Notothenia coriiceps

specie di pesce

Notothenia coriiceps (J. Richardson, 1844) è una specie di pesce attinopterigo della famiglia dei Nototenidi. È nativa dell'Oceano Australe lungo la piattaforma continentale dell'Antartide.

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Notothenia coriiceps
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Perciformes
Famiglia Nototheniidae
Genere Notothenia
Specie N. coriiceps
Nomenclatura binomiale
Notothenia coriiceps
J. Richardson, 1844
Sinonimi
  • Indonotothenia cyanobrancha (Richardson, 1844)
  • Notothenia purpuriceps Richardson, 1844[1]

Tassonomia modifica

Notothenia coriiceps fu descritto formalmente per la prima volta nel 1844 dal medico di bordo, naturalista ed esploratore artico scozzese John Richardson, con il tipo nomenclaturale raccolto a largo delle Isole Kerguelen nelle Terre Australi e Antartiche Francesi e delle Isole Auckland in Nuova Zelanda[2]. Richardson chiamò il nuovo genere Notothenia nella sua descrizione e il nome specifico fu assegnato da Theodore Nicholas Gill nel 1862[3]. Quest'ultimo nome, è composto da corium, ovvero "pelle", e ceps, che significa "capo" o "testa", in riferimento alla testa senza scaglie con la sua ruvida e conica papilla sensoriale[4].

Descrizione modifica

 
Disegno di esemplare diNotothenia coriiceps osservato durante la spedizione della HMS Terror

Notothenia coriiceps ha scaglie che appaiono di colore marrone o grigio. I denti consictono in più file di placche dentate e denti simili a canini, collocati nella parte frontale delle mascelle[5]. Gli esemplari adulti maschi tipicamente tipicamente reggiungono una lunghezza approssimativa di 50 centimetri[6]. Come altri pesci nototenoidi, non possiede la vescica natatoria[7]. Gli adulti di N. coriiceps possiedono un denso e ben sviluppato scheletro rispetto ai loro congeneri di Notothenia rossii, avendo così a che fare con una ridotta galleggiabilità[8]. L'epitelio è caratterizzato dalla presenza di piccole gocce di grasso, che fungono da meccanismo di incameramento per lipidi[9] e sono contenute anche nel tessuto osseo[10].

Distribuzione, habitat e biologia modifica

Questa specie mantiene una distribuzione circum-antartica sulla piattaforma continentale che probabilmente viene governata, almeno in parte, dalla presenza della corrente circumpolare antartica (ACC) che sicuramente controlla la dispersione delle uova[7]. Sono registrate popolazioni di N. coriiceps ad ovest del Mare di Ross, del Mare di Weddell, della Penisola Antartica, delle isole come la Georgia del Sud, delle Isole Balleny e delle Isole antartiche e sub-antartiche dell'Oceano Indiano[11]. Si cibano di alghe[12] amphipods[12] e krill[13]. Attualmente risulta nessun interesse commerciale su questa specie[14]. Come altri nototenidi antartici, N. coriiceps mostra diversi adattamenti che ottimizzano le performance dell'organismo a temperature ben al di sotto dello zero[15], tra questi una modificata risposta allo shock termico[15], la produzione di proteine antigelo che prevengono la trasformazione in ghiaccio dei fluidi corporei[16] e l'abbondanza di acidi grassi polinsaturi che permettono alle cellule di mantenere la fluidità della membrana cellulare[17]. N. coriiceps ha una tolleranza limitata per i forti sbalzi di temperatura ma dimostra buone capacità nell'estendere il suo limite termico per acclimatarsi meglio in acque più calde[18][19].

Genoma modifica

Il genoma di N. coriiceps venne sequenziato nel 2014[15]. I risultati indicarono una rapida evoluzione dei geni durante la speciazione, specialmente delle proteine che codificano proteine mitocondriali e l'emoglobina. In aggiunta, gli autori annotarono che molti geni di N. coriiceps riflettevano l'adattamento a temperature molto basse, con geni specializzati collegati alla diversa risposta della specie allo shock termico come per l'attivazione della fosforilazione ossidativa al freddo[15].

Note modifica

  1. ^ Rainer Froese e Daniel Pauly (a cura di), Notothenia coriiceps, su FishBase, 2021. URL consultato il 1º febbraio 2024.
  2. ^ (EN) William N. Eschmeyer, "Species in the genus Notothenia", in Catalog of Fishes, California Academy of Sciences. URL consultato il 7 febbraio 2024.
  3. ^ (EN) William N. Eschmeyer, "Species in the family Nototheniidae", in Catalog of Fishes, California Academy of Sciences. URL consultato il 1º febbraio 2024.
  4. ^ (EN) Christopher Scharpf e Kenneth J. Lazara, Order Perciformes: Suborder Notothenoididei: Families Bovichtidae, Pseaudaphritidae, Elegopinidae, Nototheniidae, Harpagiferidae, Artedidraconidae, Bathydraconidae, Channichthyidae and Percophidae, in The ETYFish Project Fish Name Etymology Database, Christopher Scharpf and Kenneth J. Lazara, 12 aprile 2021. URL consultato il 23 settembre 2021.
  5. ^ (EN) OS Voskoboynicova, Evolution of visceral skeleton and phylogeny of Nototheniidae, in Journal of Ichthyology, vol. 33, 1993, pp. 23–47.
  6. ^ (EN) H. H. Dewitt, P.C. Heemstra e O. Gon, Fishes of the Southern Ocean, Grahamstown, Sud Africa, Smith Institute of Ichthyology, 1990.
  7. ^ a b (EN) Joseph Eastman, Antarctic Fish Biology: Evolution in a Unique Environment, San Diego, California, Academic Press, 1993.
  8. ^ (EN) JT Eastman, Adaptive radiation at a low taxonomic level: divergence in buoyancy of the ecologically similar Antarctic fish Notothenia coriiceps and N. rossii (PDF), in Marine Ecology Progress Series, vol. 438, 2011, pp. 195–206.
  9. ^ (EN) FJ Hernandez-Blazquez, Fat absorptive processes in the intestine of the Antarctic fish Notothenia coriiceps (Richardson, 1844), in Polar Biology, vol. 29, n. 10, 2006, pp. 831–836.
  10. ^ (EN) TJ Eastman, Divergence in Skeletal Mass and Bone Morphology in Antarctic Notothenioid Fishes, in Journal of Morphology, vol. 275, n. 8, 2014, pp. 841–861.
  11. ^ Notothenia coriiceps Richardson, 1844 Black rockcod, su Fish Base. URL consultato il 24 gennaio 2019.
  12. ^ a b (EN) K. Iken, Grazing by the Antarctic fish Notofhenia coriiceps: evidence for selective feeding on macroalgae (PDF), in Antarctic Science, vol. 9, n. 4, 1997, pp. 386–391.
  13. ^ (EN) Roger Coggan, Seasonal and annual growth rates in the Antarctic fish Notothenia coriiceps Richardson, in Journal of Experimental Marine Biology and Ecology, vol. 213, n. 2, 1997, pp. 215–229.
  14. ^ (EN) E.R. Barrera-Oro e E. Marschoff, Information on the status of fjord Notothenia rossii, Gobionotothen gibberifrons and Notothenia coriiceps in the lower South Shetland Islands, derived from the 2000-2006 monitoring program at Potter Cove, in CCAMLR Science Journal of the Scientific Committee and the Commission for the Conservation of Antarctic Marine Living Resource, vol. 14, 2007, pp. 83–87.
  15. ^ a b c d (EN) S. C. Shin, The genome sequence of the Antarctic bullhead notothen reveals evolutionary adaptations to a cold environment, in Genome Biology, vol. 15, n. 9, 2014, p. 468.
  16. ^ (EN) L. Chen, Evolution of antifreeze glycoprotein gene from a trypsinogen gene in Antarctic notothenioid fish, in PNAS, vol. 94, n. 8, 1997, pp. 3811–3816.
  17. ^ (EN) B. S. Magalhães, Comparison of fatty acid composition in nine organs of the sympatric Antarctic teleost fish species Notothenia coriiceps and Notothenia rossii (Perciformes: Nototheniidae), in Comparative Biochemistry and Physiology B, vol. 155, n. 2, 2010, pp. 132–137.
  18. ^ (EN) Bilyk, Heat hardening in Antarctic notothenioid fishes, in Polar Biology, vol. 35, n. 9, 2012, pp. 1447–1451.
  19. ^ (EN) William Joyce, Michael Axelsson, Stuart Egginton, Anthony P. Farrell, Elizabeth L. Crockett, Kristin M. O’Brien e Nann Fangue, The effects of thermal acclimation on cardio-respiratory performance in an Antarctic fish (Notothenia coriiceps), in Conservation Physiology, vol. 6, n. 1, 2018, p. coy069.

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