª Brigata Garibaldi
veniva barbaramente sacrificata
il 16 febbraio 1945
perché la libertà e la giustizia
non fossero più nomi vani
ma insopprimibile diritto di popolo
Il comune di Serralunga di Crea pose
perché sia ricordato
l'olocausto ed il monito.[8]

Il 18 settembre 1984 il Presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini gli conferì la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Nel giugno del 1989 la città di Adria gli ha intitolato una via, mentre l'Accademia Aeronautica di Caserta gli ha intitolato l'82º Corso Allievi Sottufficiali.

Onorificenze modifica

«Subito dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, si schierava a fianco dei patrioti per concorrere validamente alla lotta contro l'oppressore germanico pel l'affermazione del più importante diritto di ogni popolo: la libertà. Catturato e costretto a subire il peso della dura prigionia nelle carceri di Casale Monferrato, Alessandria, Aosta e Torino, riusciva ad evadere e con i reparti della Brigata «Garibaldi» operante nel Monferrato, partecipava a tutte le operazioni più importanti e più rischiose. Nel corso di una operazione, accerchiato da un forte ed agguerrito contingente nemico ed in difficile situazione, incitava i suoi compagni d'arme a porsi in salvo, fornendo mirabile esempio di altruismo, di ardore combattivo e di eroismo. Stroncato dal fuoco avversario e finito con pugnalate alla gola ed agli occhi, moriva al grido di "Viva L'Italia". Madonnina in Comune di Serralunga di Crea (Alessandria), 16 febbraio 1945.[9]

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Aveva altri cinque fratelli: Caterina, Vittorina, Maria, Andino e Vittorino.
  2. ^ Oltre a lui vi erano a bordo il vicecomandante della Brigata Pietro Zanzottero (nome di battaglia "Milan"), Marcello Musco ("Celio") e Giuseppe Deambrogio.

Fonti modifica

  1. ^ a b c Favretto 2009, p. 77.
  2. ^ Favretto 2009, p. 34.
  3. ^ Favretto 2009, p. 36.
  4. ^ a b Favretto 2009, p. 38.
  5. ^ Favretto 2009, p. 35.
  6. ^ a b Favretto 2009, p. 171.
  7. ^ Il Nastro Azzurro n.5, luglio-agosto 2009, p. 40.
  8. ^ Targa Arduino Bizzarro (JPG), su lastampa.it. URL consultato il 1º maggio 2015.
  9. ^ Dettaglio decorato [collegamento interrotto], su 193.108.205.15, quirinale.it. URL consultato il 1º maggio 2015.

Bibliografia modifica

  • Giorgio Bocca, Storia dell'Italia partigiana, Milano, Feltrinelli Editore, 2012, ISBN 88-588-0941-6.
  • Sergio Favretto, Resistenza e nuova coscienza civile, Alessandria, Falsopiano, 2009.
  • Sergio Luzzato, Partigià, Milano, A. Mondadori Editore, 2013, ISBN 88-520-3776-4.

Periodici modifica

  • Cronache delle Federazioni, in Il Nastro Azzurro, n. 4, Roma, Istituto del Nastro Azzurro, luglio-agosto 2009, p. 40.

Collegamenti esterni modifica