Discussione:Porta della basilica di San Zeno

Ultimo commento: 1 mese fa, lasciato da Lo Scaligero in merito all'argomento Revisione voce
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Architettura
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EGravissimi problemi relativi alla verificabilità della voce. Fonti assenti o del tutto inadeguate. Presenza o necessità del template {{F}}. (che significa?)
CSeri problemi relativi alla dotazione di immagini e altri supporti grafici nella voce. Mancano alcuni file importanti per la comprensione del tema. (che significa?)
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ridenominazione della voce modifica

La voce, ad oggi, tratta solo delle formelle bronzee della "porta" della basilica, non dell'intero "portale", che comprende anche tutte le parti in muratura quali la lunetta e i rilievi marmorei. Mi pare che sarebbe più corretto se fosse rinominata in porta, come ad esempio, la Porta sud del battistero di Firenze.Carlodell (msg) 15:15, 12 feb 2021 (CET)Rispondi

Ora come ora in effetti tratta solo delle porte, anzi, delle formelle bronzee. La voce è però completamente da rivedere basandosi sulle fonti disponibili (non poche). Il lavoro è in programma (io ho un libro sull'argomento); inizialmente pensavo fosse possibile allargare un po' lo sguardo al portale nel suo complesso, per questo la pagina è stata rinominata in questo modo. Adert secondo te questa voce dovrebbe trattare solo delle formelle bronzee, come opera d'arte, o più in generale del portale? Bisogna ammettere che si tratta di un argomento piuttosto complesso, quindi già solo trattare delle formelle potrebbe portare via molti KB. --Lo Scaligero 16:34, 12 feb 2021 (CET)Rispondi
Ciao! mah, io sarei quasi più per dedicarci alle formelle (che come dicevi tu, già qui ci sarebbe molto da dire). Della lunetta e dei bassorilievi si parla già abbastanza bene nella voce principale della basilica. Qui ci potrebbe stare un approfondimento sulle formelle, che sarebbe esagerato sulla voce principale. Lo so che mi contraddico perché l'avevo creata io questa voce, ma ora penso che questa possa essere la soluzione migliore. Tuttavia, come dice Scaligero, la cosa più importante sarebbe quella di metterci mano seriamente, per me attualmente un po' difficile, sia per le limitazioni all'accesso alle biblioteche, sia per lo scarso tempo. Però è una delle voci su cui mi sono sempre ripromesso di lavorare. Buona giornata! --Adert (msg) 08:09, 18 feb 2021 (CET)Rispondi

Revisione voce modifica

Segnalo che in questi giorni sto completamente revisionando e riscrivendo la voce in base al testo di cui sono in possesso (I maestri dei bronzi di San Zeno di Gian Lorenzo Mellini). L'ampia parte di testo sulle formelle relative alle storie di San Zeno è un po' troppo approfondita rispetto allo stato della voce, ma soprattutto è completamente priva di fonti, per cui almeno temporaneamente la sposto nel cassetto qui sotto:

Le formelle con le storie di San Zeno

Per quelle relative alla vita del santo si è avanzato il nome di Brioloto, ma più genericamente si parla di un anonimo "terzo maestro". Certo son proprio queste le più "moderne" in senso gotico e quelle che in qualche spunto hanno maggior efficacia icastica; per altri appartengono genericamente ad una "prima officina" affine ai modi dei primi del XII secolo e ad una "seconda officina" della fine del XII, inizi XII secolo. Secondo il Puppi, le quattro storie di san Zeno rivelano una particolare fisionomia stilistica "attribuibile ad una distinta personalità rispetto agli autori delle altre formelle, riferibili ad un divulgatore dei modi di Benedetto Antelami attivo al Battistero di Parma" .

Seguendo l'agiografia di Coronato, i riquadri rappresentano: il miracolo del carrettiere salvato dalle acque, San Zeno che pesca e accoglie i messi del re, San Zeno che libera l'ossessa dal demonio, Gallieno che offre al Santo la sua corona. La storia del carrettiere, mancante di una grossa porzione sul lato destro, ha fatto avanzare al Mellini l'ipotesi di una doppia trilogia delle storie, di cui in origine questa sarebbe stata parte. Probabilmente la sezione mancante doveva raffigurare il demonio. Per una forma di "esorcismo", all'epoca non infrequente, la formella fu subito vandalizzata e la figura malefica eliminata. Non essendo praticabile la mera sostituzione di essa in quanto anche la nuova formella probabilmente avrebbe subito la medesima sorte, quella fu accantonata e sostituita con una con nuovo soggetto. Si sarebbero avute così nel tempo due serie di tre elementi ciascuna: una prima, comprendente San Zeno pescatore, il miracolo del carrettiere e dell'ossessa; una seconda in cui il miracolo del carrettiere è sostituito dalla formella con Gallieno che offre la corona al santo. Quell'"avanzo" è collocato al centro del secondo trittico partendo dal basso sul battente di destra, contestualmente alle altre tre storie. Esso rappresenta il carrettiere che cerca di trattenere i buoi, già entrati in acqua, aggrappandosi alla coda di quello alla sua destra, urlante ed agitante un lungo bastone mentre il carro già ha perso due ruote.

Di qualche interesse è il fatto che l'episodio di Nabucodonosor II che condanna i fanciulli alla fornace, opera di un anonimo "primo maestro"; è riportato proprio nella formella a fianco di quella del carrettiere e quindi naturale "pendant" delle storie del santo se si ricorda che tale episodio è usato quale premessa al miracolo della chiesa risparmiata dalla piena narrato da papa Gregorio I.

Sullo stesso registro, a destra di quest'opera, è la formella cronologicamente conclusiva del ciclo, rappresentante il dono della corona. Gallieno, con gesto reverente, offre la sua corona al vescovo mitrato che con la destra regge il bastone pastorale e con la sinistra accenna ad un gesto di meraviglia, di ricusazione o di benedizione. In essa è visibile la traccia di un "pentimento": il re offre la corona con la mano destra, che ha però la morfologia della sinistra, forse frutto di un successivo "girarsi" del personaggio rispetto alla scena di prima ideazione. Immediatamente sopra, è la formella rappresentante l'episodio della figlia dell'imperatore.

La scena si svolge sotto un arco sostenuto da due colonne ed in essa ricorrono tutti i motivi iconografici fin qui più volte visti circa l'ossessione e l'esorcismo: la donna, il cui corpo traspare dalle pieghe delle vesti, torce ad arco verso il santo l'addome, la testa volta all'indietro, mentre un diavoletto antropomorfizzato, con lunga barba terminante in tre punte, con corna e lunga coda che gli si attorciglia tre volte intorno alla gamba destra che termina con uno zoccolo, le esce dalla bocca e sembra fuggire verso l'alto. Un personaggio tonsurato in tonaca e sotto-veste, probabilmente un religioso, trattiene con la destra il moto ossessivo e con la sinistra regge la testa rivolta all'indietro dell'indemoniata. Anche il santo la trattiene, spingendo verso il basso il suo braccio che pare irrigidito mentre con la destra la benedice con indice e medio congiunti. La decorazione del manto del santo è data da un motivo che sembra voler essere fatto a stelle. I più recenti restauri, dopo la pulitura hanno evidenziato coloriture celesti nel fondale. La presenza di tracce di colore in altre formelle, testimonia che in origine le formelle bronzee erano colorate, per cui l'aspetto originario del portale non è quello che appare oggi.

Immediatamente a sinistra di questa scena è la formella col santo intento a pescare in riva all'Adige. San Zeno indossa una semplice tonaca, ampiamente descritta nel drappeggio della parte inferiore, seduto su una sorta di scanno semicircolare. L'autore dell'opera cerca anche di dare l'illusionismo dei pesci rifratti nell'acqua. Schiacciati sullo sfondo, quasi a voler dare la sensazione di un'altra riva, due personaggi, uno visto di fronte, l'altro a tre quarti, osservano il santo con le mani conserte. Un calderone pieno di pesci pende, al centro della formella, da un ipotetico ramo.

La terza delle formelle rettangolari partendo dall'alto, sotto quella raffigurante San Paolo, sulla porta di destra, raffigura, sotto un arco colonnato, San Zeno barbuto, in abito vescovile che con la destra benedice stendendo le prime tre dita e con la sinistra regge il bastone pastorale.

Proseguo con le modifiche. A presto, --Lo Scaligero 20:33, 26 mar 2024 (CET)Rispondi

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