In linguistica, un diasistema è un insieme di varietà linguistiche vicine che condividono molte strutture comuni, tanto da poterle descrivere in un grande sistema collettivo di corrispondenze.[1]

Altrimenti detto, un diasistema si compone di idiomi mutualmente comprensibili, sì da poter essere considerati come un unico sistema linguistico nettamente distinto dagli altri: il diasistema è quindi una nozione equivalente a quella della lingua di distanza (in tedesco Abstandsprache).

All'interno di un diasistema, le differenze interne possono attenuarsi nel tempo (per esempio sotto l'effetto di un'unificazione letteraria, culturale o politica) o al contrario accentuarsi, per esempio sotto l'effetto di un isolamento storico o politico, o ancora perché alcune varietà ricevono un'elaborazione separata, che tende a farle percepire come lingue separate dal resto del diasistema: si parla allora di lingua di elaborazione (in tedesco Ausbausprache).

Esempi di diasistemi composti di più lingue di elaborazione:

In filologia un diasistema è, nell'accezione introdotta da Cesare Segre, il risultato di compromesso tra il sistema del testo (S1) e il sistema del copista (S2): D = S1 + S2. Se la copia così ottenuta viene copiata ancora da un altro copista, che avrà un suo sistema (S3), il risultato sarà: D = (S1 + S2) + S3, e così via. La teoria dei diasistemi è di validità generale nei processi storico-culturali[2][3].

  1. ^ Diasistema, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Cesare Segre, cap. 5 - Critica testuale, teoria degli insiemi e diasistema, in Semiotica filologica, Torino, Einaudi, 1979, pp. 53-70, ISBN 88-06-08649-9.
  3. ^ Paolo Divizia, Testo, microtesto, macrotesto e supertesto: per una filologia dei manoscritti miscellanei, in Fréderic Duval, Lino Leonardi e Richard Trachsler (a cura di), Actes du XXVIIe Congrès international de linguistique et de philologie romanes - Section 13: Philologie textuelle et éditoriale, 15-20 juillet 2013, Nancy, ATILF/SLR, 2017, pp. 105-114, ISBN 979-10-91460-29-3. URL consultato il 2 luglio 2018.

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