Montenerodomo

comune italiano

Montenerodomo è un comune italiano di 596 abitanti[2] della provincia di Chieti in Abruzzo, facente parte dell'unione dei comuni montani del Sangro.

Montenerodomo
comune
Montenerodomo – Stemma
Montenerodomo – Bandiera
Montenerodomo – Veduta
Montenerodomo – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia Chieti
Amministrazione
SindacoAngelo Piccoli[1] (lista civica Sempre di più per Montenerodomo) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate41°59′N 14°15′E / 41.983333°N 14.25°E41.983333; 14.25 (Montenerodomo)
Altitudine1 165 m s.l.m.
Superficie30 km²
Abitanti596[2] (31-7-2023)
Densità19,87 ab./km²
FrazioniCasale, Fonticelle, Marangola, Schiera, Selvoni, Verlinghiera, Bosco Barone
Comuni confinantiCivitaluparella, Colledimacine, Gamberale, Lettopalena, Palena, Pennadomo, Pizzoferrato, Torricella Peligna
Altre informazioni
Cod. postale66010
Prefisso0872
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT069054
Cod. catastaleF578
TargaCH
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona E, 2 936 GG[4]
Nome abitantimonteneresi
Patronosan Fedele da Sigmaringa
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Montenerodomo
Montenerodomo
Montenerodomo – Mappa
Montenerodomo – Mappa
Posizione del comune di Montenerodomo all'interno della provincia di Chieti
Sito istituzionale

Storia modifica

Epoca antica modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Juvanum.
 
Teatro romano di Juvanum

Fu antica città frentana-carecina che, verso il IV-III secolo venne spostata a valle ove divenne municipio romano, mentre dell'epoca protostorica rimangono delle mura megalitiche.[5] Le origini di Juvanum sono da ascrivere al Liber Coloniarum dove viene elencato come Jobanos e forse Plinio afferma che Juvanenses è una derivazione di Lanuenses, tuttavia il nucleo originario si trova lungo l'odierna strada che da Montenerodomo porta a Torricella Peligna (verosimilmente il primo nucleo si trovava su una sorgente ove i pastori dediti alla transumanza facevano abbeverare le loro greggi[6]. Nell'età repubblicana è da ricercare l'oppido preromano che si è sviluppato sulle colline limitrofe tutt'intorno. Già prima della guerra sociale risulta essere municipio romano.

Epoca medievale modifica

Con la decadenza delle città romane, si costruirono nuovi centri fortificati presso colli rocciosi. Fu così anche per Montenerodomo, sorta sulla cresta montuosa sopra la piana di Juvanum. Inoltre la città, nel X secolo circa, fu riutilizzata per la costruzione dell'abbazia di Santa Maria in Palazzo.

Nel 1065 i Conti di Sangro Borrello di Borrello e suo figlio Borrello infante donarono al vescovo teatino Attone, allora Signore di Chieti, il feudo di Domo e la chiesa di Santa Maria a Letto coll'intero monastero, comprendente anche una ricca biblioteca, e le sue pertinenze, tra cui il castello di Letto dentro cui si trovava la stessa chiesa con annesso monastero[7].

Il primo documento in cui viene citato il comune di Montenerodomo è del XII secolo. Fra il XV secolo ed il XVII secolo fu feudo di varie famiglie, tra le quali: i Caldora, i Di Capua e i D'Aquino.[8] Il borgo constava di un castello, oggi la parte rimanente del settecentesco Palazzo De Thomasis, e di tre chiese: San Martino, Santa Giusta e San Vito. Era inoltre provvisto di un sistema di torri difensive. Nel frattempo l'abbazia era decaduta, a partire dal XV secolo, e due secoli più tardi scomparve del tutto, meno la pianta planimetrica.

Il Novecento e la seconda guerra mondiale modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Linea Gustav e Battaglia del Sangro.

Il borgo è stato noto nel primo '900 perché Benedetto Croce, affermatosi in Italia come critico, dichiarò di avere origini familiari proprio nel centro Chietino.[non chiaro] Nel 1933 il terremoto della Maiella danneggiò Montenerodomo e i paesi circostanti, fino a Lama dei Peligni. La chiesa parrocchiale rimanente (oltre a San Vito, cappella privata), rimase molto lesionata, e nella ricostruzione, furono impiegate colonne romane provenienti da Juvanum.

Montenerodomo subì gravi danni e profondi sacrifici nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. Il centro si trovò, infatti, lungo il percorso tedesco della linea Gustav, da Ortona a Montecassino, e venne attaccata nel dicembre 1943. Fu distrutta la metà del paese che si arrampicava dalla cresta opposta del massiccio montuoso, giungendo a danneggiare anche la parte superiore del Palazzo Croce, e del campanile della chiesa di San Martino. Il borgo successivamente fu ricostruito, ma con molta fatica, a causa delle dure condizioni di vita presso l'altura rocciosa in cui Montenerodomo poggia le fondamenta. Attualmente vive di turismo, essendo inserito nel Parco Nazionale della Maiella, e grazie alla scoperta del sito di Juvanum.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone sono stati adottati con deliberazione del consiglio comunale n. 137 del 27 novembre 1983[9] e concessi con decreto del presidente della Repubblica del 10 gennaio 1984.[10]

Lo stemma è uno scudo di foggia sannita di colore azzurro con un leone d'oro, linguato, armato e illuminato di rosso, che tiene tra le branche anteriori un bisante d'oro, e poggiante con la branca posteriore sinistra sulla campagna d'argento. Lo scudo è sormontato da una corona turrita d'argento e circondato da due ramoscelli, rispettivamente di quercia e di alloro, legati fra loro da un nastrino tricolore.[9] Il gonfalone è un drappo di argento.

Onorificenze modifica

Montenerodomo è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[11]:

«Durante nove mesi di occupazione nazifascista, sostenne coraggiosamente le forze partigiane, subendo per la sua attività patriottica, enormi sacrifici culminanti nella distruzione dell'intero abitato. Reagendo con fierezza alla barbara tracotanza dell'oppressore, offrì un valido contributo di sangue generoso di combattenti, di sacrifici e di valore alla causa della libertà della Patria. Zona di Montenerodomo, novembre 1943 - maggio 1944»

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
La chiesa di San Martino.
  • I ruderi di Juvanum. Si trova in piana del Casale, prima di giungere al borgo di Montenerodomo. Città dei Sanniti, successivamente romana, a partire dal II secolo a.C. Città fiorente, composta da case pastorali, terme, templi, basilica e un foro italico. Si conserva perfettamente un teatro romano, scavato nella terra del colle montuoso. A fianco la città vi è un museo che spiega la storia del sito archeologico.
  • L'Abbazia di Santa Maria in Palazzo. Monastero risalente all'XI secolo circa, fondata nei pressi di Juvanum. Rimane attiva fino al XV secolo, quando divenne chiesa pastorale, e poi andò distrutta. Rimane la planimetria.
  • Le mura megalitiche. Site presso un colle roccioso nelle vicinanze del borgo vecchio della città vi sono delle mura poligonali con pietre a secco di epoca sannitica. Nel IV e III secolo a.C. l'abitato venne spostato più a valle, ove sorse Juvanum. Quando venne fondato il borgo medievale di Montenerodomo: forse le mura magalitiche vennero usate come mura difensive dell'abitato.[12]
  • Palazzo Croce. È la residenza della famiglia di Benedetto Croce. È posto nella parte nord ovest dell'abitato. Parte delle mura sono in paramento murario in pietra, mentre all'interno gli ambienti sono a volta.[13]
  • Chiesa di San Vito. La chiesa è stata costruita nel Settecento. La chiesa ha un prospetto in pietra con timpano triangolare. Il portale ai lati ha due piedritti ed un architrave in pietra. La facciata ha una finestra circolare. L'interno è ad aula.[14] Il campanile è a vela.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Martino e Santa Giusta.
  • Chiesa di San Martino. La costruzione della chiesa risale al XIV secolo. La facciata è realizzata con bozze di calcare con pezzi di laterizio cementati con molta malta. Il portale, in pietra, sopra presenta un arco a tutto sesto. Ai lati cantonali vi sono delle aperture simili alle finestrelle devotionis delle chiese rurali. Il cornicione è a "romanelle" realizzato con tre file di tegole sfalsate l'una con l'altra. Il campanile è a vela. L'interno è a vela.[15]
  • Pagliare. Sono un gruppo di edifici posti in località Serra Montitti, anticamente abitazioni rurali, fienili e stalle. Gli edifici sono molto scarni e realizzati in bozze di pietra molte volte senza intonaco. Molti di questi edifici sono su due piani, con il pian terreno in parte scavato nella roccia.[16]
  • Borgo Medievale. La prima citazione del borgo è del XII secolo. Nel Quattrocento fu possedimento dei Caldora indi dei Capua, i quali tennero il feudo fino alla metà del Seicento, quando fu venduto ai D'Aquino. Ancora sono visibili i segni della seconda guerra mondiale, quando furono distrutti il palazzo degli avi di Benedetto Croce e gran parte del palazzo della famiglia De Thomasis, quest'ultimo sorto forse sui ruderi dell'antico castello.[17] Le mura originarie del borgo sono in muratura a secco con pezzi di pietra calcarea smussata e con riempimento degli interstizi con scaglie di pietra e cottoli cementati con malta di calce.[17]

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Il comune è interessato da un rapido processo di spopolamento. Abitanti censiti[18]

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 13 giugno 2004 Antonio Tamburrino Lista civica di centro-sinistra (1995-1999)
Lista civica (1999-2004)
Sindaco [19][20]
14 giugno 2004 7 giugno 2009 Arnaldo Rossi Lista civica Insieme Sindaco [21]
8 giugno 2009 26 maggio 2019 Antonio Tamburrino Lista civica Sempre insieme (2009-2014)
Lista civica Insieme per... (2014-2019)
Sindaco [22][23]
27 maggio 2019 in carica Angelo Piccoli Lista civica Sempre di più per Montenerodomo Sindaco

Note modifica

  1. ^ Elezioni comunali 2019. Angelo Piccoli è il nuovo sindaco di Montenerodomo, su abruzzolive.tv.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Montenerodomo e la sua storia (1ª parte), su Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 25 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2007).
  6. ^ pbase by Giancarlo Guzzardi.
  7. ^ A. L. Antinori, Annali degli Abruzzi, vol. VI, Bologna, Forni Editore, 1971, sub anno 1065 sub voce "Chieti".
  8. ^ Montenerodomo e la sua storia (2ª parte), su Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 25 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  9. ^ a b Stemma comunale, su Comune di Montenerodromo. URL consultato il 7 luglio 2023.
  10. ^ Montenerodomo, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 7 luglio 2023.
  11. ^ Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare - Istituzioni Decorate di Medaglia di Bronzo al Valor Militare Comune di Montenerodomo, su istitutonastroazzurro.it. URL consultato il 6 dicembre 2018.
  12. ^ Autori Vari, Mura Megalitiche, su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 9 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  13. ^ Autori Vari, Palazzo Croce, su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 9 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  14. ^ Autori Vari, Chiesa di San Vito, su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 9 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  15. ^ Autori Vari, Chiesa di San Martino [collegamento interrotto], su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 9 ottobre 2009.
  16. ^ Autori Vari, Pagliare, su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 9 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  17. ^ a b Autori Vari, Pagliare, su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 9 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  18. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  19. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 23 aprile 1995, su elezionistorico.interno.gov.it.
  20. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 13 giugno 1999, su elezionistorico.interno.gov.it.
  21. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 12 giugno 2004, su elezionistorico.interno.gov.it.
  22. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 25 giugno 2014, su elezionistorico.interno.gov.it.
  23. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 7 giugno 2009, su elezionistorico.interno.gov.it.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Veduta del sito archeologico di Juvanum
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