Ludovisi (rione di Roma)

16º rione di Roma

Ludovisi è il sedicesimo rione di Roma, indicato con R. XVI.

R. XVI Ludovisi
Stemma ufficiale
Stemma ufficiale
Via Veneto
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
Città Roma Capitale
CircoscrizioneMunicipio Roma I
Data istituzione20 agosto 1921
Codice116
Superficie0,33 km²
Abitanti1 572 ab.
Densità4 835,44 ab./km²
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Geografia fisica modifica

Territorio modifica

I confini: Mura aureliane fino a Porta Pinciana con il quartiere Pinciano; via di Porta Pinciana-via Francesco Crispi con Campo Marzio; via degli Artisti-via di S.Isidoro-via Veneto col rione Colonna; via di San Basilio con Trevi; via Friuli-via Lucullo-via Boncompagni-via Calabria fino a piazza Fiume (esclusa) con Sallustiano,

Storia modifica

Il rione è tra quelli di origine post-unitaria (come San Saba, Testaccio e Prati), nato dalla convenzione del 1886 tra i Boncompagni eredi Ludovisi e il Comune di Roma. Con questo atto i principi di Piombino destinavano alla lottizzazione Villa Ludovisi, circa 25 ettari di parco tra le mura e il nucleo storico dei rioni Trevi e Colonna, che tra il XVII e il XIX secolo si era estesa verso est fino a Porta Salaria (l'attuale piazza Fiume).

La vicenda urbanistica modifica

Questa lottizzazione, le sue vicende, i suoi protagonisti, possono considerarsi un episodio esemplare dello sviluppo impresso dai Savoia alla nuova capitale; sviluppo fondato su un'edilizia speculativa che attrasse affaristi da mezza Europa e, nello spazio di neppure venticinque anni, condusse la città dalla breccia di Porta Pia alla crisi economica dei secondi anni 1880, allo scandalo della Banca Romana. Braccio tecnico-finanziario dell'operazione (inutilmente lamentata come uno scempio imperdonabile dagli intellettuali europei dell'epoca) fu la Società Generale Immobiliare, costituita a Torino nel 1862, ma che seguì i movimenti delle capitali del regno sabaudo spostando la propria sede sociale prima a Firenze (nel 1862) e poi finalmente a Roma nel 1880; qui divenne la grande protagonista, per un secolo, della speculazione edilizia romana[1].

 
Via Vittorio Veneto (2011)

Per quanto riguarda lo sviluppo del rione Ludovisi, si può dire che il progetto di lottizzazione nacque insieme a Roma capitale: non a caso il principe Ignazio Boncompagni di Piombino era stato uno dei 18 componenti della Giunta provvisoria di governo della città (6 nobili, 4 borghesi e 8 possidenti e mercanti di campagna[2]) che, tra i suoi primi atti, aveva incaricato una Commissione di architetti e ingegneri di selezionare i progetti "per la costruzione di nuovi quartieri in quella parte [della città] che maggiormente si presta alla nuova edificazione". La parte in questione fu quella alta, tra Esquilino e Pincio, già individuata per la sua vicinanza a Termini e sui cui terreni avevano già cominciato ad intervenire finanzieri settentrionali e stranieri.

Tra studi, pareri e dibattiti, il primo piano regolatore dello sviluppo urbanistico della "terza Roma", firmato da Alessandro Viviani, fu varato nel 1873, legittimando le ben 7 convenzioni con il Comune di Roma per l'edificazione di nuovi quartieri che erano state già ratificate a prescindere[3]. Passarono poi più di 10 anni, durante i quali continuarono a crescere i nuovi immobili e i prezzi delle aree edificabili, prima che venisse varato nel 1883, con legge del 1881, un piano regolatore ufficiale e vincolante[4]. Benché quest'ultimo Piano Viviani prevedesse l'intangibilità della Villa Ludovisi, anche la nobiltà cittadina volle partecipare al gioco. Fu così che il principe in titolo all'epoca, Rodolfo Boncompagni Ludovisi, stipulò nel 1886 una convenzione con il Comune e con la Società Generale Immobiliare per l'urbanizzazione, la lottizzazione e l'«edificazione di un quartiere di abitazione di ragione privata nella Villa già Ludovisi»[5].

L'affare veniva concluso, tuttavia, proprio nell'imminenza della crisi, che coinvolse il principe di Piombino[6] e portò l'Immobiliare sull'orlo di un fallimento, da cui si salvò nel 1898 grazie ad un concordato con i creditori.

Superata la fase acuta della crisi, la costruzione sui terreni lottizzati riprese slancio: eleganti immobili erano già stati costruiti su via di Porta Pinciana, nel 1890 era stato completato il Palazzo Margherita, nel 1905 sorgevano Villa Maraini, l'Hotel Flora e l'Hotel Excelsior, e nel 1906 veniva completata via Veneto. Un'altra stagione di intensa edificazione si ebbe tra il 1925 e il 1935, con l'Hotel Ambasciatori, il palazzo dell'INA e l'attuale ministero dell'Industria (nato come ministero delle Corporazioni).

Stemma modifica

Di rosso a tre bande d'oro ritirate nel capo e un dragone d'oro reciso in punta (stemma Boncompagni-Ludovisi)[7].

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture civili modifica

Sede dell'ambasciata degli Stati Uniti d'America.
Sede del Ministero dello sviluppo economico.
Sede della Federazione Italiana Editori Giornali[8]

Architetture religiose modifica

Architetture scolastiche modifica

Porte modifica

Geografia antropica modifica

Piazze modifica

  • Largo F. Fellini
  • Piazza Fiume

Strade modifica

  • Via Abruzzi
  • Via degli Artisti
  • Via Aurora
  • Via Leonida Bissolati
  • Via Boncompagni
  • Via Cadore
  • Via Calabria
  • Via Campania
  • Via F.Crispi
  • Via Emilia
  • Via Friuli
  • Via Lazio
  • Via Liguria
  • Via Lombardia
  • Via Lucania
  • Via Lucullo
  • Via Ludovisi
  • Via Marche
  • Via Molise
  • Via Piemonte
  • Via di Porta Pinciana
  • Via Puglie
  • Via Romagna
  • Via di San Basilio
  • Via di Sant'Isidoro
  • Via Sardegna
  • Via Sicilia
  • Via Toscana
  • Via Umbria
  • Via Vittorio Veneto (nota come via Veneto)
  • Via Versilia

Note modifica

  1. ^ Per la lottizzazione di Villa Ludovisi si veda Puzzuoli.
  2. ^ Ferrarotti, pag. 51.
  3. ^ La prima, quella con de Mérode per la valle di San Vitale, era già pronta ancor prima di Porta Pia; altri nuovi rioni furono programmati al Celio, all'Esquilino, a Castro Pretorio, a Testaccio («per le arti clamorose, grandi officine, depositi e fabbricati per abitazioni di operai»), per un totale di oltre 100 ettari e una previsione di oltre 50.000 residenti. Rimanevano per il momento esclusi i Prati di Castello, sentiti ancora come una zona politicamente sensibile per la vicinanza con il Vaticano. Si veda Ferrarotti, pagg. 50 e sgg..
  4. ^ Per uno schema sintetico del PRG Viviani si veda qui Archiviato il 30 ottobre 2016 in Internet Archive..
  5. ^ Per il testo della convenzione si veda Ferrarotti, pagg. 71-74. Si noti che, nell'atto, l'amministratore delegato della Società Generale Immobiliare Giuseppe Giacomelli compare al contempo come "procuratore Generale di S.E. Don Rodolfo Boncompagni Ludovisi Principe di Piombino".
  6. ^ che a sua volta aveva coinvolto nell'affare il Vaticano di papa Pecci, ottenendone prestiti aventi a garanzia azioni della lottizzazione; nel successivo quasi-fallimento dell'Immobiliare, il Vaticano perse circa un milione dell'epoca (si veda qui).
  7. ^ Carlo Pietrangeli, p. 190.
  8. ^ Villino Ferrari

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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