Con Bellezze circasse si identificano le donne provenienti dalla Circassia, regione del Caucaso nord-occidentale per riferirsi ad una immagine idealizzata di bellezza.

Ritratto della moglie circassa di Abdülmecid II dell'Impero ottomano
Bella Kukan, "Miss Circassia" 2013

La loro reputazione risale al Tardo Medioevo quando la costa circassa era frequentata da commercianti genovesi; il fondatore della dinastia dei Medici, Cosimo il Vecchio, ebbe un figlio illegittimo (Carlo di Cosimo de' Medici) da una schiava circassa di nome Maddalena.

Durante l'Impero ottomano e l'impero persiano dei Safavidi e, più tardi, dei Qajar, le donne circasse vivevano come schiave nell'harem del sultano e dello Shah, acquisendo la loro reputazione di donne estremamente belle, una fama che divenne un tropo nell'orientalismo occidentale[1].

Da ciò, sia in Europa che in America, le circasse furono spesso identificate come ideale di bellezza femminile nella poesia e nell'arte. I prodotti cosmetici venivano pubblicizzati dal XVIII secolo associandovi la parola "circasso" o definendoli come "usati dalle donne circasse".

Si narra che a Grosio (provincia di Sondrio) in Lombardia, durante il Seicento, molti abitanti si trasferivano a Venezia per lavoro o come soldati; qui compravano e sposavano schiave circasse (ma anche balcaniche e ottomane). Da questo deriverebbe il costume tipico - diverso dagli altri della zona - ancora oggi esibito delle donne del paese, con colori vivaci, scollature profonde e particolari orecchini.[2]

Note modifica

  1. ^ (TR) Irvin Cemil Schick, Çerkes güzeli: bir şarkiyatçı imgenin serüveni, Oğlak, Istanbul, 2004.
  2. ^ Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, Dizionario etimologico grosino, Biblioteca comunale Museo del costume di Grosio, 1995.

Bibliografia modifica

  • (EN) Hannah Barker, The Mediterranean Trade in Black Sea Slaves, 1260–1500, in That Most Precious Merchandise, Philadelphie, University of Pennsylvania Press, 2019..
  • (EN) Robert Bogdan, Presenting Human Oddities for Amusement and Profit, in Freak Show, Chicago, University of Chicago Press, 1988..
  • (EN) Leonard Cassuto, The Racial Grotesque in American Literature and Culture, in The Inhuman Race, New York, Columbia University Press, 1997..
  • (EN) James W. Cook, Playing with Fraud in the Age of Barnum, in The Arts of Deception, Cambridge, Harvard University Press, 2001..
  • (EN) Y. Hakan Erdem, Slavery in the Ottoman Empire and its Demise, 1800-1909, Londres, MacMillan, 1996..
  • (EN) Linda Frost, Freaks, Savages, and Whiteness in U.S. Popular Culture, 1850-1877, in Never One Nation, Minneapolis, University of Minnesota Press, 2005..
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  • (EN) Charles Martin, A Cultural and Literary Exploration, in The White African American Body, Piscataway, Rutgers University Press, 2002..
  • (FR) Nell Irvin Painter, Histoire des Blancs, traduzione di Georges Barrère et Thierry Gillyboeuf, Paris, Max Millo, 2019..
  • (EN) Ehud R. Toledano, The Ottoman Slave Trade and Its Suppression 1840-1890, Princeton, Princeton University Press, 1982..
  • (EN) Ehud R. Toledano, Slavery and Abolition in the Ottoman Middle East, Seattle, University of Washington Press, 1998..

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