Damien de Martel, marchese de la Porte

ammiraglio francese
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Damien de Martel, marchese de La Porte (Le Bec-Hellouin, 1607Arpajon, 30 aprile 1681), è stato un ammiraglio francese.

Damien de Martel
NascitaLe Bec-Hellouin, 1607
MorteArpajon, 30 aprile 1681
Religionecattolicesimo
Dati militari
Paese servito Regno di Francia
Forza armata Marina militare francese
Anni di servizio16251673
GradoContrammiraglio
GuerreLotta contro i pirati barbareschi
Guerra di Candia
Guerra d'Olanda
BattaglieSpedizione di Djidjelli
Battaglia di Cherchell
Spedizione di Candia
Battaglia di Schooneveld
Battaglia di Texel
fonti nel testo
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Biografia modifica

I primi anni modifica

Originario di una famiglia nobile della Normandia, Damien de Martel era figlio terzogenito di Jacques de Martel, signore di Tenuel, e di Marguerite de Tenel. La sua condizione di terzogenito gli imporrà la carriera ecclesiastica nell'Ordine di Malta dove entrerà il 4 giugno 1625 ma non pronunciò mai i voti dell'ordine.

La carriera modifica

La carriera nella marina reale francese modifica

Damien de Martel ottenne il brevetto di capitano di vascello nel 1637, divenendo caposquadra nel 1642 e tenente generale della flotta di Ponente nel 1656, il più alto grado della marina reale all'epoca[1].

Damien de Martel sposò il 2 luglio 1652 a Rennes Judith Champion, figlia di Charles Champion, signore e barone di Cicé, consigliere del re al Parlamento di Bretagna e di sua moglie, Judith Thevin. Nel 1658, Damien de Martel acquistò il feudo "de la Porte e sue dipendenze" compreso il grande hôtel de Léouville. Nel 1660, la signoria de La Porte venne elevata a marchesato in suo favore.

Missioni nel Mediterraneo e spedizione di Candia (giugno-luglio 1669) modifica

Nel 1664, il marchese di Martel si segnalò durante la spedizione del duca di Beaufort contro gli algerini. Il 24 agosto 1665 partecipò, al comando della nave Princesse con 66 cannoni e 500 uomini d'equipaggio, alla presa di una squadra algerina ad opera di Beaufort presso Cherchell. Coinvolto nel 1666 nella campagna di Ponente, comandò il vascello Le Dauphin[2], con 54 cannoni. Il marchese di Martel comandò Le Courtisan, 72 cannoni, durante la spedizione di soccorso inviata alla città di Candia durante l'assedio dei turchi nel 1648. Questa spedizione, comandata ancora una volta dal duca di Beaufort, partì dalla Francia il 5 giugno 1669. La flotta si unì a piccoli aiuti inviati da Roma e da Napoli, posti agli ordini di Giacomo Rospiglosi, cardinal nipote di Clemente IX.

 
L'assedio di Candia in una mappa del 1667

Quando le due flotte si incontrarono, i rispettivi generali si presentarono:

« La mia flotta, disse Vivonne, è composto dalla Courtisan, con sessanta due cannoni, dalla vice ammiraglia comandata dal marchese de Martel, dalla Force comandata dal capitano de Breteuil.
Questo marchese de Martel è lo stesso che ha fatto la campagna di Gigery col duca diBeaufort, signor conte?
Si, signor balì.
È proprio lui, signor balì, e per fortuna i suoi cannoni potranno spiegarle un po' più chiaramente la sua persona; perché il povero marchese è terribilmente imbarazzato nelle sue parole, ma anche io ammiro il linguaggio della sua artiglieria.[3]

La flotta franco-napoletana, forte di 31 navi e 6000 uomini d'equipaggio, giunse davanti a Candia il 16 giugno di quell'anno. Alla fine del mese vennero lanciati i primi assalti contro la città assediata nel corso dei quali il marchese de Martel si distinse per coraggio davanti al nemico. In una lettera inviata al re, il duca di Vivonne scrisse:

«Sarà difficile […] comunicare a Vostra Maestà il risultato di questo scontro, perché tutti i capitani dei vascelli e delle galere hanno fatto tutti il loro servizio con egual valore; e di tutto questo posso rassicurare Vostra Maestà, ma soprattutto non posso non citarVi il valore dimostrato dal marchese de Martel[4]

Nel 1670, Luigi XIV concesse al marchese de Martel il comando di una squadra naval composta da dieci bastimenti[5], per punire gli algerini nel Mediterraneo. Al comando de La Thérèse, il marchese de Martel lasciò Tolone all'inizio di gennaio. La caccia ai corsari lo portò sino a La Goletta per l'attacco. Gli "infedeli" si sottomisero e chiesero la pace in breve tempo ed il marchese decise di concederla solo a condizioni molto dure da accettare: de Martel chiese che tutti i vascelli catturati ai francesi fossero restituiti così come esigette la liberazione dei trecento schiavi, di cui cinquantatré erano cavalieri di Malta. Martel concluse un nuovo trattato con gli algerini che ebbe l'approvazione di Luigi XIV che apprese della notizia il 2 marzo successivo per bocca del visconte di Cicé, cognato del marchese de Martel.

Il marchese de Martel, nel 1672, comandò la marina a Tolone. Madame de Sévigné inviò a sua figlia, Madame de Grignan una lettera datata 13 maggio 1672: «Monsieur de Martel ha scritto che sarete ricevuta come la regina di Francia. » La festa si svolse a metà di maggio del 1672 a bordo della Royal Louis.

La guerra d'Olanda (1672-1678) modifica

 
La battaglia di Texel in un dipinto di Willem Van de Velde le Jeune.

Con la Guerra d'Olanda, de Martel ottenne il comando di una divisione della flotta franco-inglese diretta dal principe Rupert del Reno e dal conte d'Estrées. Presenziò alla battaglia di Schooneveld il 17 giugno 1673 e ad un combattimento a Texel, il 21 agosto 1673 a bordo della Royal Thérèse, di 80 cannoni, combattimenti nel corso dei quali seppe distinguersi. Il suo senso della disciplina ad ogni modo lasciava alquanto desiderare se, in particolare durante la campagna del 1672-1673, entrò in conflitto violento con l'ammiraglio d’Estrées, suo superiore, che l'accusò in una lettera inviata dall'Inghilterra a Jean-Baptiste Colbert d'aver "disonorato la nazione".

Lo scrittore seicentesco Gatien de Courtilz de Sandras disse a tal proposito:

«[…] Nessuno si è distinto più gloriosamente del marchese de Martel, contrammiraglio di Francia, a cui gli inglesi e gli olandesi non potevano che tributare onori per aver catturato personalmente quattro navi, con addosso gran parte della flotta nemica mirata a distruggerlo. Per quanto il re fosse ad ogni modo felice di questi successi, non mancò al suo ritorno di farlo arrestare perché aveva disobbedito al conte d'Estrees. Per questo principe che aveva ripristinato la disciplina a bordo della sua armata, Martel venne gravemente punito per averla disattesa e per non essere stato al rigore dei suoi ordini.[6]

Seignelay, figlio del « Grand Colbert » lesse questa lettera a Luigi XIV che chiese al suo primo ministro di punire l'ufficiale indisciplinato:

«Vostro figlio mi ha letto la lettera ricevuta dall'Inghilterra. Martel merita una punizione esemplare se ha fatto quello che si dice. Deve sapere, al fine di rendere giustizia, che per gli ufficiali di marina non esistono partiti e non si può disobbedire a chi comanda[7]

De Martel venne inviato alla Bastiglia il 31 ottobre 1673. Il conte de Bussy-Rabutin scrisse a tal proposito nelle sue Mémoires :

«L'ultimo giorno di ottobre del 1673, venne imprigionato alla Bastiglia, Martel, il tenente generale di marina, per essere entrato in contrasto col conte d'Estrées, vice ammiraglio, e per non essere stato in grado di battere gli olandesi nelle battaglie di questa campagna militare; e sarò contento di narrare anche le cause della loro lite. Martel è un vecchio ufficiale di marina che prima di raggiungere il grado che ha raggiunto è passato attraverso tutti i gradi: coraggioso e conoscitore del mare, la cosa per lui più fastidiosa era obbedire al conte Estrées, soprattutto quando il re lo nominò vice ammiraglio; perché, per quando si trattasse anch'egli di un uomo coraggioso che aveva lavorato anche per altri eserciti, Martel non credeva ne sapesse più di lui sulla navigazione e per questo aveva risentimenti nel rispettarlo. Il casus belli fu proprio un ordine inviato dal d'Estrées al de Martel che quest'ultimo disattese e, per quanto il vecchio lupo di mare abbia solitamente la precedenza sul novello generale, è la guerra a dare piena autorità al comandante, senza il quale quotidianamente si avrebbero mille disagi[8]

Il biografo e storico della marina del XIX secolo, Léon Guérin, disse a tal proposito:

«Si ignora comunemente che la detenzione del marchese de Martel nella prigione della Bastiglia sia durata quasi due anni, il tutto per causa di una lettera insolente scritta il giorno dopo la battaglia (22 agosto), a Colbert, a nome del vice ammiraglio Estrées, il quale era intenzionato a punire il tenente generale per il valore con cui aveva agito pur contravvenendo agli ordini del suo superiore[9]

Gli ultimi anni modifica

Liberato per ordine del re che gli riconobbe di essere stato imprigionato senza motivo, morì il 30 aprile 1681 a Châtres, frazione di Arpajon e venne sepolto il 3 maggio successivo nella chiesa di Autruy alla presenza di Louis Charles Henri de Martel de Rénac e Jean Damien de Martel, suoi figli, e di Louis Champion, abate di Cicé, suo cognato.

Note modifica

  1. ^ Abraham Duquesne, sarà nominato tenente generale nel 1667.
  2. ^ Che per l'occasione venne rinominato Le Vermandois e presterà servizio anche nella Guerra d'Olanda.
  3. ^ Eugène Sue, Histoire de la marine française, vol. 2, F. Bonnaire, 1835, p. 159-160
  4. ^ Eugène Sue, Histoire de la marine française, vol. 2, F. Bonnaire, 1835, p. 186
  5. ^ Le Thérèse, Le Saint Esprit, Le Brusque, Le Joly, La Syrène, Le Croissant,Le Bienvenu, L'Inquiet un flûte, un brûlot e una tartana.
  6. ^ Gatien de Courtilz de Sandras, Histoire de la Guerre de Hollande, La Haye, chez Henri van Bulderen, marchand libr., 1689, p. 134.
  7. ^ Jean-Baptiste Colbert, Lettres, instructions et mémoires de Colbert, Imprimerie impériale, 1863, p.240.
  8. ^ Memorie manoscritte e autografe di Bussy-Rabutin, Bibliothèque de l'Institut de France
  9. ^ Léon Guérin, Histoire maritime de France, vol. 1, Morizot, 1861, p. 245.

Bibliografia modifica