Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (BNCF) è una delle più importanti biblioteche italiane ed europee. Insieme alla Biblioteca nazionale di Roma, svolge le funzioni di biblioteca nazionale centrale.
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze | |
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Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città | ![]() |
Indirizzo | Piazza dei Cavalleggeri, 1 50122 |
Caratteristiche | |
Tipo | Pubblica - Nazionale - Centrale |
ISIL | IT-FI0098 |
Numero opere | 8 843 734 monografie e opuscoli 4 089 incunaboli 25 296 manoscritti |
Direttore | In attesa di conferimento di incarico |
Sito web | |
Possiede infatti circa 5 948 235 volumi a stampa, 2 703 899 opuscoli, 24 991 manoscritti, 3 716 incunaboli, 29 123 edizioni del XVI secolo e oltre 1 000 000 di autografi, e conta 304 214 opere consultate all'anno 2013. Le scaffalature dei depositi librari coprivano, al 2013, 135 km lineari, con un incremento annuo di oltre 1 km e mezzo.[1]
StoriaModifica
Il nucleo originario della biblioteca proviene dalle collezioni di Antonio Magliabechi, costituite da circa 30 000 volumi devoluti integralmente, secondo il lascito testamentario del 1714, «a beneficio universale della città di Firenze», e sistemati nello Stanzone della commedia o della Dogana, che nei secoli precedenti era stato luogo di rappresentazioni teatrali e noto come Teatrino della Baldracca. Con motu proprio del 25 dicembre 1736, Gian Gastone de' Medici ordinava al magistrato supremo di prendere possesso della libreria Magliabechi, che diventava, con questo atto, la prima biblioteca pubblica fiorentina, comunemente denominata Magliabechiana[2]. Con lo stesso atto affidava ad Antonio Cocchi l'incarico di compilare l'inventario della raccolta libraria appartenuta a Magliabechi, a cui era stata unita, per disposizioni testamentarie del proprietario, la libreria di Anton Francesco Marmi.
Per assicurare l'incremento librario della nascente Biblioteca il documento granducale stabiliva che vi fosse depositato un esemplare di ciascuna delle opere stampate a Firenze, obbligo esteso nel 1743 a tutti gli stampatori del territorio del Granducato di Toscana. Con atto successivo il Granduca donava alla Biblioteca lo stanzone fino ad allora in affitto. La prima apertura al pubblico risale al 1747, con il nome di Biblioteca Magliabechiana, dopo che erano stati ristrutturati gli spazi ed era stata effettuata la catalogazione e l'ordinamento dei libri.
Nel 1771 il Granduca Pietro Leopoldo I di Toscana dispose che la Biblioteca Palatina Mediceo-Lotaringia, costituita dalle raccolte librarie medicee e lorenesi, fosse unita alla Magliabechiana[3] che negli anni successivi fu arricchita da numerosi lasciti e donazioni. Nel tempo si aggiunsero le biblioteche di ordini e corporazioni religiose soppresse a partire dagli anni '70 del Settecento da Pietro Leopoldo fino alle soppressioni napoleoniche del 1808.
Nel 1861 il ministro Francesco De Sanctis disponeva l'unione della Magliabechiana con la Biblioteca Palatina dando vita alla Biblioteca nazionale di Firenze[4]. Dal 1885 la biblioteca assume anche l'appellativo di Centrale. Dal 1870 riceve per diritto di stampa una copia di tutto quello che viene pubblicato in Italia.
Durante i lavori del XIII Comitato per la protezione dei beni in caso di conflitto armato, che si è svolto a Parigi presso la sede dell'UNESCO il 6 e 7 dicembre 2018, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, è stata iscritta nella lista dei beni culturali sottoposti a protezione rafforzata in caso di conflitto armato, prevista dal II Protocollo del 1999 della convenzione UNESCO dell'Aja del 1954.[5] L'iscrizione nella lista comporta l'immunità: in caso di conflitto armato i siti debitamente contrassegnati con lo scudo blu della Convenzione non possono essere oggetto di attacchi né essere utilizzati per fini militari.[5]
La sedeModifica
Originariamente la Biblioteca aveva sede, come tutti gli uffici pubblici dell'amministrazione granducale, nei locali del complesso degli Uffizi. Dopo il trasferimento della capitale a Firenze iniziarono le ipotesi di trasferire la biblioteca in spazi adeguati; nel 1892 il bibliotecario Desiderio Chilovi e l'architetto Mansueti presentarono un progetto per i 2.700 metri quadrati concessi dallo Stato in un'area accanto a Piazza dell'Olio[6], un altro progetto ipotizzò lo spostamento in un edificio posto tra via Vacchereccia e Por santa Maria[7].
Successivamente fu ipotizzata dal Comune la sua collocazione tra via Pellicceria, Via Porta rossa e Via dei Sassetti. Nel 1902, individuata definitivamente l'area accanto alla chiesa di Santa Croce, fu bandito un concorso per la sua progettazione; i lavori iniziarono nel 1911 su progetto dell'architetto Cesare Bazzani, successivamente ampliato dall'architetto Vincenzo Mazzei[8] e terminarono nel 1935[9]. La costruzione del complesso, uno dei rari esempi di edilizia bibliotecaria, impiegò le energie cittadine di tutto il primo trentennio del Novecento, dal 1911, con l'interruzione dovuta alla prima guerra mondiale. Il luogo scelto per la costruzione era una superficie di 10 000 metri quadrati, occupata all'epoca dalla caserma dei Cavalleggeri e compresa tra il complesso di Santa Croce, il fiume Arno e delimitata a sud dal corso dei Tintori, una dislocazione che si rivelerà tristemente sbagliata in occasione dell'alluvione di Firenze. La prima parte ad essere completata (1929) fu quella della "Tribuna dantesca e galileiana" posta in angolo, quindi una parte più monumentale che funzionale; mentre le sale di lettura erano provvisoriamente collocate nel locale della libreria dell'ex convento di Santa Croce.
Il complesso fu inaugurato il 30 ottobre del 1935, ma sin dall'inaugurazione dell'edificio furono notate alcune carenze riguardo ad alcune funzioni, come gli uffici per il personale o una sede per la sezione rari ed incunaboli, anche a causa della mancata realizzazione di un secondo corpo, previsto nel progetto Bazzani. Tale porzione fu realizzata solo nel 1962 su progetto dell'architetto Mazzei, con la congiunzione dell'ala ovest dell'edificio con il complesso del chiostro di Santa Croce. Altre parti del progetto originario non furono mai realizzate, per le critiche all'architettura ed anche per motivi economici, come l'ampia piazza davanti alla facciata e prospiciente l'Arno, per la quale erano state scolpite le due statue di Dante e Galileo che oggi sono incassate nelle due torrette in cima alla facciata; inoltre si eliminò un attico previsto sulla facciata e tre dei sei magazzini previsti; l'ala nord-ovest avrebbe dovuto avere una facciata simile a quella sull'Arno, ma non fu mai realizzata. L'edificio monumentale, in stile eclettico con qualche accenno Liberty, fu molto criticato, soprattutto per la facciata con le torrette che, al pari dei discussi campanili di San Pietro di Bernini, furono soprannominate "le orecchie dell'architetto".
Gli spazi interni sono organizzati secondo due assi che si incrociano nell'ampia e monumentale sala di distribuzione: quello parallelo al fiume con gli uffici, le sale per i periodici e le sale di lettura, di distribuzione e dei cataloghi, e quello che dal portico d'ingresso porta sul retro dove ci sono i magazzini librari. L'impianto fortemente classicheggiante presenta numerosi archi e colonne ed uno scalone monumentale. Il salone di lettura, a pianta rettangolare, è caratterizzato da arcate sorrette da colonne con capitelli ionici[10].
Alluvione del 4 novembre 1966Modifica
Con l'alluvione di Firenze del 1966 la biblioteca divenne il triste simbolo nel mondo, assieme al Crocifisso di Cimabue del vicino convento di santa Croce, dei danni irreparabili inflitti al patrimonio culturale della città dalla catastrofe naturale.
A causa della sua vicinanza al fiume, gli interni dell'edificio furono completamente allagati fino all'altezza di sei metri; in particolare andarono sommersi i depositi sotterranei. I gravissimi danni, in particolare all'intera emeroteca, alla preziosa raccolta delle Miscellanee, al fondo Magliabechiano, al fondo Palatino e a numerose altre raccolte, nonché a tutti i cataloghi a schede e a volume, all'apparato bibliografico delle sale di lettura e agli arredi, furono in parte arginati dal tempestivo aiuto dei cosiddetti Angeli del Fango, un esercito di volontari provenienti da tutto il mondo che lavorò instancabilmente, nel freddo di novembre e in condizioni precarie senza corrente elettrica, per salvare il salvabile, recuperando i libri e mettendoli temporaneamente al sicuro in attesa di un possibile restauro. Il direttore della BNCF di allora, Emanuele Casamassima, liquidò il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, venuto in visita ai luoghi del disastro, con la laconica frase "Presidente, ci lasci lavorare".[11]
Una parte rilevante dei fondi danneggiati è stata così recuperata ad opera del Centro di restauro creato per l'occasione, ma una parte consistente del patrimonio librario è andata definitivamente distrutta.
Nel portico d'ingresso si trova una targa dettata da Bruno Migliorini nel 1967 per ricordare gli Angeli del fango, i volontari che operarono per salvare il patrimonio fiorentino dopo l'alluvione di Firenze:
IN QVESTA BIBLIOTECA |
Nel novembre 2006 ha accolto le celebrazioni per i quarant'anni dell'opera di aiuto degli Angeli del Fango durante l'alluvione di Firenze.
Servizi bibliograficiModifica
Con il Regolamento organico del 1885, alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze venne attribuito il compito di documentare la produzione editoriale nazionale. Nasceva così nel 1886 il "Bollettino delle pubblicazioni italiane ricevute per diritto di stampa", diventato poi a partire dal 1958 Bibliografia nazionale italiana. Nel 1957 è stato pubblicato il Catalogo cumulativo, repertorio che raccoglie tutte le segnalazioni bibliografiche contenute nelle annate del Bollettino[12].
La BNCF è stata sede pilota nella creazione del Servizio Bibliotecario Nazionale volto alla automazione dei servizi bibliotecari e alla costruzione di un indice nazionale delle raccolte librarie possedute dalle biblioteche italiane. Nella sala di ricerca i cataloghi cartacei sono stati sostituiti da circa un decennio da computer, con i cataloghi interamente consultabili su internet.
AutomazioneModifica
La Biblioteca è stato un importante punto di riferimento per il processo di automazione delle biblioteche italiane. Negli anni '60 Diego Maltese avvia la sperimentazione del trasferimento delle schede del Bollettino delle pubblicazioni italiane ricevute per diritto di stampa dalla BNCF su nastri per produrre i 41 volumi del Catalogo cumulativo (CUNI). Da quella esperienza, ed in collegamento con l'Istituto Europeo di Fiesole, nasce il gruppo che con l'ICCU guidato da Angela Vinay progetta il Servizio bibliotecario nazionale (SBN).[13]
DirettoriModifica
- Atto Vannucci: 1861 - 1862
- Giuseppe Canestrini: 1862 - 1870
- Luigi Passerini Orsini de Rilli: 1871 - 1877
- Torello Sacconi: 1877 - 1885
- Desiderio Chilovi: 1885 - 1905
- Salomone Morpurgo: 1905 - 1923
- Paolo Bersotti: 1923 - 1924 (reggente)
- Angelo Bruschi: 1924 - 1933
- Domenico Fava: 1933 - 1936
- Anita Mondolfo: 1936 - 1937
- Antonio Boselli: 1937 - 1944 (in aspettativa dal 1941)
- Anna Saitta Revignas: 1941 - 1945 (reggente)
- Anita Mondolfo: 1945 - 1953
- Irma Merolle Tondi: 1953 - 1956
- Alberto Giraldi: 1956 - 1964
- Benvenuto Righini: 1964 - 1965
- Emanuele Casamassima: 1965 - 1970
- Anna Maria Giorgetti Vichi: 1970 - 1973
- Pietro Puliatti: aprile-giugno 1973
- Maria Luisa Garroni: 1973 - 1976
- Diego Maltese: 1976 - 1979
- Anna Lenzuni: 1980 - 1988
- Carla Guiducci Bonanni: 1988 - 1995
- Gloria Cerbai (reggente): 1995 - 1996
- Antonia Ida Fontana: 1996 - 2010
- Maria Letizia Sebastiani: 2010 - 2015
- Luca Bellingeri: dal 2015[14]
MostreModifica
La mostra “Cinema to grafica” raccolse, nel 1995, manifesti, riviste, programmi di rassegne cinematografiche, notiziari su cinema, bollettini e il resto del materiale cinematografico conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Galleria d'immaginiModifica
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La galleria di distribuzione
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La sala prestito
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La rotonda
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La cupola della Tribuna
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Esterno della rotonda
NoteModifica
- ^ Ministero per i beni e le attività culturali e il paesaggio. Direzione generale Bilancio Servizio III. Vigilanza ed erogazioni liberali. Ufficio di statistica. Rilevazione 2013.
- ^ Maria Mannelli Goggioli, La Biblioteca Magliabechiana. Libri, uomini, idee per la prima biblioteca pubblica a Firenze, Firenze, Olschki, 2000, pp. 45-48.
- ^ Maria Mannelli Gogglioli, La Biblioteca Palatina Mediceo Lotaringia ed il suo catalogo, in Culture del testo, n. 3 (settembre-dicembre 1995), Firenze, Titivillus, 1995.
- ^ Decreto del 22 dicembre 1861
- ^ a b Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze nella lista UNESCO dei beni protetti in caso di guerra, su librari.beniculturali.it. URL consultato il 3 aprile 2019.
- ^ Desiderio Chilovi e Alessandro Papini, Il nuovo palazzo per la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, Firenze, Ermanno Loescher, 1892.
- ^ Arnaldo Ginevri, Il nuovo palazzo per la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, Firenze, Tipografia Barbera, 1897.
- ^ Pio Piacentini, Marcello Piacentini e Giuliano Bonazzi, Di un edificio per la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Roma, 1903.
- ^ Domenico Fava, Il trasporto e la sistemazione della Biblioteca nazionale centrale di Firenze nella nuova sede (Luglio-Ottobre 1935). : Relazione a S. E. il ministro della educazione nazionale, 2ª ed., Firenze, 1937.
- ^ La Biblioteca. Notizie storiche. Costruzione dell'edificio della Biblioteca Nazionale, su bncf.firenze.sbn.it. URL consultato il 2 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2016). e Paola Pirolo e Antonio Giardullo
- ^ Silvia Messeri e Sandro Pintus, 4 novembre 1966: l'alluvione a Firenze, Ibiskos Editrice Risolo, 1º gennaio 2006, p. 94, ISBN 978-88-546-0219-9. URL consultato il 13 febbraio 2016.
- ^ Presentazione del CD-Rom CUBI, su bncf.firenze.sbn.it. URL consultato il 16 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2010).
- ^ Susanna Peruginelli (con la collaborazione di Alessandro Canonici, Maria Paola Giliberto, Dina Pasqualetti), Dal progetto ANNAMARC a SBN Web. L’automazione in BNCF dal 1967 a oggi, su storia.bncf.firenze, BNCF, dicembre 2011. URL consultato il 4 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2017).
- ^ Direttori della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, su aib.it, 18 dicembre 2015.
BibliografiaModifica
- Luigi Passerini Orsini de' Rilli, Cenni storico-bibliografici della R. Biblioteca nazionale di Firenze, Firenze, Coi tipi di M. Cellini e c., 1872.
- Gian Luca Corradi, 22 dicembre 1861: un Regio Decreto costituisce il nucleo portante della Biblioteca Nazionale, su Portale Storia di Firenze, Dicembre 2015. URL consultato il 15 ottobre 2017.
- Paola Pirolo e Antonio Giardullo, L'edificio della Biblioteca nazionale centrale di Firenze. catalogo della mostra al Forte Belvedere, ottobre-novembre 1986, Firenze, Karta, 1986.
- G. Ratti, Dal libro alla biblioteca. Le biblioteche italiane, Alessandria, Dell'Orso, 1993
- L'edificio della Biblioteca nazionale centrale di Firenze. Catalogo della Mostra. Firenze, Forte di Belvedere, ottobre-novembre 1986, Firenze, Karta, 1986.
- Borsi F., L'architettura dell'unità d'Italia, 1966
- Cozzi M., Carapelli G., Edilizia in Toscana nel primo Novecento, 1993
- Clementina Rotondi, La Biblioteca nazionale di Firenze dal 1861 al 1870, Firenze, Associazione italiana biblioteche. Sezione toscana, 1967.
- Clementina Rotondi, La Biblioteca nazionale di Firenze : dalla sua costituzione ai primi anni del '900, Firenze, Olschki, 1985.
- Gobbi G., Itinerari di Firenze moderna 1987
- Rotondi C. Progetti e polemiche per la nuova sede della Biblioteca Nazionale di Firenze tra la fine dell'800 e i primi anni del '900, 1978
- Cresti C., Firenze capitale mancata. Architettura e città dal piano Poggi a oggi, Milano 1995
- Maria Mannelli Goggioli, La Biblioteca Palatina Mediceo Lotaringia ed il suo catalogo, in Culture del testo, n. 3 (settembre-dicembre 1995), Firenze, Titivillus, 1995.
- Elisa di Renzo, Una biblioteca, un'alluvione. Il 4 novembre 1966 alla Nazionale di Firenze: storia di un'emergenza, introduzione di Neil Harris, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2009, ISBN 978-88-7812-201-7
- 1861/2011: l'Italia unita e la sua Biblioteca - Catalogo della mostra tenuta a Firenze nel 2011-2012, Firenze, Polistampa, 2011, ISBN 978-88-596-1018-2.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su bncf.firenze.sbn.it.
- Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale di-, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze / Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (altra versione) / Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, su Structurae.
- Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, su Anagrafe delle biblioteche italiane, Istituto centrale per il catalogo unico.
- Storia della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, su storia.bncf.firenze.sbn.it.
- Il Re inaugura, con il Ministro dell'educazione nazionale, la nuova Biblioteca Nazionale di, su YouTube, Istituto Luce Cinecittà, 15 giugno 2012. URL consultato il 5 luglio 2019.
- Cinque minuti nella Biblioteca nazionale di Firenze, su YouTube, Istituto Luce Cinecittà, 15 giugno 2012. URL consultato il 5 luglio 2019.
- 4 milioni di libri, su YouTube, Istituto Luce Cinecittà, 30 giugno 2012. URL consultato il 5 luglio 2019.
- La biblioteca nazionale di Firenze, opera del regime fascista., su YouTube, Istituto Luce Cinecittà, 15 giugno 2012. URL consultato il 5 luglio 2019.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 143744216 · ISNI (EN) 0000 0001 2331 5054 · SBN CFIV004270 · BAV 494/6518 · ULAN (EN) 500304810 · LCCN (EN) n83160011 · GND (DE) 1003299-X · BNE (ES) XX90631 (data) · BNF (FR) cb118844890 (data) · J9U (EN, HE) 987007258742705171 · NSK (HR) 000117336 · WorldCat Identities (EN) lccn-n83160011 |
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