LVG C.VI

aereo da ricognizione LVG

L'LVG C.VI era un monomotore da ricognizione biplano prodotto dall'azienda tedesco imperiale Luftverkehrsgesellschaft (LVG) negli anni dieci del XX secolo.

LVG C.VI
Descrizione
Tipoaereo da ricognizione
Equipaggio2
ProgettistaWilhelm Sabersky-Müssigbrodt
CostruttoreBandiera della Germania LVG
Data primo volo1917
Data entrata in servizio1918
Data ritiro dal servizio1940 (Lituania)
Utilizzatore principaleBandiera della Germania Luftstreitkräfte
Esemplari1 100
Sviluppato dalLVG C.V
Altre variantiLVG C.VIII
Dimensioni e pesi
Lunghezza7,87 m
Apertura alare13,62 m
Altezza3,20 m
Superficie alare42,90
Peso a vuoto930 kg
Peso carico1 340 kg
Propulsione
Motoreun Benz Bz.IV
Potenza200 PS (147 kW)
Prestazioni
Velocità max165 km/h
Velocità di crociera142 km/h
Velocità di salita252 m/min
Autonomia420 km
Tangenza6 000 m
Armamento
Mitragliatriciuna LMG 08/15 calibro 7,92 mm
una Parabellum MG 14 calibro 7,92 mm
Bombe80 kg

i dati sono estratti da Уголок неба[1]

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Realizzato in oltre un migliaio di esemplari, venne utilizzato principalmente dalla Luftstreitkräfte, la componente aerea del Deutsches Heer (l'esercito imperiale tedesco), durante le ultime fasi della prima guerra mondiale e da numerose altre forze aeree nel periodo postbellico.

Storia del progetto modifica

Nel 1917, il capo progettista della LVG Wilhelm Sabersky-Müssigbrodt decise di sviluppare un nuovo modello rispondente alla classe C-Typ indicata dall'Idflieg, ovvero aerei biposto armati destinati alla ricognizione aerea.

Sabersky-Müssigbrodt decise di disegnare un velivolo che, pur equipaggiato con lo stesso motore adottato dall'LVG C.V, un Benz Bz.IV da 200 PS (147 kW), appena entrato in servizio, riproponeva le dimensioni più contenute dell'LVG C.II, abbandonando inoltre gli alettoni compensati introdotti nel C.V e dotando la cellula di un diverso impennaggio dalle superfici di maggior superficie.[2]

Durante le prove di volo il C.VI riuscì ad ottenere, in virtù del minor peso e minore resistenza passiva, prestazioni superiori a quelle del C.V così da ottenere dall'Idflieg l'avvio alla produzione in serie.[2]

Impiego operativo modifica

L'LVG C.VI venne utilizzato dai reparti della Luftstreitkräfte dall'inizio del 1918 in missioni sia di ricognizione che di appoggio tattico. Proprio per le particolarità di queste ultime missioni, che esigevano voli a bassa quota ed a tiro del fuoco di terra, il radiatore, posizionato centralmente sopra l'ala superiore, quando era raggiunto dei proiettili nemici spruzzava sull'equipaggio acqua bollente, per questo alcuni esemplari vennero equipaggiati con radiatori sdoppiati posti sui lati della fusoliera.[2]

Con il termine del conflitto, dopo la ratifica del Trattato di Versailles del 1919 e le imposizioni pretese dalle nazioni della Triplice intesa, l'intera flotta di velivoli militari tedeschi venne requisita per essere assegnata alle nazioni vincitrici come parte del risarcimento dei danni subiti. L'aviazione dell'oramai smembrato Impero tedesco era stata drasticamente ridotta ed i voli, dopo un iniziale divieto imposto dalle potenze vincitrici, ripresero solo dopo qualche tempo limitatamente ai servizi di trasporto civile. La timida rinascita del mercato dell'aviazione nella neofondata Repubblica di Weimar indusse le compagnie aeree ad utilizzare pochi velivoli residuati bellici convertiti in aerei da trasporto passeggeri di linea.

Utilizzatori modifica

Militari modifica

  Belgio
  Cecoslovacchia
  Finlandia
  Germania
  Lituania
  Polonia
  RSFS Russa
  Svezia
  Svizzera
  Unione Sovietica

Civili modifica

  Finlandia
  Germania

Esemplari attualmente esistenti modifica

Degli oltre mille esemplari realizzati solo tre sono sopravvissuti allo smantellamento, esposti al pubblico come parte della collezione di musei aeronautici in Belgio, Francia e Regno Unito.

Curiosità modifica

Lo LVG C.VI fu l'aereo su cui volò per l'ultima volta Lothar von Richthofen, fratello di Manfred von Richthofen detto "Barone Rosso"

Note modifica

  1. ^ LVG C.VI in Уголок неба.
  2. ^ a b c Aerei da guerra 1993, Scheda LVG C VI.

Bibliografia modifica

  • (FI) Timo Heinonen, Thulinista Hornetiin - Keski-Suomen ilmailumuseon julkaisuja 3, Espoo, Keski-Suomen ilmailumuseo, 1992, ISBN 951-95688-2-4.
  • (PL) Krzysztof Chołoniewski, Wiesław Bączkowski, Samoloty wojskowe obcych konstrukcji 1918-1939 - Tomik 2(Barwa w lotnictwie polskim no.7), Warszawa, WKiŁ, 1987, ISBN 83-206-0728-0.
  • (EN) Michael John H. Taylor, Jane's encyclopedia of aviation, 2nd Edition, London, Studio Editions, 1989, ISBN 0-517-10316-8.

Pubblicazioni modifica

  • LVG C VI, in Aerei da guerra, Ginevra - Novara, Edito Service S.A. - Istituto Geografico De Agostini, 1993.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Modellismo modifica

Controllo di autoritàLCCN (ENsh2010012283 · J9U (ENHE987007595390005171