Giuseppina Negrelli

Gioseffa Franca Elisabetta Giovanna Negrelli, soprannominata Giuseppina (Fiera di Primiero, 27 maggio 1790Mezzano, 18 dicembre 1842), sorella di Luigi Negrelli[1], progettista del Canale di Suez, divenne nota per la sua presunta partecipazione agli scontri legati alla quinta coalizione.

Biografia modifica

 
Targa sulla casa natale a Fiera di Primiero

Giuseppina Negrelli nacque in una numerosa e ricca famiglia di commercianti di legname originaria, col cognome Negrello e per parte paterna, della Liguria. Il padre Angelo Michele fu il primo a portare il cognome Negrelli e fu borgomastro di Fiera mentre la madre, Elisabetta Würtemperger, fu di origini altoatesine. La coppia ebbe undici figli e tutti, avendo il padre di madrelingua italiane e la madre di madrelingua tedesca, impararono presto a conoscere entrambe le culture, furono bilingui e seppero farsi apprezzare dalle due comunità linguistiche del luogo.[1]

Giuseppina quindi nacque il 27 maggio 1790 a Fiera di Primiero[2][3], in Trentino, che al tempo era dominio degli Asburgo. Il famoso fratello Luigi, nato nel 1799, ebbe notorietà a livello internazionale avendo lavorato in Italia, Austria, Svizzera ed altri Paesi europei come ingegnere, ma in particolare per aver progettato il canale di Suez.

Altre notizie biografiche sono desunte essenzialmente dalle memorie del padre Angelo Michele o dai testi che parlano del fratello Luigi.[1]

Contesto storico modifica

Nel 1805 il Tirolo era stato annesso al Regno di Baviera. Il 10 aprile 1809 il neo costituito Impero Austriaco dichiarò guerra al Primo Impero francese e ai suoi alleati, cominciando così la guerra della quinta coalizione. L'esercitò austriaco invase il territorio del Regno di Baviera, inclusa la zona del Primiero.

"Imprese" di Giuseppina nel racconto del padre modifica

Nel Primiero gli austriaci costituirono una "Commissione di difesa" con a capo Angelo Michele Negrelli; vennero inoltre create sei compagnie di Tiroler Schützen che dovevano affiancarsi all'esercito regolare. Le compagnie furono messe agli ordini dei capitani Francesco Bosio di Canale, Luigi Savoi di Soprapieve, Luigi Piazza di Imer, Francesco Zorzi di Mezzano, del conte Villabruna di Transacqua e del conte Giuseppe Welsberg di Fiera. Quest'ultimo era il padrino di Giuseppina e fu colui che la spinse ad abbracciare attivamente la causa asburgica. Nelle sue memorie il padre descrive l'episodio in termini non entusiastici[4]:

«Il signor conte Giuseppe Welsberg aveva in tal modo riscaldata la testa a mia figlia Giuseppina, che la indusse piena di coragio e di entusiasmo a vestir l’abito militare, e mi venne presentata dallo stesso signor conte ch’era suo santolo onde prendere il consenso di poter andare unitamente alle nostre compagnie sui passi del nostro confine, dove stavano le compagnie. Ella era fanatica per gli Austriaci, ed all’incontro aveva un genio tutto contrario pei Francesi, che potendolo fare avrebbe bramato di tutti distrugere. Io non potei rifiutarmi alle istanze di suo signor santolo conte Giuseppe ed alle preghiere della figlia, e quindi raccomandandola al medesimo, al signor Amato Altamer, e al signor Ferdinando Eccher, che pure si erano arrolati in quella compagnia di riserva, andò con essa sui vari punti della difesa ...»

In uniforme e con i capelli accorciati, Giuseppina frequentò assieme al Welsberg la milizia territoriale, presso i passi al confine con il Veneto, da cui si temeva un avanzamento delle truppe napoleoniche. Queste, tuttavia, non progettarono mai seriamente di avanzare nella valle e si limitarono ad una ricognizione timidamente condotta della zona. In una di queste compagnie, un capitano francese travestito da civile fu fermato nel tentativo di attraversare il confine, presente Giuseppina. Secondo quanto scrive il padre, questo evento ha contribuito in modo determinante alla diffusione della notizia che una giovane donna di Primiero era al comando di una compagnia di volontari che proteggeva il confine con Feltre.[4][5][6]

Oltre a questo Giuseppina partecipò ad una sortita nel territorio feltrino. Tale incursione fu decisa in seguito ad una voce che affermava che il vescovo di Feltre, ritenuto filofrancese, si trovava a Dussano, paesino facilmente raggiungibile da Primiero. I miliziani primierotti ne progettarono il rapimento.[4] Il Negrelli racconta che, dopo essersi assicurato che il vescovo si trovasse da tutt'altra parte, autorizzò l'azione:

«Entro me stesso rideva di questa spedizione, ma mi conveniva di ritenerla per ogni riguardo, e perciò mandai dietro le provigioni necessarie per il vito»

L’azione "fallì miseramente" ed ebbe come unico risultato il furto di alcuni abiti della canonica di Dussano che però vennero "restituiti prontamente" ai legittimi proprietari.[4]

Si diffusero quindi ulteriori voci secondo cui nel feltrino delle donne erano state coinvolte nelle azioni condotte dagli insorti nei territori veneti (Cadore, Feltrino ed Agordino), dove venivano descritti come "briganti", a causa dei saccheggi e delle violenze perpetrate; una di queste dicerie affermava in particolare che la Negrelli era stata vista di fronte a Feltre assieme ad altri "briganti" mentre sventolava una bandiera.[4][5][7][8][9][10].

Dopo la guerra il resto della vita della Negrelli trascorse senza particolari eventi: nel 1816 sposò Antonio Zorzi ed ebbe tre figli, Francesco, Michelangelo ed Eugenia. Morì a Mezzano la sera del 18 dicembre 1842, forse a causa di una flebite durata sessanta giorni. Fu tumulata nel cimitero del paese due giorni dopo.

Difficile ricostruzione storica modifica

Alcune fonti danno per sicura la partecipazione di Giuseppina Negrelli e del padre alla rivolta contro i francesi guidata da Andreas Hofer. Secondo queste versioni il padre sarebbe stato fatto prigioniero nel 1809 e sarebbe tornato a casa solo nel 1814. La figlia invece si sarebbe rifugiata a Feltre.[11][12]

Invenzione del mito dell'eroina trentino tirolese modifica

Oblio modifica

Dopo la morte, la Negrelli e le sue presunte imprese militari vennero dimenticate.[13] Nel Tirolo nazionalista di fine '800 - inizio '900 un'italiana non avrebbe potuto essere oggetto di celebrazioni patriottiche e nella cultura trentina irredentista celebrarla come protagonista nelle lotte antinapoleoniche a sostegno degli Asburgo sarebbe stato oggetto di imbarazzo e senza interesse per la ricostruzione storica italiana.[13] Non si replicò quindi il processo di invenzione della tradizione avvenuto con altri protagonisti delle guerre napoleoniche, come con l'invenzione del mito di Andreas Hofer o con la leggenda di Katharina Lanz.

Riscoperta e strumentalizzazione modifica

Solo in tempi recenti (anni 2000) la figura di Giuseppina Negrelli è stata recuperata dagli Schützen trentini ad imitazione di altre figure di "eroi tirolesi": se dietro al precedente silenzio poteva esservi l'imbarazzo davanti a una donna dalla nazionalità "sbagliata", attualmente si palesa "un uso strumentale volto a ricostruire l'identità tirolese dei trentini".[13][14] Giuseppina è pertanto "...divenuta suo malgrado eroina di una improbable difesa dei confini di Primiero da un tentativo di invasione francese mai realmente preso in seria considerazione dai distaccamenti napoleonici operanti nella zona del Feltrino e dell’Agordino contigua alla valle."[13]

La compagnia Schützen di Primiero è intitolata alla Negrelli[15] e nell'agosto 2011 le ha dedicato un cippo in località Pontet di Imer. Viene inoltre ricordata dalla Federazione Schützen trentina con una cerimonia che si tiene in occasione dell'anniversario della sua morte.[16][17][18][19] Della sua vita sono fornite narrazioni celebrative e palesemente agiografiche:

«Nella Battaglia di Feltre Giuseppina si affiancò al padre e la leggenda racconta che il suo eroismo fece decidere le sorti dello scontro. Il merito del suo coraggio si dice che sia stata nominata "capitano" ...»

Riconoscimenti modifica

Un sentiero della SAT nelle vicinanze del rifugio Ottone Brentari porta il suo nome.[20]

Note modifica

  1. ^ a b c Tindaro Gatani.
  2. ^ (DE) Genealogisches taschenbuch der adeligen häuser Österreichs, su archive.org.
  3. ^ Giuseppina Negrelli, su chieracostui.com. URL consultato il 23 luglio 2020.
  4. ^ a b c d e Ugo Pistoia, Il 1809 nelle Memorie di Angelo Michele Negrelli (PDF).
  5. ^ a b Cecilia Nubola: Giuseppina Negrelli zieht in den Krieg: das Jahr 1809 für ein Mädchen aus dem Primiero. S. 80
  6. ^ Antonio Cambruzzi, Storia di Feltre, Premiata tip. sociale Panfilo Castaldi, 1877. URL consultato il 1º gennaio 2020.
  7. ^ Matteo Melchiorre e Jimi Trotter, La via di Schenèr: Un'esplorazione storica nelle Alpi, Marsilio, 15 settembre 2016, ISBN 978-88-317-4098-2. URL consultato il 1º gennaio 2020.
  8. ^ Quegli orribili Maoni Hofer e i briganti tirolesi - il Corriere delle Alpi, su Archivio - il Corriere delle Alpi. URL consultato il 1º gennaio 2020.
  9. ^ «Meglio i francesi che i Maoni» A 200 anni dai moti di Hofer il ricordo dell'invasione tirolese - il Corriere delle Alpi, su Archivio - il Corriere delle Alpi. URL consultato il 1º gennaio 2020.
  10. ^ I RECUPERANTI Andreas Hofer e gli Alpini, su recuperanti.it. URL consultato il 1º gennaio 2020.
  11. ^ Genealogisches taschenbuch der adeligen häuser Österreichs pag. 239, su archive.org.
  12. ^ Tindaro Gatani, p. 45.
  13. ^ a b c d Fra realtà e leggenda riscoperte quattro eroine del Tirolo di Hofer, in Alto Adige. URL consultato il 15 dicembre 2017.
  14. ^ (FR) Pasteur, Paul, Siglinde Clementi (dir.), Zwischen Teilnahme und Ausgrenzung. Tirol um 1800. Vier Frauenbiographien. Innsbruck, Universitätsverlag Wagner, Veröffentlichungen des Südtiroler Landesarchivs/Pubblicazioni dell’Archivio provinciale di Bolzano, 2010, 176 pages., in Clio. Femmes, Genre, Histoire, n. 34, 31 dicembre 2011. URL consultato il 4 marzo 2018.
  15. ^ Schützenkompanie.
  16. ^ Schützen ricordano la Negrelli - Trento, su Trentino. URL consultato il 15 ottobre 2019.
  17. ^ Primiero, raduno Schützen - Valsugana e Primiero, su Trentino. URL consultato il 15 ottobre 2019.
  18. ^ 2017 12 17 SK Primor - in ricordo di Giuseppina Negrelli, su Federazione Schützen del Welschtirol. URL consultato il 16 ottobre 2019.
  19. ^ Giuseppina Negrelli, una vera Freiheitskämpferin, su unsertirol24.com. URL consultato il 24 ottobre 2019.
  20. ^ TAPPA 13, su sentieri.sat.tn.it, Società degli alpinisti tridentini. URL consultato il 23 luglio 2020.
    «sentiero Giuseppina Negrelli (it. 387)»

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN267964984 · ISNI (EN0000 0003 8306 1433 · CERL cnp01278179 · LCCN (ENno2011039723 · GND (DE14301546X · WorldCat Identities (ENlccn-no2011039723