Furcifer campani (Grandidier, 1872) è un piccolo sauro della famiglia Chamaeleonidae, endemico del Madagascar.[2]

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Furcifer campani
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseReptilia
SottoclasseDiapsida
InfraclasseLepidosauromorpha
SuperordineLepidosauria
OrdineSquamata
SottordineSauria
InfraordineIguania
FamigliaChamaeleonidae
SottofamigliaChamaeleoninae
GenereFurcifer
SpecieF. campani
Nomenclatura binomiale
Furcifer campani
(Grandidier, 1872)
Areale

Descrizione

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È un camaleonte di media taglia che raggiunge lunghezze di circa 14 cm.[3]
Il colore di fondo della livrea varia dal verde chiaro al marrone scuro, su cui spiccano numerose piccole macchie colorate che formano tre bande chiare che corrono orizzontalmente lungo i fianchi; attorno agli occhi possono essere presenti delle piccole macchie rosse.

Biologia

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È una specie ovipara. Le uova hanno un periodo di incubazione da 7 a 10 settimane.[3]

Distribuzione e habitat

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La specie è diffusa nella regione degli altopiani centrali del Madagascar, ad altitudini comprese tra 1.850 e 2.650 m s.l.m..[1]

Popola le savane montane, talora in simpatria con Furcifer lateralis.[1]

Conservazione

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La IUCN Red List classifica Furcifer campani come specie Vulnerabile.[1]

La specie è inserita nell'Appendice II della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES).[4]

Parte del suo areale è protetto all'interno del Parco nazionale di Andringitra.[1]

  1. ^ a b c d e (EN) Jenkins R.K.B. et al, 2011, Furcifer campani, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 31 maggio 2016.
  2. ^ (EN) Furcifer campani, in The Reptile Database. URL consultato il 31 maggio 2016.
  3. ^ a b (EN) Jeweled chameleon (Furcifer campani), su ARKive. URL consultato il 31 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2012).
  4. ^ (EN) Furcifer campani [collegamento interrotto], in UNEP-WCMC Species Database: CITES-Listed Species, 2011. URL consultato il 31 maggio 2016.

Bibliografia

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Voci correlate

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