Bernardo Lapini

scrittore (1430-)

Bernardo Lapini, detto Illicino (Montalcino o Siena, 22 aprile 1433Siena, 26 giugno 1476), è stato un poeta, docente e medico italiano.

Biografia

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Figlio di Pietro Lapini, famoso medico montalcinese, e di Petra di Niccolò di Nastoccio Saracini. Bernardo Lapini, detto Illicino (per le sue origini), nasce a Montalcino o Siena, il 22 aprile 1433. Il padre, dopo avergli dato un'ottima istruzione ed averlo avviato agli studi di medicina, morì nel 1449. Non sappiamo dove il Lapini possa aver condotto i suoi studi. Nel 1458 abitava in Siena, e questo lo sappiamo dato che il suo nome era all'interno dell'elenco dei "provveditori di Biccherna", e vi abitava anche nel 1460, dove lavorava come insegnante di medicina allo Studio senese. Il 15 agosto dello stesso anno, rifiutò la proposta di condotta in quello Studio come lettore di medicina ordinaria, per trasferirsi a Mantova come medico alla corte dei Gonzaga. Nel 1464 sposò a Siena Marianna di Aldobrandino Nini, matrimonio dalla quale ebbe 4 figli: due maschi, Pietro e Aldobrandino, e due femmine (Andromeda e Ortensia). Restò a Siena non oltre il 1468, dato che, nel 1469, era professore di medicina nello Studio ferrarese ed addirittura il nome del Lapini figura nell'elenco dei maestri ferraresi creati nobili o cavalieri, il giorno 1 febbraio 1469, da Federico III, che era di passaggio nella città emiliana. Il periodo ferrarese di Bernardo non fu senza contrasti e difficoltà, ma, per sua fortuna, intervenne a difendere il suo buon nome ed i suoi interessi il duca Borso d'Este, che, per questo, ricevette anche un caloroso ringraziamento da parte delle magistrature della Repubblica di Siena: da questi fatti possiamo facilmente capire che i rapporti tra il medico senese e la corte degli Este furono ottimi. Fu inviato come ambasciatore della Repubblica senese presso il pontefice Sisto IV. Nel 1474 era tornato ad abitare a Siena, dato che il suo nome ricompare nuovamente all'interno dell'elenco dei "provveditori di Biccherna". Altre informazioni sulla sua vita, riguardo quest'ultimi anni, provengono dall'Epistolario del cardinale Giacomo Ammanati Piccolomini (Epistolae et Commentarii) in cui vi sono 5 lettere molto amichevoli inviate, tra il dicembre 1472 e l'aprile 1474, al Lapini ed in cui si accenna a precise circostanze della vita intima di quest'ultimo e della sua attività come poeta. Dopo il 1474 si perdono le sue tracce, anche se nel 1475 viene pubblicato, a Bologna, la prima edizione del suo Commento ai Trionfi. Della sua vita da medico non ci resta niente. Si pensa, da notizie non confermate da una sicura documentazione, che il Lapini abbia lavorato come medico alla corte milanese come il padre. morì a Siena il 26 giugno 1476.[1]

Produzione

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Bernardo Lapini fu l'autore di numerose opere, in versi e in prosa, molto interessanti.

Egli fu anche narratore, e questo è testimoniato dal fatto che egli scrisse due piccole opere, di cui i loro testi sono i migliori di tutta la sua produzione poetica: la Vita di Madonna Onorata (scritta in omaggio alla donna amata, Onorata Orsini) e l'Opera delettevole e nuova di gratitudine e liberalità (nota anche come Storia di Angelica Montanini).

Egli fece un commento ai Trionfi del Petrarca, che dedicò a Borso d'Este. E' uno scritto che rivela, oltre i gusti letterari, anche gli interessi medici e scientifici del Lapini, come ci mostrano le pagine dedite a spiegare la natura e l'origine del sonno ed un largo excursus a tutela della nobiltà della medicina e del suo primato nei confronti delle altre arti.

Buona parte dei suoi versi sono conservati nel codice Palatino 187 della Biblioteca Nazionale di Firenze che contiene dodici sonetti (cinque dedicati a Pio Il), quattro canzoni e tre capitoli (due sotto forma di Trionfi della Fortuna e della Frode). Un capitolo ed alcuni sonetti sono raccolti nel codice Vaticano Chigiano,. Altri quattro sonetti e una canzone furono editi insieme con la Vita di Madonna Onorata, a Milano nel 1843, che, nella prefazione, raccolse varie notizie sulla vita e gli scritti di Bernardo. [2]