Distretto di Pieve d'Olmi

distretto della Repubblica Cisalpina nel dipartimento dell'Alto Po

Il distretto di Pieve d'Olmi era il nome di un distretto ideato dal governo giacobino della Repubblica Cisalpina nel dipartimento dell'Alto Po. Come molti enti simili, ebbe una breve durata nel tempo.

Distretto di Pieve d'Olmi
Informazioni generali
CapoluogoPieve d'Olmi
600 abitanti (1771)
Dipendente daDipartimento dell'Alto Po
Suddiviso in39 comuni
(43 dal 1798)
Amministrazione
Forma amministrativaDistretto
Organi deliberativiMunicipalità
Evoluzione storica
Inizio1797
CausaInvasione napoleonica
Fine1805
CausaProclamazione della Repubblica Italiana
Preceduto da Succeduto da
Provincia cremonese inferiore Cantone di Pieve d’Olmi

Storia modifica

La Costituzione della Repubblica Cisalpina progettò un nuovo ordinamento degli enti locali lombardi, partendo dal presupposto di una nuova geografia basata su una razionalizzazione illuministica anziché sui retaggi di secoli di storia. La funzione dei distretti sarebbe divenuto quello di svolgere le più alte funzioni municipali nelle aree di notevole parcellizzazione comunale.[1]

Il distretto in oggetto venne classificato col numero 3.

Definito dalla legge 6 germinale anno VI, l'ente non riuscì ad avere una vera applicazione fino al golpe militare che riversò il governo giacobino sostituendolo con uno più finalizzato ad ottenere risparmi per la guerra. Il distretto, col numero 16, incorporò quattro piccoli territori sul Po che Napoleone aveva tolto al Ducato di Parma, e cioè Brancere, Polesine con Gibello, Sommo con Ottoville al di qua del Po e Stagno Pallavicino.[2]

Territorio modifica

Il territorio del distretto si basava sulle vecchie delegazioni IX e X della provincia di Cremona.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Costituzione della Repubblica Cisalpina dell'anno V
  • Costituzione della Repubblica Cisalpina dell'anno VI

Voci correlate modifica

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