Frangula alnus

specie di pianta della famiglia Rhamnaceae

La frangola (Frangula alnus Mill., 1768) è una pianta arborea, appartenente alla famiglia delle Ramnacee, originaria dell'Europa e dell'Asia.[1]

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Frangola
Frangula alnus
Foglie con frutti maturi e immaturi.
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi I
OrdineRosales
FamigliaRhamnaceae
GenereFrangula
SpecieF. alnus
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineRhamnales
FamigliaRhamnaceae
GenereFrangula
SpecieF. alnus
Nomenclatura binomiale
Frangula alnus
Mill., 1768
Sinonimi

Rhamnus frangula
L., 1753

Areale

Descrizione

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Portamento

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Arbusto alto fino a 4–5 m (in media 2–3 m) generalmente con pochi rami alterni sviluppati per lo più alle estremità.

Le foglie sono alterne caduche, con un picciolo più lungo delle stipole che sono lunghe 4–7 cm, lamina ovato ellittica, ottusa o più spesso acuminata, con 8 nervi per lato e margine intero. Adulte sono glabre da giovani leggermente pelose come i giovanissimi rami e gemme. Le stipole brevi e strette cadono prestissimo.

I fiori sono piccoli raccolti in fascetti ascellari di 2-6, ermafroditi piccoli 3–4 mm, perigini, con ricettacolo glabro imbutiforme e 5 sepali glabri e biancastri. I petali sono 5 anch'essi bianchicci e concavi più piccoli dei sepali. Ogni petalo ha 5 stami. ovario a 3 logge con stilo unico. Nei terreni umidi i rami si accrescono tutta l'estate e portano fiori all'ascella di ogni foglia, quindi nel periodo estivo si possono trovare su ogni ramo dalla estremità boccioli, fiori, frutti verdi poi rossi poi neri. Nei luoghi asciutti la pianta fiorisce solo a primavera.

Il frutto maturo è una piccola drupa nero-bluastra di 6–7 mm, sferica, un po' più larga che lunga, con un seme per loggia di colore giallo, quasi rotondo, appiattito, con un tegumento coriaceo.

Corteccia

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La corteccia è grigio violacea o grigio piombo, con numerose lenticelle bianco grigiastre rotonde nei rami giovani e allungate trasversalmente nei vecchi.

Specie simili

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Può essere confusa con:

  • Rhamnus alpina: tuttavia quest'ultima ha corteccia grigio-bruna, con poche lenticelle talvolta anche grandi. La pianta è più ramificata, con foglie seghettate, e con una dozzina di nervi per lato, ha fiori dioici verdognoli.
  • Rhamnus carniolica
  • Rhamnus rupestris: più diffusa nel Carso, con un portamento più basso e compatto, cespugli quasi emisferici, foglie più piccole e quasi rotonde, più dure, con piccolissimi denti al margine, e spesso un po' pelose da adulte.

In generale, le cortecce di tutti questi Rhamnus hanno il sughero rossiccio ma con tonalità più tendenti al giallo o al rosso mattone e si possono ritenere più che surrogati della vera Frangora.

  • Cornus sanguinea simile nella foglia, ma ha la corteccia rossa nei rami giovani e grigia chiara nei vecchi, senza lenticelle.

Distribuzione e habitat

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Predilige terreni umidi e sabbiosi, nei boschi di pianura o di montagna, lungo le rive dei fiumi o delle paludi, nei terreni asciutti assume un portamento più compatto.

Principi attivi

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La corteccia contiene antrachinoni, glicofrangullina, frangullina, ramnoxantina, ramnocerina, acido arachinico, altre sostanze amare, si ritiene possibile la presenza di una tossina la ramnotossina.[2]

  Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Il carbone ottenuto dalla Frangola è quello a più rapida combustione che si conosca. Per questo, viene utilizzato, soprattutto in Svizzera e nei paesi dell'Est Europa, per produrre polvere da sparo. Nel bolognese venivano utilizzati i rametti per produrre cannucce per pipa.[3] In fitoterapia viene utilizzata la corteccia essiccata a scopi lassativi e contro le infiammazioni intestinali. La linfa può essere utilizzata come collutorio contro afte o stomatiti. La corteccia fresca o non ben essiccata, come pure le bacche, se ingerite in grossa quantità, hanno effetti collaterali quali vomito, coliche e altri leggeri sintomi da avvelenamento.[2]

  1. ^ (EN) Frangula alnus, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 17/10/2022.
  2. ^ a b Giovanni Negri, Erbario Figurato, p. 232-233.
  3. ^ Giuseppe Lodi, Piante Officinali Italiane, p. 458.

Bibliografia

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  • Giuseppe Lodi, Piante Officinali Italiane, Bologna, Edizioni Agricole Bologna, 1957, p. 791.
  • Giovanni Negri, Erbario Figurato, Milano, Ulrico Hoepli Editore Milano, 1979, p. 459, ISBN 88-203-0279-9.

Voci correlate

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Altri progetti

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