Giorgio Callegari

presbitero e sociologo italiano (1936-2003)

Giorgio Callegari (Venezia, 5 novembre 1936San Paolo, 26 dicembre 2003) è stato un presbitero e sociologo italiano naturalizzato brasiliano, attivo nella prassi della teologia della liberazione.

Biografia modifica

Nato a Venezia nel sestiere di Castello nel 1936, politicamente attivo da giovane nell'Azione cattolica e vicino alla sinistra democristiana si avvicina all'Ordine domenicano e nel 1966 parte per il Brasile. Il suo impegno si volge verso gli emarginati[1], e per un impegno politico di ritorno della democrazia in Brasile. Insieme ad altri compagni domenicani, fra cui il teologo Frei Betto viene incarcerato nel 1969[2] e torturato (realizza nel carcere Tridentes anche uno sciopero della fame collettivo per sensibilizzare sui detenuti politici)[3], durante questo periodo carcerario, fabbrica coi legni del tavolaccio della cella, assieme ad altri domenicani incarcerati, una croce pettorale che riesce a far pervenire al cardinale Villot con la richiesta di consegnarla al Papa affinché la indossasse al posto della croce pettorale d'oro[4].

Nel 1971, dopo la sua liberazione dal carcere, ma sempre sorvegliato speciale con l'obbligo di non lasciare il paese, viene ordinato sacerdote a San Paolo. Nel 1975, scoperto durante un tentativo di espatrio clandestino, viene espulso dal Paese. Dopo l'espulsione continua la sua azione in Bolivia, in Nicaragua, in Messico, in Perù, a Panama e in Costa Rica, rientrando solo clandestinamente e per brevi periodi in Brasile.

Con la fine della dittatura, nel 1984, torna in Brasile e si dedica alla cura pastorale della Parrocchia di Nossa Senhora do Refùgio dos Pecadores (100.000 ab.) nelle favelas di San Paolo. Fonda il C.E.P.E. (Centro Ecumenico de Publicações e Estudos)[5] con cui costruirà opere di sostegno per bambini di strada, e contadini indigenti senza terra: la Colónia Veneza, la Scuola Agro-ecologica di Peruibe e cinque Centro da Juventude nelle favelas e sosterrà un progetto di aiuto per i villaggi quilombo, fondati da schiavi fuggiti in zone remote del Brasile[6]. Muore dopo lunga malattia nel convento domenicano della Paróquia da Sagrada Familia, a San Paolo.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Vanna Iori, Chiesa. Struttura Politica e Lotte Sociali in Brasile, Editoriale Jaca Book, 1972
  • Ettore Masina, L'airone di Orbetello. Storia e storie di un cattocomunista, Rubbettino Editore, 2005

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Sito del C.E.P.E., su cepe.org.br. URL consultato il 18 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2007).
  • Amici della Colonia Venezia, su amicicoloniavenezia.org.
  • Progetto Meninos, su progettomeninos.it. URL consultato il 18 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2008).