Martigny
Martigny città | ||
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Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Cantone | ![]() | |
Distretto | Martigny | |
Amministrazione | ||
Lingue ufficiali | Francese | |
Territorio | ||
Coordinate | 46°06′00″N 7°04′00″E / 46.1°N 7.066667°E | |
Altitudine | 471 m s.l.m. | |
Superficie | 24,97 km² | |
Abitanti | 17 998 (2016) | |
Densità | 720,78 ab./km² | |
Frazioni | La Bâtiaz, La Ville, Le Bourg | |
Comuni confinanti | Bovernier, Charrat, Dorénaz, Fully, Martigny-Combe, Salvan, Vernayaz, Vollèges | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 1920 | |
Prefisso | 027 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice OFS | 6136 | |
Targa | VS | |
Nome abitanti | Martignerains | |
Cartografia | ||
Sito istituzionale | ||
Martigny (toponimo francese; in tedesco Martinach, desueto[1]) è un comune svizzero di 17 998 abitanti del Canton Vallese, nel distretto di Martigny del quale è capoluogo; ha lo status di città.
Geografia fisicaModifica
StoriaModifica
Era l'antico oppidum celta di Octoduro (in latino Octodurus), menzionato da Gaio Giulio Cesare nel corso della conquista della Gallia (58-50 a.C.), capitale del popolo dei Veragri. Qui si combatté un'importante battaglia tra questo popolo e le forze romane del legato di Cesare, Servio Sulpicio Galba, nel 56 a.C[2]. La presenza romana è testimoniata da numerosi reperti archeologici.
Dal comune di Martigny nel XIX secolo furono scorporate varie località divenute comuni autonomi: nel 1835 La Ville (comune di Martigny-Ville), nel 1836 Charrat, nel 1841 La Combe (comune di Martigny-Combe, dal quale nel 1845 fu scorporato La Bâtiaz e nel 1899 Trient) e Le Bourg (comune di Martigny-Bourg). Nel 1956 Martigny-Ville inglobò tuttavia La Bâtiaz e nel 1964 Martigny-Bourg e Martigny-Ville tornarono a unirsi per formare nuovamente il comune di Martigny[1].
Da Martigny, in epoca romana, passava la via delle Gallie detta Via Cesarea, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia. Inoltre da qui passava un'altra strada denominata Via Severa Augusta proveniente dal Passo del Sempione fatta costruire da Settimio Severo per facilitare lo spostamento delle truppe dalla pianura ai confini dell'Impero. Nel medioevo fu parte della Via Francigena
Monumenti e luoghi d'interesseModifica
- Chiesa di Nostra Signora dei Campi (dal 1177 al 1420 dedicata alla Madonna), eretta in età carolingia e ricostruita nel 1645-1687[1];
- Anfiteatro romano, restaurato nel 1978, che ospita tradizionali lotte tra vacche in autunno[senza fonte];
- Comptoir[senza fonte];
SocietàModifica
Evoluzione demograficaModifica
L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Abitanti censiti
CulturaModifica
MuseiModifica
Il principale museo è la Fondazione Pierre Gianadda, edificato nel 1978 sulle rovine romane[senza fonte], che ospita tre[senza fonte] mostre pittoriche all'anno e un'esposizione permanente sui Gallo-romani[1].
Infrastrutture e trasportiModifica
Martigny è servita dall'omonima stazione sulla ferrovia Losanna-Briga e capolinea della ferrovie per Orsières e per Saint-Gervais-les-Bains.
AmministrazioneModifica
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune.
NoteModifica
- ^ a b c d e Albano Hugon, Martigny, in Dizionario storico della Svizzera, 23 gennaio 2018. URL consultato il 20 febbraio 2018.
- ^ François Wiblé, Octodurus, in Dizionario storico della Svizzera, 31 agosto 2009. URL consultato il 21 febbraio 2018.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Martigny
Collegamenti esterniModifica
- Albano Hugon, Martigny, in Dizionario storico della Svizzera, 23 gennaio 2018. URL consultato il 20 febbraio 2018.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 243442225 · GND (DE) 4074603-3 · BNF (FR) cb120877074 (data) · WorldCat Identities (EN) 243442225 |
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