Peerless Motor Company

La Peerless Motor Company è stata una casa automobilistica statunitense attiva dal 1900 al 1931. Fu famosa per la costruzione di vetture di lusso[1]. Sulle Peerless vennero installate di serie numerose innovazioni tecnologiche che in seguito diventarono comuni anche sui modelli delle altre case automobilistiche, come i freni a tamburo[1][2].

Peerless Motor Company
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StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Fondazione1900 a Cleveland
Chiusura1931
Sede principaleCleveland
SettoreAutomobilistico
ProdottiAutovetture

Storia modifica

 
Lo stabilimento di produzione della Peerless Motor Company negli anni dieci

Fondata nel 1900 a Cleveland, nell'Ohio, cominciò le sue attività produttive assemblando su licenza vetture De Dion-Bouton[1]. La Peerless iniziò ad assemblare autovetture con marchio proprio nel 1902 grazie al lavoro di progettazione di Louis P. Mooers[1]. Il primo modello prodotto dalla Peerless, la Type 4, era a motore anteriore e trazione posteriore; il moto alle ruote posteriore era trasmesso attraverso un albero di trasmissione. Quest'ultimo diventò poi comune anche sui modelli delle altre case automobilistiche. Nei primi anni della storia dell'automobile, per trasmettere il moto alle ruote posteriori, si utilizzava infatti una catena. La Peerless era anche nota per utilizzare sulle sue autovetture alberi a gomiti piani.

 
Concessionario Peerless in Florida nel 1926

Nel 1904 la Peerless produsse la "Peerless Green Dragon", ovvero una vettura da competizione che in seguito venne affidata al pilota automobilistico Barney Oldfield[1]. Nei suoi primi anni di attività la Peerlees partecipava a gare automobilistiche per dimostrare la durevolezza delle sue autovetture oltre che per stabilire record del mondo di velocità. In particolare la Green Dragon fu una delle vetture Peerless che ebbe maggior successo e Oldfield, con essa, registrò alcuni record di velocità terrestre[1]. Nel 1905 la Green Dragon partecipò a una delle prime gare di durata della storia dell'automobilismo. In particolare prese parte a una "24 ore" organizzata a Columbus, nell'Ohio, pilotata da Earnest Bollinger, Aurther Feasel e, brevemente, da Barney Oldfield, giungendo terza dopo aver avuto un problema tecnico che ne pregiudicò la prestazione in gara[3].

Dal 1905 al 1907 la produzione di autovetture Peerless aumentò notevolmente[1]. Non appena il nome della Peerless crebbe di fama, la dirigenza della casa automobilistica statunitense decise di iniziare a produrre automobili di lusso. In seguito vetture Peerless vennero acquistate da personaggi famosi come Cornelius Vanderbilt e John Davison Rockefeller[2].

 
Una Peerless modello 56 Touring del 1917

Nel 1911 la Peerless fu una delle prime case automobilistiche a introdurre l'illuminazione elettrica dei fanali, mentre nel 1913 i suoi modelli iniziarono ad essere dotati di accensione elettrica[2]. Nel 1915 la Peerless lanciò il suo primo motore V8: l'obiettivo della casa statunitense era infatti quello di competere con la Cadillac, che introdusse questo tipo di motore qualche anno prima[1]. Durante la prima guerra mondiale le maggiori aziende statunitensi convertirono la loro produzione civile alle forniture belliche, e la Peerless non fu un'eccezione: in particolare la casa automobilistica statunitense assemblò autocarri ad uso bellico e telai per veicoli militari[2].

Negli anni venti la Peerless venne accostata a due altre case statunitensi, la Packard e la Pierce-Arrow, per via delle sue vetture raffinate ed eleganti: insieme vennero soprannominate le "tre P" perché accomunate dalla medesima lettera iniziale del nome[1]. Nel 1929 la gamma Peerless fu completamente riprogettata per riuscire a competere con la Stutz e la Marmon[1]. Le vendite della Peerless migliorarono e quindi la dirigenza della Peerless decise di aggiornare nuovamente la gamma nel 1930. Poco dopo, a causa della grande depressione che iniziò nel 1929, le vendite delle vetture Peerless, così come quelle degli altri marchi di auto di lusso, subirono un drastico calo.

Tra il 1930 ed il 1931 la Peerless commissionò alla Murphy Body Work di Pasadena, in California, il progetto di un modello avrebbe dovuto essere presentato, secondo i piani, nel 1933. Il compito fu assegnato a Frank Hershey, che progettò una vettura con una linea notevolmente pulita, elegante e mossa da un motore V16. Proprio quando la vettura fu pronta per la produzione in serie, il consiglio di amministrazione della Peerless interruppe l'assemblaggio di autovetture riconvertendo gli stabilimenti alla produzione di birra sotto licenza Carling Black Label: poco prima, negli Stati Uniti, era infatti terminato il proibizionismo e quindi i dirigenti della casa automobilistica statunitense giudicarono più redditizia la produzione di bevande alcoliche[1][4]. Questa riconversione segnò la fine del marchio Peerless. Il prototipo citato, che fu l'ultimo modello prodotto dalla casa automobilistica statunitense[1], venne conservato nello stabilimento Peerless fino alla fine della seconda guerra mondiale; in seguito fu acquistato dalla Crawford Auto-Aviation Museum di Cleveland. Le vetture Peerless superstiti sono rarissime e molto ricercate dai collezionisti.

Modelli prodotti modifica

 
Manifesto pubblicitario della Peerless del 1905
 
Peerless Model 36 del 1912
 
Peerless del 1930
Modello Anni di produzione cilindri Potenza Passo
Type A "Motorette" 1900 1 cilindro 2,75 bhp (2 kW) -
Type B "Motorette" 1900-1902 1 cilindro 2,75 bhp (2 kW) -
Type C "Motorette" 1900-1902 1 cilindro 3,5 bhp (2,6 kW) -
Type 4 1902-1903 2 cilindri 16 bhp (11,8 kW) -
Type 16/22 HP 1904 4 cilindri 22 bhp (16,2 kW) 2.184 mm
Type 7 1904 4 cilindri 35 bhp (25,7 kW) 2.591 mm
Type 8 1904 4 cilindri 24 bhp (17,6 kW) 2.642 mm
Model 9 1905 4 cilindri 24 bhp (17,6 kW) 2.591 mm
Model 10 1905 4 cilindri 30 bhp (22 kW) 2.642 mm
Model 11 1905 4 cilindri 35 bhp (25,7 kW) 2.642 mm
Model 12 1905 4 cilindri 60 bhp (44 kW) 2.718 mm
Model 14 1906 4 cilindri 30 bhp (22 kW) 2.718 mm
Model 15 1906-1907 4 cilindri 45 bhp (33 kW) 2.896 mm
Model 16 1907 4 cilindri 30 bhp (22 kW) 2.769 mm
Model 18 1908 6 cilindri 50 bhp (37 kW) 2.997 mm
Model 20 1908 6 cilindri 50 bhp (37 kW) 3.366 mm
Model 19 1909 4 cilindri 30 bhp (22 kW) 3.099 mm
Model 25 1909 6 cilindri 50 bhp (37 kW) 3.454 mm
Model 27 1910 4 cilindri 30 bhp (22 kW) 3.010 - 3.099 mm
Model 28 1910 6 cilindri 50 bhp (37 kW) 3.454 mm
Model 29 1911 4 cilindri 20 bhp (14,7 kW) 2.870 mm
Model 31 1911 4 cilindri 30 bhp (22 kW) 3.124 mm
Model 32 1911 6 cilindri 45 bhp (33 kW) 3.454 mm
Town Car 1912 4 cilindri 24 bhp (17,6 kW) 2.870 mm
Model 40-Four 1912-1913 4 cilindri 40 bhp (29 kW) 3.175 mm
Model 38-Six 1912-1914 6 cilindri 38 bhp (28 kW) 3.175 mm
Model 48-Six 1912-1914 6 cilindri 48 bhp (35 kW) 3.480 mm
Model 60-Six 1912-1914 6 cilindri 60 bhp (44 kW) 3.556 mm
Model 24-Four 1913 4 cilindri 25,6 bhp (18,8 kW) 2.870 mm
Model 48 1915 6 cilindri 48,6 bhp (35,7 kW) 3.480 mm
Model 54 1915 4 cilindri 22,5 bhp (16,5 kW) 2.870 mm
Model 55 1915 6 cilindri 29,4 bhp (21,6 kW) 3.073 mm
Model 56 1916-1921 8 cilindri 33,8-80 bhp (25-59 kW) 3.175 mm
Model 56-7 1922 8 cilindri 80 bhp (59 kW) 3.175 mm
Model 66 1923-1924 8 cilindri 70 bhp (51 kW) 3.251 mm
Model 8-67 1925 8 cilindri 70 bhp (51 kW) 3.251 mm
Model 6-70 1925-1926 6 cilindri 70 bhp (51 kW) 3.200 - 3.378 mm
Model 6-72 1926-1927 6 cilindri 70 bhp (51 kW) 3.213 - 3.391 mm
Model 6-80 1926-1928 6 cilindri 63 bhp (46 kW) 2.946 mm
Model 8-69 1926-1928 8 cilindri 70-80 bhp (51-59 kW) 3.213 - 3.378 mm
Model 6-90 1927 6 cilindri 70 bhp (51 kW) 3.048 mm
Model 6-60 1928 6 cilindri 62 bhp (45,6 kW) 2.946 mm
Model 6-91 1928 6 cilindri 70 bhp (51 kW) 3.048 mm
Model 6-61 1929 6 cilindri 62 bhp (45,6 kW) 2.946 mm
Model 6-81 1929 6 cilindri 66 bhp (48,5 kW) 2.946 mm
Model 120 1929 8 cilindri 114 bhp (84 kW) 3.302 - 3.505 mm
Standard 8 1930-1931 8 cilindri 85-120 bhp (62,5-88 kW) 2.997 mm
Master 8 1930-1931 8 cilindri 120 bhp (88 kW) 3.175 mm
Custom 8 1930-1931 8 cilindri 120 bhp (88 kW) 3.505 mm

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k l Georgano, pp. 153-154.
  2. ^ a b c d (EN) Daniel Vaughn, 1912 Peerless Model 36, su conceptcarz.com. URL consultato il 7 luglio 2016.
  3. ^ (EN) E. Ralph Estep, Eventful 24 Hours, in The Motor Way, vol. 13, n. 1, 6 settembre 1905, p. 13. URL consultato il 7 luglio 2016.
  4. ^ (EN) Encyclopedia of Cleveland History: CARLING BREWING CO., su ech.case.edu. URL consultato il 13 dicembre 2016.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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