Giovinezza (film 1938)

film del 1938 diretto da Veit Harlan

Giovinezza (Jugend) è un film del 1938 diretto da Veit Harlan.

Giovinezza
Titolo originaleJugend
Lingua originaletedesco
Paese di produzioneGermania
Anno1938
Durata93 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37 : 1
Generedrammatico
RegiaVeit Harlan
SoggettoMax Halbe
SceneggiaturaThea von Harbou
Casa di produzioneTobis Filmkunst
Interpreti e personaggi

Il film è tratto liberamente dal dramma teatrale naturalista Giovinezza di Max Halbe rappresentata per la prima volta a Berlino nel 1893 e divenuto un clamoroso successo, tanto da essere tradotto immediatamente in varie lingue fra cui l'italiano[1]. Nel dramma di Max Halbe, due adolescenti (Ännchen e Hans), cugini fra di loro, si innamorano nella casa di un bonario parroco cattolico polacco, loro zio, il quale ospita la ragazza e il suo fratellastro orfani. Il fratellastro della ragazza (Amandus), affetto da disturbi mentali, li spia mentre amoreggiano e racconta il fatto a Gregor von Schigorski, un cappellano fanatico il quale cercava di spingere la ragazza a monacarsi per espiare una colpa materna. Il parroco, informato dal cappellano, chiede ad Hans di tornarsene a casa, di terminare gli studi e ritornare solo quando sarà indipendente anche dal punto di vista economico. Amandus, che odia Hans, cerca di uccidere il giovane quando questi sta uscendo per andar via; Ännchen si getta su Hans per proteggerlo e viene colpita a morte[2].

La trama del film è differente dal dramma teatrale da cui è tratto. La sceneggiatrice Thea von Harbou ha scritto una storia molto violenta contro la Chiesa cattolica. Ännchen, un'orfana diciottenne, vive in casa di uno zio parroco. La ragazza s'innamora di Hans, uno studente venuto in vacanza dalla città. L'amore fra i due adolescenti è spiato dal cappellano vicario Gregor von Schigorski, un fanatico che peraltro ha delle mire sulla ragazza. Hans viene scacciato dalla canonica. Dopo la partenza dell'amato, Ännchen si uccide gettandosi in un fiume.

Critica

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Il film diede al regista Veit Harlan, da poco separato dalla moglie Hilde Körber, l'occasione di conoscere l'attrice svedese naturalizzata tedesca Kristina Söderbaum la quale diverrà poco dopo sua moglie. Veit Harlan e Kristina Söderbaum erano entrambi nazisti[3]; Kristina Söderbaum rappresentava l'immagine della giovane donna di razza ariana, vessata dai nemici del nazismo per motivi politici o religiosi, e che spesso sceglieva il suicidio per annegamento, come nel caso del film Giovinezza; quest'ultima caratteristica le valse l'ironico soprannome di «Reichswasserleiche» (Annegata ufficiale del Reich)[4]. Al termine della seconda guerra mondiale Giovinezza (Jugend) fu inserito dalle autorità di occupazione alleate in un elenco di 175 film vietati come opere di propaganda nazista[5].

  1. ^ Giovinezza, dramma d'amore in 3 atti di Max Halbe; riduzione italiana di Otto Eisenschitz, Milano: Kantorowicz, 1894
  2. ^ Cordelia Gundolf, «Giovinezza|Jugend». In: Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi, vol. IV (Fav-Isa), pp. 3950-51, Milano: Corriere della Sera, 2005, ISSN 1825-7887 (WC · ACNP)
  3. ^ Felix Moeller, The Film Minister: Goebbels and the Cinema in the Third Reich, Stuttgart: Edition Axel Menges GmbH, 2000, p. 78 e p. 174, ISBN 393256510X, ISBN 9783932565106
  4. ^ Jana Francesca Bruns, Nazi cinema's new women: Marika Rokk, Zarah Leander, Kristina Soderbaum, Stanford University, 2002
  5. ^ Official list - GERMANY - Films made during the Third Reich banned by the Allies after WWII. (Jugend è al numero 72 dell'elenco)

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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