Maruti Suzuki

azienda indiana

La Maruti Suzuki, chiamata precedentemente Maruti Udyog Limited, è un'azienda indiana produttrice di autoveicoli con sede a Nuova Delhi, la cui maggioranza azionaria è di proprietà della casa giapponese Suzuki, in collaborazione con la quale produce modelli sia per il mercato locale che per il mercato mondiale.

Maruti Suzuki India Limited
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StatoBandiera dell'India India
Forma societariasussidiaria
Borse valoriBSE MARUTI, NSE
ISININE585B01010
Fondazione24 febbraio 1981
Fondata daSanjay Gandhi
Sede principaleNuova Delhi
GruppoSuzuki (56.37%)
Persone chiaveHishahi Takeuchi (CEO)
SettoreAutomobilistico
Prodottiautomobili, motori, trasmissioni
Dipendenti16025[senza fonte] (2021)
Sito webwww.marutisuzuki.com/

È stata fondata nel 1981 ed è stata di proprietà del Governo indiano fino al 2003, quando è stata venduta alla casa automobilistica giapponese Suzuki.[1][2]

A settembre 2022 Maruti Suzuki detiene una quota di mercato del 42% nel mercato indiano delle autovetture.[3]

Una Maruti 800

Storia modifica

Nata nel 1981 come azienda statale, dalle ceneri di un progetto iniziato nel 1970 e liquidato dopo alcuni scandali, la Maruti Udyong aveva l'ambizioso programma dichiarato di voler favorire la motorizzazione di massa della nazione indiana.[4]

La produzione di autovetture ha avuto inizio il 14 dicembre 1983 e la prima vettura prodotta è stata la Maruti 800, modello derivato dalla Suzuki Alto, classificabile tra le microvetture (o vetture Keycar sui mercati asiatici) con la sua lunghezza massima inferiore ai 3,5 m. Il successo del modello sul mercato interno indiano fu tale che per lungo tempo marchio e modello specifico furono praticamente sinonimi.[5]

La collaborazione con la casa giapponese portò alla presentazione nel 1985 della Gipsy derivata dalla Suzuki SJ e a quella, avvenuta nel 1990, della prima berlina 4 porte, la 1000, derivata dalla Suzuki Swift.

La liberalizzazione progressiva dell'economia indiana ha fatto sì che dal 1992 la Suzuki acquisisse dapprima una quota paritaria dell'azienda con lo stato indiano, aumentando in seguito la sua partecipazione sino alla maggioranza assoluta. Nel contempo si è assistito al progressivo disimpegno delle autorità centrali dalla partecipazione azionaria.[4]

Si calcola che sino al 2004 la casa abbia prodotto più di 5 milioni di autovetture, risultando essere per un ventennio la maggiore azienda di questo tipo in territorio indiano, superando in classifica la Hindustan Motors, casa fondata invece nel 1942. La sua leadership è stata poi messa in discussione dalla presenza sul mercato del nuovo competitore rappresentato dalla Tata Group. Sono però note anche le scarse libertà sindacali nei confronti degli operai, tanto che la Maruti fu definita da un noto periodico umoristico italiano macchina degli Schiavisti in risposta a una citazione del giornale Cuore che tra il serio ed il faceto sottolineava una maggiore affidabilità della Maruti 800 nei confronti delle Fiat.

Nel mese di ottobre del 2008 è partita, sempre nello stabilimento indiano di Manesar, la produzione della nuova Maruti A-Star, commercializzata anche in Europa dal 2009 come Suzuki Alto (settima serie).

Il 25 aprile 2019, Maruti Suzuki ha annunciato che avrebbe gradualmente interrotto la produzione di auto diesel entro il 1º aprile 2020, quando sarebbero entrati in vigore nuovi standard di emissioni più severi (BSES).[6]

Impianti di produzione modifica

Maruti Suzuki ha due stabilimenti di produzione a Gurugram e Manesar, nello stato federato di Haryana e uno stabilimento ad Ahmedabad interamente di proprietà della casa madre Suzuki. Gli impianti di produzione hanno una capacità produttiva combinata di 2.250.000 veicoli all'anno (1,5 milioni dai due stabilimenti di Maruti Suzuki e 750.000 da Suzuki).[7]

Nel novembre 2021 Maruti Suzuki ha annunciato che realizzerà un nuovo sito produttivo di 900 acri a Kharkhoda, nel distretto di Sonipat con un investimento di ₹ 18.000 crore.[8]

Modelli prodotti modifica

 
Una Gipsy della Polizia indiana

Auto in produzione modifica

Foto Marca Modello Inizio produzione
  Suzuki Wagon R 1999
Suzuki Alto 2000
  Suzuki Swift 2005
  Suzuki Dzire 2008
Suzuki Eeco 2010
  Suzuki Ertiga 2012
  Suzuki Celerio 2014
  Suzuki Ciaz 2014
  Suzuki Baleno 2015
  Suzuki Brezza 2016
  Suzuki Carry 2016
  Suzuki Ignis 2017
  Suzuki Carry 2016
  Suzuki S-Presso 2019
  Suzuki XL6 2019
  Suzuki Grand Vitara 2022
Suzuki Fronx 2023
  Suzuki Jimny 2023

Auto fuori produzione modifica

Foto Marca Modello Inizio produzione Fine produzione
  Suzuki Gypsy 1985 2010
  Suzuki Cultus 1990 2010
  Suzuki Zen 1993 2006
  Suzuki Baleno 1999 2006
  Suzuki Baleno Altura 2000 2006
  Suzuki Every 2001 2010
  Suzuki MR Wagon 2006 2013
  Suzuki SX4 2007 2014
  Suzuki Alto 2008 2014
  Suzuki 800 2006 2013
  Suzuki Omni 1884 2019
  Suzuki Gypsy 1985 2019
  Suzuki Ritz 2006 2019
  Suzuki SX4 S-Cross 2015 2022

Note modifica

  1. ^ Office Addresses - Maruti Suzuki India Limited, su www.marutisuzuki.com. URL consultato il 30 gennaio 2023.
  2. ^ Company Profile - Maruti Suzuki India Limited, su MarutiSuzuki. URL consultato il 30 gennaio 2023.
  3. ^ (EN) Maruti Suzuki chases market share but losing 'mind share' to Tata Motors, su Moneycontrol. URL consultato il 30 gennaio 2023.
  4. ^ a b Maruti Suzuki India Ltd., in Business Standard India. URL consultato il 30 gennaio 2023.
  5. ^ Maruti Suzuki India Ltd: Maruti 800, Alto, Zen, Wagonr, Versa, Esteem, Baleno, Grand Vitara, Gypsy, finance, insurance, accessories, true value, fleet management solutions, su web.archive.org, 12 ottobre 2007. URL consultato il 30 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2007).
  6. ^ (EN) Malyaban Ghosh, Maruti to phase out all diesel cars from April next year, su mint, 25 aprile 2019. URL consultato il 30 gennaio 2023.
  7. ^ (EN) How Maruti bounced back after its labour strife of 2012, su Business Today, 15 gennaio 2014. URL consultato il 30 gennaio 2023.
  8. ^ (EN) Maruti Suzuki gets green signal to set up new plant at Sonepat, su The Indian Express, 14 novembre 2021. URL consultato il 30 gennaio 2023.

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