Elisa Breton

artista francese di origine cilena

Elisa Breton (nata Elisa Latte Elena Bindhoff Enet) (Viña del Mar, 25 aprile 1906Le Kremlin-Bicêtre, 5 aprile 2000) è stata un'artista francese di origine cilena, pittrice e scrittrice, ultima moglie di André Breton.

Biografia modifica

Le prime notizie biografiche disponibili sono riferite a quando, già adulta, Elisa Bindhoff Enet si fece notare quale pianista e poliglotta, in grado di tradurre anche dal norvegese al francese.[1]

Dopo il divorzio dal primo marito Benjamín Claro Velasco (1902-1968), un politico cileno, dal quale aveva avuto la figlia Ximena Claro Bindhoff (1926-1943), si trasferì negli Stati Uniti. Il 13 agosto 1943 Ximena affogò durante un giro in barca nei pressi della costa del Massachusetts. A New York nel 1943 conobbe André Breton, che descrisse il loro primo incontro nel manoscritto Arcano 17,[2] in cui si legge anche il resoconto del viaggio fatto insieme nel 1944 nella penisola Gaspé, in Canada. Unitasi in matrimonio nel 1945, la coppia intraprese un lungo viaggio nelle riserve indiane statunitensi[3] per poi trasferirsi a Parigi nel 1946.

A Parigi Élisa fu molto attiva, scrivendo su riviste surrealiste (quali Médium e Le Surréalisme même) e partecipando a diverse esposizioni, ma sempre un po' oscurata dall'ombra del celeberrimo marito.[4] Da dicembre 1959 a gennaio 1960 partecipò alla Exposition internationale du surréalisme presso la galleria Daniel Cordier e nel 1965 a quella dedicata ai collage, disegni e incisioni presso la galleria Le Ranelagh.[4]

Molte delle sue opere sono scatole surrealiste realizzate sull'esempio della Scatola in una valigia di Marcel Duchamp.

Morì a Le Kremlin-Bicêtre presso Parigi mercoledì 5 aprile 2000,[3] all'età di 94 anni.

Alcune opere modifica

Scatole surrealiste modifica

  • La Loi du vison, 1959
  • Oiseau de plastique, ressort de réveil, dé à jouer, 1970
  • Lucy, faire, 1971
  • Ne quittez pas, 1972
  • Oiseau-lire, 1973
  • Méduse, scultura, 1959

Scritti modifica

  • Prefazione al catalogo della mostra del pittore Jean-Paul Riopelle, 1949
  • Traduzione di Alpha et omega di Edvard Munch, ed. Le Nyctalope, 1980
  • André Breton, album di dieci fotografie originali firmate da Elisa, ed. Au fil de l'encre, Parigi, 1993

Note modifica

  1. ^ Notice d'autorité personne, Bibliothèque nationale de France, su catalogue.bnf.fr.
  2. ^
    (FR)

    «Quand le sort t'a portée à ma rencontre, la plus grande ombre était en moi et je puis dire que c'est en moi que cette fenêtre s'est ouverte»

    (IT)

    «Quando il destino ti ha portata a conoscermi, la più grande ombra era in me, e posso dire che è in me che questa finestra si è aperta»

  3. ^ a b (ES) Elisa Breton, esposa del escritor surrealista, su elpais.com, El Paìs, 11 aprile 2000. URL consultato il 13 febbraio 2014.
  4. ^ a b Colvile.

Bibliografia modifica

  • Henri Béhar, André Breton, le grand indésirable, Paris, Fayard, 2005, pp. 406 e segg.
  • (FR) Georgiana Colvile, Scandaleusement d'elles : trente-quatre femmes surréalistes, con un ritratto realizzato dalla fotografa Dora Maar, Paris, Jean-Michel Place, 1999, pp. 42-47, ISBN 978-2-85893-496-6, LCCN 00355478, OCLC 42974962, SBN IT\ICCU\UBO\1035261.
  • Mark Polizzoti, André Breton, Paris, Gallimard, 1995, pp. 593 e segg.

citazione tratta da:

  • André Breton, Arcane 17, in Œuvres complètes, tome 3, Paris, Gallimard, Bibliothèque de la Pléiade, 1999, pp. 35–111.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN100302404 · ISNI (EN0000 0000 7112 532X · GND (DE1254274537 · BNF (FRcb12942821g (data) · J9U (ENHE987007527023005171 · WorldCat Identities (ENviaf-100302404