Edmund Beaufort, IV duca di Somerset
Edmund Beaufort (1438 – Tewkesbury, 6 maggio 1471) fu un nobile e comandante militare inglese durante la guerra delle due rose.
Edmund Beaufort | |
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Decapitazione di Edmund Beaufort | |
IV Duca di Somerset | |
In carica | 1464 - 1471 |
Predecessore | Henry Beaufort |
Successore | titolo estinto |
Altri titoli | Conte di Dorset |
Nascita | 1438 |
Morte | Tewkesbury, 6 maggio 1471 |
Luogo di sepoltura | Abbazia di Tewkesbury |
Dinastia | Beaufort |
Padre | Edmund Beaufort, II duca di Somerset |
Madre | Eleanor Beauchamp |
Religione | Cattolicesimo |
Biografia
modificaEra figlio di Edmund Beaufort, II duca di Somerset e di Eleanor Beauchamp.
Divenne erede del ducato di Somerset alla morte del fratello maggiore Henry nel 1464. Il titolo tuttavia era stato perso da Henry durante il regno di Edoardo IV d'Inghilterra.
Nel 1470, quando la regina Margherita e Richard Neville si riconciliarono per rimettere sul trono Enrico VI d'Inghilterra, Somerset fu poco entusiasta nei confronti dell'accordo e fece poco per aiutarli. Infatti il suo fallimento di occupare Londra contro Edoardo fu un momento decisivo, che portò alla battaglia di Barnet nel 1471 e alla morte di Neville.
Nella battaglia di Tewkesbury (4 maggio 1471), egli comandò le forze dei Lancaster e sferrò una carica feroce contro lo York Lord Hasting ma non fu aiutato né dal conte di Devon né da Lord Wenlock. Dopo la sconfitta, Somerset e altri capi della fazione Lancaster si rifugiarono nell'abbazia di Tewkesbury ma due giorni dopo vennero trovati e uccisi dagli York. Edmund e il fratello minore John, che era caduto in battaglia, vennero tumulati nell'abbazia.
Con la morte di Edmund la dinastia Beaufort si estinse per linea maschile. La morte di lì a poco di Enrico VI lasciò come unici rappresentanti della casa dei Lancaster Lady Margaret Beaufort e suo figlio Henry Tudor.
Ascendenza
modificaBibliografia
modifica- Pollard, A.F. (1909). "Edmund Beaufort, styled Fourth Duke of Somerset". Dictionary of National Biography. 23 (supplement). pp. 156–157.
Voci correlate
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