Lisuride

farmaco
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Lisuride è farmaco utilizzato nel trattamento della malattia di Parkinson, nella prevenzione dell'emicrania e per ridurre i livelli ematici di prolattina.[1] La molecola agisce come agonista dei recettori della dopamina e agonista parziale di numerosi recettori serotoninergici e del recettore H1.

Lisuride
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC20H26N4O
Massa molecolare (u)338.447 g/mol
Numero CAS18016-80-3
Numero EINECS241-925-1
Codice ATCG02CB02
PubChem28864
DrugBankDB00589
SMILES
CCN(CC)C(=O)NC1CN(C2CC3=CNC4=CC=CC(=C34)C2=C1)C
Dati farmacocinetici
Emivita2 ore
Indicazioni di sicurezza

Utilizzo modifica

La lisuride viene utilizzata per abbassare i livelli di la prolattina e, a basse dosi, per prevenire gli attacchi di emicrania.

Il farmaco viene anche usato per risolvere le fluttuazioni motorie e le discinesie nei pazienti con malattia di Parkinson in fase avanzata.[2]

Controindicazioni modifica

Controindicata in caso di insufficienza coronarica, mentre è da evitare in caso di gravidanza e nei pazienti affetti da psicosi.

Effetti indesiderati modifica

Fra gli effetti collaterali più frequenti si riscontrano nausea, vomito, vertigini, cefalea, letargia o insonnia, dolore addominale, disturbi gastrointestinali, congestione nasale, rash cutaneo e allucinazioni (a dosi elevate). In seguito all'utilizzo a lungo termine sono stati segnalati effetti collaterali gravi come la fibrosi cardiaca e polmonare, ma sono estremamente rari.[3][4] Occorre fare attenzione all'inizio del trattamento in quanto si può osservare ipotensione che potrebbe ostacolare la normale attività giornaliera della persona.

Dosaggi modifica

  • 200 ug, da aumentare a 200 ug 2 volte al giorno (dose massima 5 mg al giorno)

Meccanismo di azione modifica

La lisuride è un agonista e antagonista misto dei recettori della dopamina, della serotonina e adrenergici.[1][5][6]

Si pensa che l'attivazione di specifici recettori della dopamina sia responsabile dell'efficacia nel trattamento del morbo di Parkinson e della capacità di sopprimere i livelli di prolattina,[1] mentre le interazioni con i recettori della serotonina sono coinvolti nell'efficacia contro l’emicrania.[7][8]

Farmacodinamica modifica

La lisuride è un ligando dei recettori della dopamina, della serotonina e dei recettori adrenergici nonché del recettore H1 dell'istamina.[5] Ha un'affinità sub-nanomolare per i recettori della dopamina D2 e D3, per i recettori della serotonina 5-HT1A e 5-HT1D e per i recettori adrenergici α2A, α2B e α2C. Ha bassa affinità per i recettori della dopamina D1, D4, e D5, per i recettori della serotonina 5-HT2A, 5-HT2B e 5-HT2C, per i recettori adrenergici α1A, α1B e α1D e i recettori dell'istamina H1.[5][9] La lisuride è un agonista parziale dei gruppi D2, D3, D4, 5-HT2A, 5-HT2C, 5-HT5A e H1, un agonista completo o quasi totale dei recettori 5-HT1A, 5-HT1B e 5-HT1D e un antagonista del recettore 5-HT2B e dei recettori adrenergici α1A, α2A, α2B e α2C.[10][11][12] Si ritiene che l'efficacia del farmaco nel morbo di Parkinson e nell'iperprolattinemia sia dovuta all'attivazione dei recettori della dopamina D2.[1]

Sebbene la lisuride abbia un profilo di legame simile a quello della più nota e chimicamente simile dietilamide dell'acido lisergico dell'ergolina (LSD) e agisca allo stesso modo come un agonista parziale del recettore della serotonina 5-HT2A,[13] manca degli effetti psichedelici dell'LSD.[1]

Grazie alla sua attività dopaminergica la lisuride sopprime in modo dose-dipendente i livelli di prolattina.[1][14]

Farmacocinetica modifica

La lisuride viene assorbita completamente dal tratto gastrointestinale per via orale.[3] La biodisponibilità assoluta del farmaco è compresa tra il 10 e il 20% a causa dell'elevato metabolismo di primo passaggio.[3] La lisuride ha più di 15 metaboliti conosciuti. Il legame della lisuride con le proteine plasmatiche è compreso tra il 60 e il 70%. Il picco di concentrazione si verifica da 60 a 80 minuti dopo l'assunzione, anche se è presente un'elevata variabilità tra gli individui.[3] L'emivita di eliminazione è di circa 2 ore, più breve rispetto alla maggior parte degli altri agonisti della dopamina.[3]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f (EN) R. Horowski e P.-A. Löschmann, Classical dopamine agonists, in Journal of Neural Transmission, vol. 126, n. 4, 1º aprile 2019, pp. 449–454, DOI:10.1007/s00702-019-01989-y. URL consultato il 30 settembre 2023.
  2. ^ Jennifer Hartwig, L’infusione di lisuride rispetto alla levodopa per via orale, su Parkinson.it, 18 ottobre 2002. URL consultato il 30 settembre 2023.
  3. ^ a b c d e (EN) DA agonists - Ergot derivaties: Lisuride, in Movement Disorders, vol. 17, S4, 2002-07, pp. S74–S78, DOI:10.1002/mds.5565. URL consultato il 30 settembre 2023.
  4. ^ C E Clarke e Julie Speller, Lisuride for levodopa‐induced complications in Parkinson's disease, in The Cochrane Database of Systematic Reviews, vol. 1999, n. 1, 25 gennaio 1999, pp. CD001515, DOI:10.1002/14651858.CD001515. URL consultato il 30 settembre 2023.
  5. ^ a b c Mark J. Millan, Lisa Maiofiss e Didier Cussac, Differential actions of antiparkinson agents at multiple classes of monoaminergic receptor. I. A multivariate analysis of the binding profiles of 14 drugs at 21 native and cloned human receptor subtypes, in The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics, vol. 303, n. 2, 2002-11, pp. 791–804, DOI:10.1124/jpet.102.039867. URL consultato il 30 settembre 2023.
  6. ^ Adrian Newman-Tancredi, Didier Cussac e Valérie Audinot, Differential actions of antiparkinson agents at multiple classes of monoaminergic receptor. II. Agonist and antagonist properties at subtypes of dopamine D(2)-like receptor and alpha(1)/alpha(2)-adrenoceptor, in The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics, vol. 303, n. 2, 2002-11, pp. 805–814, DOI:10.1124/jpet.102.039875. URL consultato il 30 settembre 2023.
  7. ^ Martha B. Ramírez Rosas, Sieneke Labruijere e Carlos M. Villalón, Activation of 5-hydroxytryptamine1B/1D/1F receptors as a mechanism of action of antimigraine drugs, in Expert Opinion on Pharmacotherapy, vol. 14, n. 12, 2013-08, pp. 1599–1610, DOI:10.1517/14656566.2013.806487. URL consultato il 30 settembre 2023.
  8. ^ Carlos M. Villalón e Antoinette Maassen VanDenBrink, The Role of 5-Hydroxytryptamine in the Pathophysiology of Migraine and its Relevance to the Design of Novel Treatments, in Mini Reviews in Medicinal Chemistry, vol. 17, n. 11, 2017, pp. 928–938, DOI:10.2174/1389557516666160728121050. URL consultato il 30 settembre 2023.
  9. ^ Danuta Marona-Lewicka, Deborah M. Kurrasch-Orbaugh e Jennifer R. Selken, Re-evaluation of lisuride pharmacology: 5-hydroxytryptamine1A receptor-mediated behavioral effects overlap its other properties in rats, in Psychopharmacology, vol. 164, n. 1, 2002-10, pp. 93–107, DOI:10.1007/s00213-002-1141-z. URL consultato il 30 settembre 2023.
  10. ^ C. T. Egan, K. Herrick-Davis e K. Miller, Agonist activity of LSD and lisuride at cloned 5HT2A and 5HT2C receptors, in Psychopharmacology, vol. 136, n. 4, 1998-04, pp. 409–414, DOI:10.1007/s002130050585. URL consultato il 30 settembre 2023.
  11. ^ C. Hofmann, U. Penner e R. Dorow, Lisuride, a dopamine receptor agonist with 5-HT2B receptor antagonist properties: absence of cardiac valvulopathy adverse drug reaction reports supports the concept of a crucial role for 5-HT2B receptor agonism in cardiac valvular fibrosis, in Clinical Neuropharmacology, vol. 29, n. 2, 2006, pp. 80–86, DOI:10.1097/00002826-200603000-00005. URL consultato il 30 settembre 2023.
  12. ^ R. A. Bakker, D. M. Weiner e T. ter Laak, 8R-lisuride is a potent stereospecific histamine H1-receptor partial agonist, in Molecular Pharmacology, vol. 65, n. 3, 2004-03, pp. 538–549, DOI:10.1124/mol.65.3.538. URL consultato il 30 settembre 2023.
  13. ^ Adrian Newman-Tancredi, Didier Cussac e Yann Quentric, Differential actions of antiparkinson agents at multiple classes of monoaminergic receptor. III. Agonist and antagonist properties at serotonin, 5-HT(1) and 5-HT(2), receptor subtypes, in The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics, vol. 303, n. 2, 2002-11, pp. 815–822, DOI:10.1124/jpet.102.039883. URL consultato il 30 settembre 2023.
  14. ^ Renata S. Auriemma, Rosa Pirchio e Dario De Alcubierre, Dopamine Agonists: From the 1970s to Today, in Neuroendocrinology, vol. 109, n. 1, 2019, pp. 34–41, DOI:10.1159/000499470. URL consultato il 30 settembre 2023.

Bibliografia modifica

  • British national formulary, Guida all’uso dei farmaci 4 edizione, Lavis, agenzia italiana del farmaco, 2007.

Voci correlate modifica

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