Epistola

lettera elegante e formale, praticata come genere letterario
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Un'epistola (in greco antico ἐπιστολή, epistolḗ, "lettera") è uno scritto diretto ad una persona o ad un gruppo di persone, normalmente una lettera formale ed elegante.

Il termine viene utilizzato anche in contesto religioso: ad esempio nel cristianesimo le lettere nel Nuovo Testamento scritte dagli apostoli ai cristiani sono normalmente dette epistole. Quelle di Paolo di Tarso sono dette «Lettere di Paolo» e le altre semplicemente epistole.

Storia modifica

Le più antiche epistole sopravvissute nel tempo, sono quelle immortalate su cocci di creta o su lastre di piombo, papiri e tavolette, quasi tutte di carattere privato o ufficiale, legate agli affari delle monarchie orientali, scritte in lingua assiro-babilonese o in aramaico.[1] Le prime che assunsero una certa importanza letteraria furono quelle di Alceo nel VII secolo a.C., e quelle di Erodoto e Tucidide (V secolo a.C.).

Le prime riunite e pubblicate come un'opera a sé, si rivelarono però quelle in otto libri di Aristotele (IV secolo a.C.), che assursero a modello delle epistole delle scuole filosofiche successive. Uno dei principali autori dell'antichità fu Epicuro (III secolo a.C.), ma non trascurabili furono anche le epistole in versi, morali o amorose, redatte in latino da Cicerone, Seneca e Plinio il Giovane.

L'arte delle epistole venne insegnata durante il medioevo, dai dettatori a Montecassino, a Bologna e in Francia. Famose furono le epistole di Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Voltaire e Giacomo Leopardi.

Struttura modifica

Le epistole erano scritte in stretta somiglianza con la tradizione letteraria ellenistica, specialmente le epistole Paoline. Questo riflette l'influenza ellenistica sugli scrittori delle epistole. Ogni devianza da questo formalismo non è il risultato di un errore ma indica l'intenzione specifica dello scrittore.

Apertura modifica

In contrasto con le lettere moderne, le epistole indicavano il nome dell'autore all'inizio delle stesse, seguito dall'indicazione dei destinatari (per esempio Lettera ai Filippesi). Gli scribi, o più correttamente gli amanuensi, che scrivevano l'epistola erano citati alla fine (esempio Lettera ai Romani). In mancanza del servizio postale, i corrieri potevano anche essere citati (per esempio Efesini).

Dopo il nome dell'autore e dei destinatari, le epistole Paoline aprono con i saluti "Pace e bene". Pace era un comune saluto ebraico e bene era un saluto ellenistico; questo riflette la doppia identità di Paolo, ebreo nella fede ed ellenistico nella cultura. Vi poteva anche essere una parola di ringraziamento ai destinatari, una preghiera o un augurio di buona salute.

Corpo modifica

Il corpo della lettera iniziava con una breve introduzione del tema principale.

Chiusura modifica

La chiusura della lettera reiterava la relazione fra lo scrittore ed i destinatari. Poteva anche contenere espressioni di ringraziamento, per esempio ai corrieri e agli amanuensi.

Stile modifica

Le epistole possono apparire più formali che nel testo originale a causa delle molte traduzioni. Lo scrittore cercava di stabilire una forma di sentimento con i destinatari della epistola, come in un faccia a faccia. Lo scrittore si augurava di rivivere l'amicizia facendo della lettera un sostituto della sua presenza. Le lettere scritte ad un gruppo di persone, comprese le epistole del Nuovo Testamento, venivano lette all'intero uditorio riunito in congregazione.

Il contenuto era conciso come nelle attuali lettere. Infatti la scrittura richiedeva una considerevole spesa in carta, inchiostro e tempo nello scriverla.

Le lettere spesso intendevano puntualizzare questioni teologiche (per esempio Prima lettera di Pietro, o confortare i cristiani per le persecuzioni subite Epistola di Giacomo).

Nella liturgia cristiana modifica

Nel contesto della liturgia, l'epistola può riferirsi più specificamente ad un passaggio del Nuovo Testamento - alcune volte anche agli Atti degli Apostoli e altre ancora all'Apocalisse, ma mai ai quattro Vangeli - che è assegnato alla lettura in determinati giorni dell'anno liturgico.

Nella celebrazione della messa nella Chiesa cattolica, le epistole sono lette fra il Gloria in excelsis Deo e la lettura del Vangelo. Il corrispondente canto gregoriano ha uno speciale tono (tonus epistolae).

Note modifica

  1. ^ Le Muse. Enciclopedia di tutte le arti, vol. 4, Novara, De Agostini, p. 368.[Quale edizione? Di che anno? Chi è il curatore?]

Bibliografia modifica

  • (EN) Ruth Morello, Ancient Letters. Classical and Late Antique Epistolography, a cura di A. D. Morrison, New York, Oxford University Press, 2007.

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