Nardovelifer altipinnis

(Reindirizzamento da Nardovelifer)

Nardovelifer altipinnis è un pesce osseo estinto, appartenente ai lampridiformi. Visse nel Cretaceo superiore (Campaniano - Maastrichtiano, circa 72 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Italia.

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Nardovelifer
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Classe Osteichthyes
Sottoclasse Actinopterygii
Superordine Acanthopterygii
Ordine Lampridiformes
Famiglia Veliferidae
Genere Nardovelifer
Specie N. altipinnis

Descrizione modifica

Questo pesce era di medie dimensioni, e poteva raggiungere i 35 centimetri di lunghezza. Nardovelifer era caratterizzato dalla presenza di nove raggi allungatissimi posti dietro la testa. Altre caratteristiche di Nardovelifer includono il corpo profondo e compresso lateralmente, la testa di grandi dimensioni, 35 vertebre, la pinna anale lunga, composta da numerose spine e con raggi molli, la pinna caudale biforcuta, le pinne pelviche poste sotto le pinne pettorali e composte da 12 raggi, il preopercolo leggermente curvo.

Classificazione modifica

Nardovelifer è considerato il più antico rappresentante dei lampriformi, un gruppo di pesci teleostei attualmente rappresentati da forme quali il regaleco (Regalecus glesne), il pesce re (gen. Lampris) e il lofote (gen. Lophotes). È possibile che Nardovelifer fosse un membro arcaico della famiglia Veliferidae.

Nardovelifer altipinnis venne descritto per la prima volta nel 1999 da Lorenzo Sorbini e Chiara Sorbini, sulla base di fossili ritrovati nella località di Donna Donata, nei pressi di Nardò in provincia di Lecce.

Bibliografia modifica

  • Sorbini C., Sorbini L., 1999. The Cretaceous Fishes of Nardò, 10. Nardovelifer altipinnis, gen. nov. et sp. nov. (Teleostei, Lampridiformes, Veliferidae). Studi e Ricerche sui Giacimenti Terziari di Bolca, VIII: 11-27.