Belvì

comune italiano

Belvì (Brebì in sardo[4]) è un comune italiano di 548 abitanti della provincia di Nuoro, che dà il nome alla regione della Barbagia di Belvì.

Belvì
comune
(IT) Belvì
(SC) Brebì
Belvì – Stemma
Belvì – Veduta
Belvì – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Nuoro
Amministrazione
SindacoMaurizio Cadau (lista civica) dall'11-10-2021
Territorio
Coordinate39°57′38.19″N 9°11′02.91″E / 39.960609°N 9.184141°E39.960609; 9.184141
Altitudine660[1] m s.l.m.
Superficie18,1 km²
Abitanti548[2] (30-11-2023)
Densità30,28 ab./km²
FrazioniSiscara
Comuni confinantiAritzo, Atzara, Desulo, Meana Sardo, Sorgono, Tonara
Altre informazioni
Cod. postale08030
Prefisso0784
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT091007
Cod. catastaleA776
TargaNU
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Nome abitanti(IT) belviesi
(SC) erbiesos
Patronosant'Agostino
Giorno festivo28 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Belvì
Belvì
Belvì – Mappa
Belvì – Mappa
Posizione del comune di Belvì
all'interno della provincia

di Nuoro

Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

"Difeso e sollevato dai suoi monti" (cit. De Villa), il paese è circondato da due diversi tipi di montagna: ad ovest si trova la fine del lungo braccio calcareo dei tacchi, i cosiddetti "Tonneri" o "Mezeddos"; ad est del paese si erge la catena Gennargentu, rocce composte da scisti molto antichi, fino ad arrivare alla vetta di punta La Marmora con i suoi 1834 metri s.l.m.

Il suo territorio si estende per circa 1.889 ettari di declivi montani che diversificano la flora a seconda dell'altitudine e delle condizioni climatiche differenti. All'interno possiamo distinguere folti boschi di nòccioli, noci, castagni, roverella, lecci e agrifogli. Merita di essere menzionata anche la bella Valle de S'Iscara, che prende il nome dal rio che la attraversa, ricca di frutteti, interessanti essenze arboree e noci secolari conserva ancora oggi scorci di grande suggestione.

L'abitato si trova nella costa del monte "Genna de Crobu". Belvì si colloca in una posizione centrale rispetto alle città più importanti della Sardegna, in quanto dista 69 chilometri da Nuoro, il capoluogo di provincia, 71 chilometri da Oristano, 151 chilometri da Sassari e 119 da Cagliari, il capoluogo di regione.

Storia modifica

Il territorio di Belvì conserva interessanti testimonianze del passato. Oltre a diversi utensili e ceramiche che risalgono ad un periodo che va dal Neolitico all'epoca romanica, attestando quindi la presenza dell'uomo nell'area già da tempi molto antichi, numerose nei boschi che circondano il paese sono le domus de janas (case delle streghe o delle fate).

Appartenente al giudicato d'Arborea, fece inizialmente parte della curatoria della Barbagia di Meana e nel XIV secolo fu unito alla curatoria del Mandrolisai.

Nel 1388 Belvì passò sotto il dominio aragonese ed entrò a far parte della Signoria della Barbagia di Belvì fino al 1839, quando, con la soppressione del sistema feudale, fu riscattato agli ultimi feudatari per divenire un comune autonomo amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.

Per molto tempo il centro abitato di Belvì è stato poco esteso: le case erano anticamente costruite con pietre di scisto legate per lo più con fango, nonostante Belvì avesse una produzione non indifferente di calce, esportata in grandi quantità. Quasi tutte erano prive di cortile, ma erano dotate di un ballatoio di legno e piccole finestre. Le strade, tipiche della montagna, erano strette e tortuose, irregolarmente lastricate e con ciottolate ricavate dai sentieri e dai residui delle fornaci della calce di “Intra montes” o dal letto asciutto del rio S'Isca. Gli unici fabbricati di spicco erano la chiesa parrocchiale, istituita in onore di Sant'Agostino, la chiesetta di San Sebastiano e la stazione ferroviaria.

Nel 1834 Vittorio Angius, nel suo resoconto di viaggio (Dizionario geografico-storico.-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna), descriveva così Belvì:

«Per la varietà di fruttiferi, per le numerose specie di alberi e di erbe che vestono le pendici e il fondo, per la degradazione dei colori e la loro diversità, per la meravigliosa forza che ha la vegetazione, e dal suolo e dal cielo offresi all'occhio come la delizia di una bellissima e pittoresca prospettiva.»

Nel 1921, nel suo libro Mare e Sardegna, David H. Lawrence raccontava così la sua esperienza lungo i binari percorsi dal Trenino Verde:

«È una strana ferrovia, sfreccia per le colline e giù per le valli attorno a curve improvvise, con la massima noncuranza.»

Simboli modifica

Lo stemma del Comune di Belvì è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 9 gennaio 2004.[5]

«Semitroncato partito: il primo di azzurro, alla poiana maggiore, rivoltata, d'oro, sostenuta dal ramo scorciato, di legno al naturale, posto in sbarra abbassata; il secondo d'oro, al castagno di verde, sradicato, fruttato di sette ricci di argento, posti tre, quattro; il terzo di argento, alla croce di rosso. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di argento, il motto, in lettere maiuscole di nero, BARBAGIA DI BELVÌ. Ornamenti esteriori da Comune»

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
Stazione di Belvi-Aritzo, 2015

Architetture religiose modifica

Architetture civili modifica

  • La vecchia stazione ferroviaria, servita dal Trenino Verde;
  • I vecchi forni a calce e delle tegole, mattoni e mattonelle;
  • Il centro storico.

Siti archeologici modifica

  • Le domus de janas;

Luoghi di interesse naturalistico modifica

  • L'oasi naturalistica SIC “Su de Maccioni-Texile di Aritzo”, di cui fanno parte la punta Tonnai e la pineta sommitale della località Pitz'e Pranu, dove è stato presente un parco avventura;

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[6]

Etnie e minoranze straniere modifica

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 12 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Lingue e dialetti modifica

La variante del sardo parlata a Belvì è riconducibile alla Limba de mesania.

Cultura modifica

Musei modifica

Infrastrutture e trasporti modifica

Ferrovie modifica

Il comune è attraversato dalla ferrovia Isili-Sorgono, gestita dall'ARST ed in uso dal 1997 per esclusivi fini turistici. Nella parte ovest dell'abitato è posta la stazione di Belvì-Aritzo, attiva principalmente d'estate e in occasione di viaggi effettuati su richiesta delle comitive di turisti.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 16 aprile 2000 Aurelia Saias liste civiche di centro-sinistra Sindaco [7]
16 aprile 2000 8 maggio 2005 Aurelia Saias liste civiche di centro-sinistra Sindaco [8]
8 maggio 2005 30 maggio 2010 Rinaldo Arangino lista civica Sindaco [9]
30 maggio 2010 31 maggio 2015 Rinaldo Arangino lista civica "Uniti per Progredire" Sindaco [10]
31 maggio 2015 2 novembre 2020 Sebastiano Casula lista civica "Uniti per Progredire" Sindaco [11]
2 novembre 2020 11 ottobre 2021 Luisa Mattu Commissario straordinario [12]
11 ottobre 2021 in carica Maurizio Cadau lista civica "Insieme per Belvì" Sindaco [13]

Note modifica

  1. ^ Tavola: Popolazione residente - Nuoro (dettaglio loc. abitate) - Censimento 2001, su Istat.it. URL consultato il 2 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2013).
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 72, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Emblema del Comune di Belvì, su Governo Italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica, 2004. URL consultato il 28 gennaio 2021.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  8. ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  9. ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  10. ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  11. ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  12. ^ La Giunta nomina i commissari straordinari nei Comuni senza sindaco, in L'Unione Sarda, 2 novembre 2020. URL consultato il 2 novembre 2020.
  13. ^ Comunali Sardegna 10/11 ottobre 2021, su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 17 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2021).

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN248279829 · GND (DE4593615-8
  Portale Sardegna: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sardegna