Chionopappus benthamii

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Chionopappus benthamii S.F.Blake, 1935 è una pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Chionopappus benthamii è anche l'unica specie del genere Chionopappus Benth., 1873.[1][2] [3]

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Chionopappus benthamii
Immagine di Chionopappus benthamii mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Vernonioideae
Tribù Liabeae
Sottotribù Paranepheliinae
Genere Chionopappus
Benth., 1873
Specie C. benthamii
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Liabeae
Genere Chionopappus
Specie C. benthamii
Nomenclatura binomiale
Chionopappus benthamii
S.F.Blake, 1935

Descrizione modifica

L'habitus delle pianta di questa voce è arbustivo. I fusti sono tomentoso-aracnoidi e probabilmente non contengono latice.[4][5][6][7][8]

Le foglie in genere sono disposte lungo il fusto in modo opposto e sono fuse nella guaina. La lamina è intera: da lanceolata a ovata con bordi più o meno continui. Le venature sono trinervate. La superficie può variare da liscia a bollosa.

L'infiorescenza, di tipo dicasiale semplice, è formata da capolini di tipo radiato eterogamo. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo (corto o lungo) sorregge un involucro a forma campanulata composto da 50 - 55 squame (o brattee) disposte in circa 5 serie in modo embricato e scalato che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati, disposti a raggiera e quelli interni tubulosi molto più numerosi. Il ricettacolo è formato da pagliette simili a cinghie.

I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori si dividono in due tipi: del raggio e del disco. I fiori del raggio (ligulati e zigomorfi circa 40) sono di solito femminili e fertili. I fiori del disco (tubulosi e actinomorfi da 75 a 125) sono in genere ermafroditi.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[9]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: le ligule delle corolle dei fiori del raggio hanno delle forme da lineari a ellittico-oblunghe (a volte sono ben sviluppate) e terminano con tre denti, sono colorate di rosso e sono glabre; le gole dei fiori del disco sono ampie fin dalla base, mentre i lobi sono allungati e lineari.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[10] Le teche delle antere alla base hanno delle corte code. Il polline è ricoperto da spine in modo uniforme. Il polline è sferico, e tricolporato, echinato.
  • Gineceo: lo stilo è filiforme, mentre gli stigmi dello stilo sono due, brevi e divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi in genere sono corti e filiformi ed hanno la superficie stigmatica (papille) interna. La parte superiore dello stilo può essere pelosa (quella basale è glabra).[11]

I frutti sono degli acheni con pappo. La forma dell'achenio varia da oblunga a prismatica a 8 - 10 coste; la superficie è minutamente setolosa. Gli acheni contengono dei rafidi allungati. Il pappo, persistente, più o meno a due serie, è formato da 8 - 10 setole piumose.

Biologia modifica

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti le brattee dell'involucro possono agganciarsi ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat modifica

La distribuzione delle piante di questa specie è relativa al Perù.[7]

Tassonomia modifica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi[12], oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]

Filogenesi modifica

Le piante di questa voce appartengono alla tribù Liabeae della sottofamiglia Vernonioideae. Questa assegnazione è stata fatta solo ultimamente in base ad analisi di tipo filogenetico sul DNA delle piante.[15] Precedenti classificazioni descrivono queste piante nella sottofamiglia Cichorioideae oppure (ancora prima) i vari membri di questo gruppo, a dimostrazione della difficoltà di classificazione delle Liabeae, erano distribuiti in diverse tribù: Vernonieae, Heliantheae, Helenieae, Senecioneae e Mutisieae.[7][8]

Le seguenti caratteristiche sono condivise dalla maggior parte delle specie della tribù:[7]

  • nei fusti è frequente la presenza di lattice;
  • le foglie hanno una disposizione opposta e spesso sono fortemente trinervate con superfici inferiori tomentose;
  • il colore dei fiori del raggio e del disco sono in prevalenza gialli o tonalità vicine;
  • le corolle del disco sono profondamente lobate;
  • le basi delle antere sono calcarate;
  • le superfici stigmatiche sono continue all'interno dei rami dello stilo;
  • il polline è spinoso e sferico.

Il genere di questa voce è descritto nella sottotribù Paranepheliinae H. Rob., 1983, una delle quattro sottotribù di Labieae. La sottotribù si trova nel "core" della tribù, e insieme alla sottotribù Munnoziinae formano un "gruppo fratello" (entrambe le sottotribù sono state le ultime a divergere).[8][16] Il genere Chionopappus all'interno della sottotribù fa parte di un gruppo monofiletico formato dai genere Erato, Philoglossa e Chionopappus. In particolare la specie di questa voce gli altri due generi forma un "gruppo fratello".[17]

Le specie di questo genere sono individuate dai seguenti caratteri:[7]

  • il portamento varia da subarbustivo a arbustivo;
  • il ricettacolo è formato da pagliette;
  • il colore della corolla è rosso;
  • gli acheni sono prismatici a 8 - 10 coste;
  • il pappo, persistente, è formato da setole piumose.

In precedenti ricerche questo genere era descritto all'interno della sottotribù Liabinae o anche Munnoziinae.[7] Recenti studi filogenetici sul DNA delle specie della tribù hanno tuttavia rimesso in discussione le circoscrizioni delle due sottotribù Munnoziinae e Paranepheliinae in quanto in alcuni conteggi del DNA i generi Erato, Chionopappus e Philoglossa risultano formare con le specie della sottotribù Munnoziinae un "gruppo fratello" rendendo così le due sottotribù parafiletiche.[16]

Il numero cromosomico delle specie di questo gruppo è: 2n = circa 18.[7]

Note modifica

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 27 agosto 2021.
  3. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 27 agosto 2021.
  4. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  5. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  6. ^ Judd 2007, pag.517.
  7. ^ a b c d e f g Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 177.
  8. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 419.
  9. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  10. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  11. ^ Judd 2007, pag. 523.
  12. ^ Judd 2007, pag. 520.
  13. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  14. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  15. ^ Susanna et al. 2020.
  16. ^ a b Gutierrez et al. 2019.
  17. ^ Funk et al. 2012.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Generi di Asteraceae

Altri progetti modifica

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