Girolamo Ghilini

storico italiano (1589-1668)

Girolamo Ghilini (Monza, 19 maggio 1589Alessandria, 12 dicembre 1668) è stato uno storico e presbitero italiano.

Girolamo Ghilini
Stemma di Girolamo come Protonotario apostolico.

Biografia modifica

Girolamo Ghilini, terzogenito di Gian Giacomo [III], appartenente al patriziato di Alessandria e signore di Movarone, e di Vittoria Omati di Monza, vide la luce il 19 maggio 1589 a Monza[1]. Il padre Gian Giacomo, che aveva ricoperto la carica di decurione ad Alessandria nel 1552, si trasferì a Milano verso il 1570, dove assunse vari incarichi pubblici. Divenne podestà di Tortona nel 1582 e di Monza nel 1588, per poi servire come segretario del Senato di Milano dal 1593 fino alla sua morte nel 1612, venendo sepolto nella basilica di Sant'Ambrogio a Milano. Gian Giacomo e Vittoria Omati ebbero dieci figli, quattro dei quali maschi. Tommaso (*1576post 1630), il primogenito, divenne giureconsulto del Principato di Piombino e protonotario apostolico e risedette a Roma. Giovanni Ambrogio e Lodovico intrapresero la carriera militare nell'esercito spagnolo, con Giovanni Ambrogio che perse la vita durante la peste del 1630 e Lodovico che partecipò alla guerra civile piemontese, diventando governatore di Nizza Monferrato.

Girolamo iniziò i suoi studi a Milano presso il collegio dei gesuiti di Brera, per poi proseguire a Parma nello studio del diritto civile e canonico, interrotto da una malattia che lo costrinse a ritornare ad Alessandria. Dopo la morte del padre nel 1612, decise di rimanere ad Alessandria per gestire il patrimonio di famiglia, sposando nel 1614 Giacinta Bagliani ed entrando nel corpo dei decurioni della città l'anno successivo. La sua vita subì una svolta drammatica con la pestilenza del 1630, che causò la morte del fratello Giovanni Ambrogio come già scritto e, presumibilmente, della moglie Giacinta che morì il 19 novembre 1630. Alcuni sostengono che la morte avvenne a causa di un nuovo parto[2].

Traversando un periodo di intensa crisi personale, Girolamo Ghilini optò per la vita ecclesiastica, decisione concretizzata nel giorno di Natale del 1630. La sua prima celebrazione eucaristica si tenne il 17 giugno dell'anno seguente, momento che segnò anche la ripresa dei suoi studi teologici e giuridici, culminanti con l'ottenimento del dottorato in diritto canonico e teologia. Nonostante mantenesse il rango di sacerdote, Ghilini assunse varie responsabilità nel breve periodo post-ordinazione, probabilmente anche facilitato dal supporto del fratello maggiore Tommaso, che gli permise di accedere al titolo di protonotario apostolico e all'Abbazia di San Giacomo di Cantalupo della Diocesi di Boiano. Probabilmente non risiedette mai stabilmente presso l'abbazia, e delegò le sue funzioni ad un vicario, beneficiando economicamente dell'istituzione.

Questo intervallo temporale segnò per Ghilini l'avvio di un fervido impegno negli studi letterari, precedentemente ostacolati dagli impegni familiari. Fu nella quiete della sua residenza nell'alessandrino che redasse le "Practicabiles casuum conscientiæ resolutiones" (Milano, 1636), opera che lo introdusse nel panorama letterario, come evidenziato dalle sue successive riedizioni. Nel 1637, su invito dell'arcivescovo di Milano Cesare Monti, si trasferì a Milano rivestendo il ruolo di canonico della collegiata di Sant'Ambrogio, con prebenda dottorale, incarico mantenuto fino al 1642, anno del suo definitivo rientro ad Alessandria.

Nel 1647, la pubblicazione veneziana del "Teatro d'huomini letterati" presso la tipografia Guerigli, successiva a una precedente edizione milanese non datata, probabilmente del 1635, segnò un importante passo nella sua carriera letteraria. L'opera, che riuniva biografie di uomini illustri, fu ripubblicata a Milano in una versione invariata, presumibilmente nel 1684. L'associazione con la tipografia Guerigli, già nota per aver stampato opere di Giovan Francesco Loredan, fondatore dell'Accademia degli Incogniti di Venezia, favorì il successo dell'opera di Ghilini, che ottenne riconoscimenti tali da essere incluso tra gli stessi Incogniti.

Il "Teatro d'huomini letterati" di Girolamo Ghilini si articola in sei sezioni pubblicate e altre tre rimaste in forma manoscritta, riflettendo la tipica estetica barocca. Quest'opera intreccia elementi autobiografici, analogamente agli architetti che incidono il proprio nome sugli edifici da loro progettati, con un dettagliato catalogo delle proprie pubblicazioni, sia in italiano che in latino, distinte tra quelle già edite e quelle in attesa di pubblicazione. Esistevano a Venezia più copie del manoscritto, tra cui una appartenente a Pietro Gradenigo, che includeva parti escluse dalle edizioni stampate. Grazie a una trascrizione del 1782, commissionata dal barone Giuseppe Vernazza a Giovanni Battista Schioppalalba, si conosce l'esistenza di un'altra copia a Venezia, custodita dall'abate Jacopo Morelli nella Biblioteca Ducal di San Marco. La copia di Vernazza si focalizzava sui contributi piemontesi esclusi dalle edizioni stampate, suggerendo un certo orgoglio regionale in Ghilini nonostante i suoi numerosi spostamenti e una vita ricca di esperienze diverse.

Girolamo si dedicò inoltre alla stesura degli "Annali di Alessandria", un'opera che lo avrebbe definitivamente consacrato nella storia della città, pubblicata per la prima volta a Milano nel 1666 e successivamente riedita ad Alessandria tra il 1903 e il 1915. Questo lavoro annalistico, diviso in quattro "epoche", spazia dalla fondazione di Alessandria fino all'anno 1659, basandosi in parte su precedenti cronache, ma soprattutto sugli "Annales Alexandrini" di Guglielmo Schiavina. Nonostante alcune inesattezze e una certa mancanza di critica delle fonti, gli "Annali" forniscono preziose informazioni sull'organizzazione amministrativa e sociale di Alessandria, sulle sue magistrature e sul periodo di dominazione spagnola, descrivendo con toni drammatici gli eventi tragici come incendi, furti e assedi, culminando nella narrazione epica dell'assedio del 1657 durante la guerra franco-spagnola.

Negli ultimi anni della sua vita visse ritirato accanto al figlio Giovan Giacomo, dedicandosi alla redazione del "Ristretto della civile, politica, statistica e militare scienza", una sorta di enciclopedia che riassumeva oltre 800 voci basate su una cinquantina di autori e sulle opere precedenti di Ghilini stesso, tra cui gli "Annali". L'opera, che attinge anche da storici classici e contemporanei, si distingue per l'enfasi sulla "scienza civile" e sul concetto di "valore", riservando particolare attenzione alla nobiltà sia a corte che nell'esercito.

Girolamo Ghilini si spense nel 1668 ad Alessandria, dove fu sepolto nella nella chiesa dei suoi avi, all'interno del complesso conventuale di San Bernardino[3].

Matrimonio e discendenza modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tavole genealogiche della famiglia Ghilini.

Dal matrimonio con Giacinta Bagliani, avvenuto Il 16 giugno 1614, ebbe 7 figli[4]:

  • Bianca (*16161640). Morì nubile senza discendenza.
  • Vittoria (*16181665). Monaca con il nome di Chiara Giacinta.
  • Giulia (*1620-?) Monaca con il nome di Bianca Gerolama.
  • Francesco Ottaviano (*16221640). Uomo d'arme, definito "il valoroso", morì durante il grande assedio di Torino senza discendenza.
  • Giovanni Giacomo (*1625-post 1669). Uomo d'arme divenne sergente maggiore di un terzo di fanteria italiana al servizio di Spagna. Morì senza discendenza.
  • Giovanni Battista (*16261683). Diede origine ad un ramo del casato dei Ghilini, i Conti di Pavone. Acquistò, nel 1676, il feudo di Pavone di cui ne ebbe investitura come signore il 30 aprile dello stesso anno, e come conte il 6 maggio del 1681. Ebbe sei figli di cui solo uno maschio morto infante. Il ramo si estinse con sua figlia Giacinta Teresa (*16711742) che testò la contea al nipote principe Lodovico III Guasco-Gallarati, marchese di Solero.
  • Lucrezia (*16281629)

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni Giacomo II Ghilini Giovanni Tommaso Ghilini  
 
-  
Tommaso Ghilini  
Lucrezia Mantegazza Giovanni Francesco Mantegazza  
 
-  
Giovanni Giacomo III Ghilini  
Ottaviano Ghilini Francesco Ghilini  
 
Clara Somico  
Lodovica Ghilini  
Anna Bozzoli Ambrogio Bozzoli  
 
-  
Girolamo Ghilini  
- -  
 
-  
Giovanni Ambrogio Omati  
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Vittoria Omati  
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- -  
 
-  
 

Opere modifica

Molti degli scritti del Ghilini sono rimasti inediti. Di quelli dati alle stampe sono degni di nota[5]:

  • Teatro d'Huomini Letterati, Milano, Giovanni Battista Cerri e Carlo Ferrandi, 1633.
  • Practicabiles casum coscientiæ resolutiones, 1636.
  • Annali di Alessandria, Milano, Gioseffo Marelli, 1666.
  • Ristretto della civile, politica, statistica e militare scienza, 1666/1668.

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ Guasco, Tav. VI.
  2. ^ Andrea Merlotti.
  3. ^ La chiesa di san Bernardino fu demolita nel 1841 per lasciare spazio alla costruzione delle nuove carceri.
  4. ^ Guasco, Tav. VI.
  5. ^ Per una lista più esaustiva consultare Bibliotheca Scriptorum Mediolanensium, pp. 681,682

Bibliografia modifica


soggetto indicato come GHILINI, Girolamo data di pubblicazione 2000 volume di un'opera 53

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN4834147967360984200003 · ISNI (EN0000 0000 6122 0606 · SBN SBLV222494 · BAV 495/140227 · CERL cnp00118120 · LCCN (ENnr97044159 · GND (DE100285481 · BNE (ESXX1283886 (data) · BNF (FRcb10435764v (data) · NSK (HR000376396