Disegno

lavoro artistico bidimensionale

Il disegno è la rappresentazione grafica di oggetti reali o immaginari, di persone, di luoghi, di figure geometriche fatta con o senza intenti artistici. Il disegno può essere inteso come svago personale, come espressione artistica o come strumento lavorativo, per esempio nel disegno tecnico, industriale, architettonico, ingegneristico. Il disegno tradizionale è solitamente realizzato su una superficie cartacea mediante matite, pastelli, carboncini o pennelli a seconda della tecnica impiegata. Nella modernità il disegno è anche realizzabile attraverso dispositivi elettronici come computer e tavolette dotati di particolari software specifici.

Leonardo da Vinci, studio di figura per la battaglia di Anghiari
Fasi di esecuzione del disegno della testa di una mucca (E. G. Lutz, What to draw and how to draw it, 1913).
Un disegno del pittore Umberto Boccioni dal titolo Controluce (1910), conservato presso la Collezione Ramo di Milano

Materiali da disegnoModifica

I materiali comunemente usati per il disegno d'arte sono matite, pastelli, gessetti, sanguigna, carboncini, di solito su supporto di carta. In genere sono utilizzati senza nessuna preparazione e, a seconda della tecnica seguita dall'artista, possono eventualmente costituire la fase iniziale di una lavorazione più complessa da sovrapporsi al disegno stesso: in questo caso si parla di disegni preparatori, come, per esempio, le sinopie.

Il disegno può essere monocromo o a colori. Nelle tecniche tradizionali l'artista usa i colori puri, senza miscelarli prima di applicarli (mentre nella pittura i colori sono creati mescolando colori di base). La miscelazione a secco sfrutta un effetto ottico: quando i colori sono sovrapposti su uno o più strati precedenti, velatamente percepibili in trasparenza, o quando diversi colori sono tratteggiati con segni ravvicinati, l'occhio li mischia.[1]

Disegno come espressione d'arteModifica

Fino al Seicento, si intendeva il disegno come "il fondamento dell'arte" e prevaleva la sua "linea di contorno" al colore della pittura. Lo studio del disegno non si fermava al tratto, ma si sviluppava attraverso varie discipline, quali la geometria, la prospettiva, l'anatomia, l'architettura, lo studio della luce, lo studio dei colori.

Con il Seicento iniziano anche le raccolte dei disegni effettuati dai vari artisti. Raccolte che sono pervenute fino ad oggi e che dimostrano che comunque il disegno viene prima del "colore".

Con il realismo, l'arte riscatta il colore con la conquista della luce. L'artista, superati i rigorismi dell'anatomia imposta dagli insegnamenti accademici, libera definitivamente la forma e la sua individualità creatrice. E il disegno diviene più che mai espressione della personalità del suo autore, della sua particolare visione del mondo reale, del suo modo di rendere la luce e i suoi contrappunti chiaroscurali sulla bianca superficie di un foglio.[2]

NoteModifica

  1. ^ S. Aliotta, ibid., s.v.
  2. ^ F. Negri Arnoldi e S. Prosperi Valenti Rodinò, ibid., in pp.126-135ff.

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