Primo palazzo degli uffici ENI

edificio per uffici di San Donato Milanese

Il primo palazzo degli uffici ENI è un edificio a torre ad uso direzionale, posto ai margini dell'insediamento di Metanopoli, nel territorio comunale di San Donato Milanese.

Primo palazzo degli uffici ENI
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàSan Donato Milanese
Coordinate45°25′24.74″N 9°15′21.4″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1956-1958
Usoufficio
Altezza
  • 55 m
Piani15
Realizzazione
ArchitettoMarcello Nizzoli e Giuseppe Mario Olivieri
ProprietarioEni
CommittenteEni

Il palazzo è sito in via Guido Bonarelli e in fregio alla Via Emilia, il grande asse di penetrazione urbana di Milano da sud, e a poca distanza dal tracciato originario dell'Autostrada del Sole.

Il palazzo venne concepito negli anni cinquanta del XX secolo per ospitare gli uffici direzionali del gruppo Eni[1]. Fu progettato da Marcello Nizzoli e Giuseppe Mario Olivieri[2][3] e costruito dal 1956 al 1958[3] sotto la guida del Servizio Costruzioni Edili della SNAM[4]; la struttura metallica portante venne eseguita dalla Società SAE di Milano[4].

Con la progressiva espansione delle attività del Gruppo, a questo primo palazzo se ne aggiunsero successivamente un secondo (1961-62[3]), un terzo, un quarto e un quinto.

Caratteristiche

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Il complesso edilizio si compone di tre elementi, fra loro affiancati all’interno di uno spazio verde[5]. L'elemento principale è la torre degli uffici, che conta quindici piani per un'altezza di 55 metri[1]; essa è affiancata ad ovest dal basso edificio dei servizi generali, e ad est della biblioteca[5], costruita in forme non corrispondenti al progetto d’origine.

L’area è posta al margine sud-occidentale dell’insediamento aziendale di Metanopoli, quasi ai confini del comune di Milano; fronteggia la Via Emilia, all’epoca il maggiore asse di penetrazione a Milano da sud, a breve distanza dall’origine dell’Autostrada del Sole, aperta negli stessi anni. Per i suoi stretti legami con la rete delle infrastrutture territoriali, il complesso assurse a simbolo della “città regione” e della “nuova dimensione” auspicate dall’urbanistica italiana degli anni sessanta[6].

L'edificio a torre ha struttura portante in acciaio[7], protetta da un rivestimento in calcestruzzo[8]. Le facciate esterne sono in curtain wall in lega di alluminio e vetro[9].

La pianta si basa su un sistema ad esagoni intrecciati, che nelle intenzioni dei progettisti voleva richiamare le architetture della Lombardia romanica, dai battisteri di Cremona e di Parma alla vicina “Ciribiciaccola” di Chiaravalle, simboli del medioevo mercantile padano; ma la pianta centrale rimanda anche ai gasometri della civiltà industriale moderna[10].

Un'altra particolarità dell'edificio è la presenza più volte ripetuta di decorazioni litiche astratte, che ricordano gli antichi ideogrammi delle civiltà mesopotamiche – prime utilizzatrici del petrolio e dell'asfalto – ma anche le forme di vita fossilizzate nelle viscere della terra[11].

  1. ^ a b Fortini (1958), p. 374.
  2. ^ Fortini (1958), p. 368.
  3. ^ a b c Fortini (1958), p. 378.
  4. ^ a b Fortini (1958), p. 381.
  5. ^ a b Fortini (1958), p. 369.
  6. ^ Grandi e Pracchi (1998), p. 354.
  7. ^ Fortini (1958), p. 376.
  8. ^ Fortini (1958), p. 377.
  9. ^ Fortini (1958), p. 375.
  10. ^ Fortini (1958), p. 370.
  11. ^ Fortini (1958), p. 372.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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