Palazzo Maffei Marescotti

Palazzo storico di Roma

Il Palazzo Maffei Marescotti, a Roma, è un vasto palazzo, nato come palazzo nobiliare, ubicato nel Rione Pigna, in angolo tra via dei Cestari e via della Pigna, contiguo alla Chiesa delle Santissime Stimmate di San Francesco.

Palazzo Maffei Marescotti
Palazzo Maffei Marescotti, fronte via dei Cestari.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Divisione 1Lazio
LocalitàRoma
IndirizzoVia dei Cestari - Via della Pigna
Coordinate41°53′48.12″N 12°28′39.72″E / 41.8967°N 12.4777°E41.8967; 12.4777
Informazioni generali
Condizioniin uso
Costruzione1577-1746
Stilebarocco
Piani3
Realizzazione
ArchitettoGiacomo della Porta (XVI sec.), Ferdinando Fuga (XVIII sec.), Antonio Sarti (XIX sec.)
ProprietarioSanta Sede

Storia modifica

Il palazzo fu ideato nel 1580 da Giacomo Della Porta su incarico del cardinale Marcantonio Maffei, demolendo allo scopo alcune case di famiglia che prospettavano su piazza della Pigna di fronte al palazzo che era stato della famiglia di Stefano Porcari. La morte colse il cardinale Maffei nel 1583 e per il palazzo non finito cominciò una lunga serie di cambiamenti di proprietari e di destinazioni d'uso, la cui unica costante fu di mantenerlo in ambito vaticano.

Ancora incompiuto lo comprò, nel 1591, la potente sorella di Sisto V, Camilla Peretti[1]. La proprietà passò poi a un Sannesio (Clemente Sannesio de Calutiis, marchese di Collelungo), al cardinale Ludovisio nel 1621, a Francesco II d'Este nel 1668, a un Acciaiuoli nel 1714, pervenendo infine nel 1764 ai Marescotti, che la tennero fino al 1865 facendo ampliare il palazzo da Ferdinando Fuga.

Comincia qui la destinazione commerciale dell'immobile. Acquistato nel 1865 dalla Banca Romana di Tanlongo, fu comperato nel 1906 direttamente dal Vaticano, che ne fece la sede del Vicariato di Roma, facendo completare la facciata su via dei Cestari in stile neorinascimentale da Antonio Sarti. Dopo il trasloco del Vicariato al Palazzo di San Callisto (1964), l'edificio ospita associazioni cattoliche e l'Opera romana pellegrinaggi, grande protagonista del turismo confessionale.

Note modifica

  1. ^ Camilla Peretti (1519-1605) sorella di poco maggiore di Felice di Peretto, poi divenuto papa Sisto V. Rimasta vedova attorno al 1560, con due figli, la Peretti era venuta a stabilirsi a Roma presso il fratello all'epoca ancora solo ex inquisitore e procuratore generale dei Francescani. Dei suoi due figli il primo, Francesco, prese in moglie Vittoria Accoramboni, dal cui amante Paolo Giordano I Orsini fu fatto assassinare. La seconda figlia, Maria Felice, morì giovane ma lasciando due figli, sui quali poté incardinarsi il nepotismo dei Peretti. Camilla Peretti fu in effetti l'agente principale delle operazioni familiari e immobiliari di Sisto. Fu comprata a suo nome, ad esempio, nel 1576, la vigna Guglielmini all'Esquilino, primo nucleo di quella che sarebbe poi stata la grande Villa Montalto Peretti, donata nel 1586 dal cardinal Montalto alla sorella, che ne mantenne il possesso fino alla morte; numerose altre proprietà e rendite immobiliari le provennero dall'estensione e riordino del Ghetto di Roma, favorito dal papa.

Bibliografia modifica

  • Massimo Stoppa, Il Palazzo Del Vicariato Alla Pigna, Palazzo Maffei Marescotti, Roma, Nuova Argos, 2003.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN234378576 · GND (DE7679444-1 · WorldCat Identities (ENviaf-234378576