Caproni Ca.5

biplano Ingg. De Agostini
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Il Caproni Ca.5 fu il quinto aeroplano progettato e costruito dal pioniere dell'aviazione trentino Gianni Caproni. Si trattava di un biplano con un singolo motore traente e impennaggi in coda; era privo della fusoliera, in luogo della quale si trovavano due tubi metallici (collegati da alcuni montanti verticali) i quali formavano la trave di coda che sosteneva gli impennaggi. Compì alcuni voli di prova nella prima metà del 1911.

Caproni Ca.5
Descrizione
TipoBiplano pionieristico
Equipaggio1
ProgettistaBandiera dell'Italia Gianni Caproni
CostruttoreBandiera dell'Italia Ingg. De Agostini & Caproni Aviazione[1]
CantieriVizzola Ticino[2]
Data primo volo1911[3]
Esemplari1
Dimensioni e pesi
StrutturaLegno e tubi metallici[4]
Lunghezza9,86 m
Apertura alare12,50 m
RivestimentoTela
Superficie alare55
Peso a vuoto500 kg
Propulsione
MotoreUn Rebus da 4 cilindri in linea
Potenza50 CV (36,8 kW)

I dati sono tratti da Aeroplani Caproni[5]
salvo diversa indicazione

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Storia del progetto

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Vista laterale del Caproni Ca.5; si noti il profilo alare a doppia curvatura, il motore e l'elica in posizione traente, il peculiare sistema con cui i comandi del pilota venivano trasmessi alle superfici di controllo.

Il Caproni Ca.5 faceva parte della serie di aeroplani sperimentali che Gianni Caproni progettò, costruì e sperimentò in Lombardia tra il 1910 e il 1911. La sua costruzione fu successiva all'incontro di Caproni con l'ingegner Agostino De Agostini (incontro che aveva dato vita alla società "Ingg. De Agostini & Caproni Aviazione") e al trasferimento delle officine a Vizzola Ticino (dove era già presente un hangar e un piccolo campo di volo appartenenti al pilota Gherardo Baragiola, proprietario di un monoplano Blériot XI).[6]

Tecnica

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Il Ca.5 era complessivamente simile al suo predecessore Ca.4, del quale conservava la configurazione complessiva e il caratteristico profilo alare a doppia curvatura. Rispetto al modello che l'aveva preceduto, tuttavia, presentava almeno due differenze significative: le ali erano dotate di un sistema di svergolamento alare per il controllo del rollio in luogo degli alettoni dei modelli precedenti; inoltre, l'aumento della carreggiata del carrello d'atterraggio consentì di eliminare le due ruote stabilizzatrici, collocate sotto le estremità alari, che avevano caratterizzato il Ca.4.[3]

Impiego operativo

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Il velivolo venne provato in volo nei primi mesi del 1911, ai comandi di Baragiola e dello stesso Caproni; tali prove però diedero risultati deludenti, soprattutto perché il profilo alare a doppia curvatura si rivelò molto meno efficiente del previsto.[3]

  1. ^ Rosario Abate, Gregory Alegi, Giorgio Apostolo, Aeroplani Caproni – Gianni Caproni ideatore e costruttore di ali italiane, Museo Caproni, 1992, p. 8, ISBN non esistente.
  2. ^ Abate, Alegi, Apostolo, pp. 8, 15.
  3. ^ a b c Giovanni Celoria, Tre anni di aviazione nella brughiera di Somma Lombardo (5 aprile 1910 – 5 aprile 1913), Milano, Stab. Tip. Unione Cooperativa, 1913, p. 157, ISBN non esistente. (Ristampato in edizione anastatica a cura di Romano Turrini, Trento, Il Sommolago – Museo dell'Aeronautica G. Caproni – Comune di Arco, 2004).
  4. ^ Caproni Ca.6, su Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni. URL consultato il 2 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2012).
  5. ^ Abate, Alegi, Apostolo, p. 241.
  6. ^ Abate, Alegi, Apostolo, p. 8.

Bibliografia

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  • Rosario Abate, Gregory Alegi e Giorgio Apostolo, Aeroplani Caproni – Gianni Caproni ideatore e costruttore di ali italiane, Museo Caproni, 1992, ISBN non esistente.
  • Giovanni Celoria, Tre anni di aviazione nella brughiera di Somma Lombardo (5 aprile 1910 – 5 aprile 1913), Milano, Stab. Tip. Unione Cooperativa, 1913, ISBN non esistente.

Voci correlate

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