Carentino

comune italiano

Carentino (Carentén in piemontese) è un comune italiano di 319 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte.

Carentino
comune
Carentino – Stemma
Carentino – Bandiera
Carentino – Veduta
Carentino – Veduta
Palazzo Municipale
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Alessandria
Amministrazione
SindacoSilvia Barbara Celoria (lista civica) dal 25-5-2014
Territorio
Coordinate44°49′47″N 8°28′21″E / 44.829722°N 8.4725°E44.829722; 8.4725 (Carentino)
Altitudine160 m s.l.m.
Superficie9,79 km²
Abitanti319[1] (31-05-2023)
Densità32,58 ab./km²
Comuni confinantiBergamasco, Borgoratto Alessandrino, Bruno (AT), Frascaro, Gamalero, Mombaruzzo (AT), Oviglio
Altre informazioni
Cod. postale15026
Prefisso0131
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT006031
Cod. catastaleB765
TargaAL
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 617 GG[3]
Nome abitanticarentinesi
Patronosanta Maria Assunta
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Carentino
Carentino
Carentino – Mappa
Carentino – Mappa
Mappa del Comune di Carentino all'interno della Provincia di Alessandria
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Il paese sorge nella valle del fiume Belbo ad un'altitudine di 160 metri sul livello del mare.

Storia modifica

Il circondario di Carentino era già abitato nell'età neolitica. Durante la costruzione della linea ferroviaria Alessandria-Nizza Monferrato (nella seconda metà del XIX secolo) vennero rinvenute armi di pietra. I primi documenti scritti risalgono alla seconda metà del XII secolo. A quel tempo il marchese Alberto d'Incisa, di ritorno dalla Puglia diede un ordine giuridico al suo piccolo Marchesato. Documenti del 27 gennaio 1203 narrano di un atto di divisione del patrimonio di Alberto tra i suoi figli. Nel 1364 i marchesi di Incisa si legavano, attraverso un patto di alleanza, ai duchi di Milano. E nella metà del XV secolo, durante la guerra tra Milano e Monferrato, le milizie monferrine invasero la valle del Belbo occupando Carentino che veniva affidato agli Incisa con la pace di Lodi (1454). Nel secolo XVI la peste rifece la sua comparsa tra la piccola comunità come già era avvenuto nella seconda metà del Trecento. I Gonzaga vendettero nel 1589 il marchesato di Incisa a Michele Peretti, nipote del papa Sisto V. Il Peretti però oppresse gli abitanti con violenze, soprusi e vessazioni. Nel marzo dell'anno 1605 il marchesato passò a Vincenzo Gonzaga il quale il 13 ottobre 1606 vendeva poi il feudo di Carentino a Lodovico Fini, smembrandolo dal marchesato d'Incisa. Infeudato al conte Guido Francesco Porta di Acqui, il 26 dicembre 1632; passò successivamente a Nicolao Faà, marchese di Bruno tramite una donazione il 30 marzo 1653 in favore della figlia naturale Laura Maria che aveva sposato il marchese Nicolao. La donazione fu resa valida il 31 maggio 1672 dal duca Ferdinando Gonzaga con l'atto di investitura. Il 3 giugno 1681, alla morte di Nicolao il contado di Carentino continuò ad essere sottomesso ai marchesi di Bruno fino all'anno 1704 dai Gonzaga. In quegli anni era in corso la guerra di successione spagnola alla quale poneva fine la vittoria dell'esercito sabaudo sulla Francia nella battaglia di Torino del 6 settembre 1706. Nel 1708 l'imperatore Giuseppe I, con diploma del 30 giugno, dichiarava decaduto dai feudi il duca di Mantova e concedeva Carentino al possesso del Monferrato, secondo accordi conclusi con il duca Vittorio Amedeo II, il quale, l'8 luglio 1709, confermava l'investitura dei feudi al marchese di Bruno Antonino Faà. Il governo sabaudo tramite riforme portò gradualmente all'abolizione dei privilegi goduti dalla classe feudale.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 26 luglio 2002.[4] Lo stemma è partito: la seconda partizione riprende l'emblema del Marchesato di Incisa che era d'azzurro a nove stelle d'oro: 3, 3, 2, 1.

Il gonfalone è un drappo partito d'azzurro e di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[5]

Cultura modifica

Biblioteche modifica

È presente la biblioteca civica Luigi Rava, fondata nel 1995 con un patrimonio letterario di circa 500 volumi e opuscoli[6]

Amministrazione modifica

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 gennaio 1986 31 maggio 1990 Michele Olivieri Democrazia Cristiana Sindaco [7]
31 maggio 1990 24 aprile 1995 Michele Olivieri Democrazia Cristiana Sindaco [7]
9 maggio 1995 14 giugno 1999 Michele Olivieri centro Sindaco [7]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Michele Olivieri lista civica Sindaco [7]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Lorenzo Masuelli lista civica Sindaco [7]
8 giugno 2009 7 giugno 2014 Lorenzo Masuelli lista civica Sindaco [7]
26 maggio 2014 in carica Silvia Barbara Celoria lista civica: nuovi orizzonti Sindaco [7]

Altre informazioni amministrative modifica

Nel 1928 Carentino fu inglobato nel comune di Bergamasco, e riacquistò la propria autonomia solo nel 1955.[8]

Galleria d'immagini d'altri tempi modifica

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2017.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Comune di Carentino, Statuto comunale, Art. 5 e Allegati A e B.
  5. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  6. ^ Dato rilevato sul sito http://www.iccu.sbn.it/opencms/opencms/it/ Archiviato il 18 maggio 2016 in Internet Archive.
  7. ^ a b c d e f g http://amministratori.interno.it/
  8. ^ Storia amministrativa del comune di Carentino, su elesh.it.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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