Bagnet verd

condimento tipico piemontese

Il bagnet verd, [baˈɲɛt ˈvɛɾt]), anche conosciuto come bagnet piemontese[1] o salsa verde[1] è una tipica salsa piemontese a base di prezzemolo, aglio e acciughe conservate sotto sale, spesso servita con il bollito, sui tomini, sulle acciughe fresche oppure su altre pietanze. È stato incluso tra i prodotti agroalimentari tradizionali (P.A.T.) piemontesi (cod.:90).[2] Questa salsa, con varianti locali, si è diffusa in tutto il Nord Italia. Ne esiste anche una versione senza aglio.[3]

Bagnet verd
Bagnetto verde con acciughe
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
DiffusioneNord Italia
Dettagli
Categoriasalsa
RiconoscimentoP.A.T.
Settorecondimenti
Ingredienti principaliprezzemolo, aglio, aceto, pane, acciughe dissalate (o pasta di acciughe), olio (tuorlo d'uovo, capperi, peperoncino e pepe facoltativi)
Variantisalsa verde

Descrizione modifica

 
Taglio di acciughe dissalate e capperi (opzionali)
 
Taglio del prezzemolo

Nella preparazione intervengono i seguenti ingredienti: prezzemolo, acciughe sotto sale (previa dissalatura), mollica di pane, aglio, olio di oliva, aceto di vino, tuorlo d'uovo (non indispensabile), capperi sotto sale[4] (facoltativi), sale e pepe (la salatura è condizionata alla quantità di acciughe rispetto agli altri ingredienti: infatti queste, per quanto ben pulite, contengono sempre un'elevata quantità di sale).

Il nome deriva dal colore conferitogli dall'ingrediente principale, cioè il prezzemolo. È simile al Bagnet ross.

È una ricetta nata nel XIX secolo alla corte di re Carlo Alberto per insaporire la carne.[5]

L'alimento è anche conosciuto come "salsa verde",[1] un termine che indica però più genericamente diverse salse a base di capperi, acciughe e prezzemolo preparate in tutta Europa.

Preparazione modifica

Secondo l'antica preparazione, la mollica di pane viene imbevuta di aceto, poi strizzata e messa in una ciotola. A parte si trita il prezzemolo e l'aglio (quest'ultimo, nella ricetta tradizionale, dovrebbe essere tritato e non spremuto, in modo che rimanga a tocchetti piccoli, ma visibili) unendo poi per la tritatura le acciughe dissalate, pulite e private della lisca, della testa e della coda, il tuorlo d'uovo ed eventualmente un po' di peperoncino, anch'esso tritato. Infine si unisce il tutto regolando il sale e, aggiungendo lentamente abbondante olio di oliva, si gira il composto con una forchetta o con una frusta fino a rendere la salsa piuttosto fluida. Prima di servirla la salsa va fatta riposare per almeno una mezz'ora.[1][6]

In alternativa al tradizionale sminuzzamento degli ingredienti con la mezzaluna può essere utilizzato il frullatore ad immersione,[7] e le acciughe possono essere sostituite da pasta di acciughe.

Uso modifica

L'uso tipico è come condimento del bollito misto.

 
Panino di acciughe al bagnetto verde

Il bagnetto verde si usa anche come antipasto su crostini di pane croccante, su filetti di acciuga dissalata o come condimento delle patate lesse.

Varianti modifica

La ricetta può essere preparata aggiungendo capperi e cetriolini tritati, oppure peperoni o peperoncini e cipolle.[1] In alcuni paesi esteri, la salsa viene mescolata con l'uovo, il pepe e il peperoncino.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Anna Gosetti della Salda, Le ricette regionali italiane, Solares, 1967, p. 6.
  2. ^ Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Decreto 7 giugno 2012. Dodicesima revisione dell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali - Allegato, in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.142, 20 giugno 2012, p. 50.
  3. ^ Ricetta su Wikibooks
  4. ^ AA.VV., Ricette delle osterie di Langa, Cuneo, Arcigola Slow Food editore, 1992, p. 81, ISBN 8877690682.
  5. ^ Bagnet Verd, su foodetector.com (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2016).
  6. ^ Bagnetto verde Archiviato il 2 gennaio 2015 in Internet Archive.. Erica Gardella, Quotidiano Piemontese, 30 settembre 2012 (url consultato nel maggio 2015).
  7. ^ Bagnetto verde. Utente macinino. Cookaround. (url consultato nel gennaio 2015).

Bibliografia modifica

  • P. Artusi, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, Giunti, Firenze

Voci correlate modifica

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