Portale:Antica Siracusa/Reggitori

Siracusa si resse nei suoi primissimi secoli senza l'ausilio di una monarchia o di una tirannide, le fonti storiche infatti informano che nel periodo in cui si avvicinava pericolosamente ad essa il tiranno di Gela, Ippocrate, sconfinato tra le colonie di Siracusa nel V secolo a.C., essa era governata dalle fazioni contrapposte dei Gamoroi - discendenti dei primi coloni corinzi - e dai Killichirioi - discendenti dei Siculi. Fu solo con la venuta di Gelone, militare di Ippocrate che seppe con l'astuzia introdursi nel governo siracusano, che la polis diede inizio alla sua longeva tirannide, destinata a divenire la più potente del mondo Occidentale.

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I tiranni di Siracusa

Personalità in evidenza: Dionisio I (Διονύσιος)

Egli riuscì, salendo al potere, ad abbattere la democrazia che si era instaurata in Siracusa nel 465 a.C., anno della morte di Trasibulo, l'ultimo tiranno della dinastia dei Dinomenidi. La scelta politica di Dionisio perseguiva quella di Gelone, vissuto un'ottantina d'anni prima; per tanto, non sorprende che per lui sia stato «il riso della Sicilia». Si racconta che Publio Scipione l'Africano, quando gli furono chiesti i nomi degli uomini più abili e più intelligentemente coraggiosi, abbia risposto «I siciliani Agatocle e Dionisio».

Dionisio fu a capo dell'esercito di Siracusa e degli alleati durante le guerre greco-puniche (in particolare la terza e la quarta). I successi, sommati ai risultati che la guerra contro la lega Italiota ebbe, portarono al completo assoggettamento della Sicilia (esclusa la parte nord-occidentale ancora in mani cartaginesi) sotto un'unica polis egemone: Siracusa.

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