Raggruppamento sahariano "Mannerini"

Il Raggruppamento sahariano "Mannerini", dal nome del comandante il generale Alberto Mannerini (per distinguerlo dal precedente Raggruppamento sahariano "Maletti"), fu una grande unità del Regio Esercito operante in Tunisia durante la seconda guerra mondiale.

Raggruppamento sahariano "Mannerini"
Descrizione generale
Attivafebbraio-marzo 1943 - 13 maggio 1943
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Servizio Regio Esercito
Tiporaggruppamento a livello divisionale
Equipaggiamentomezzi: L6/40, L40, AB41 Autocarro sahariano AS37, Camionetta desertica AS37, Fiat-SPA AS42 "Sahariana"
artiglierie: 75/18 Mod. 1934/1935, 75/27 Mod. 1911, 100/17, 47/32 Mod. 1935, Breda 20/65 Mod. 1935
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale
Campagna di Tunisia
Operazione Pugilist
Parte di
Riserva d'armata (1ª Armata)
Reparti dipendenti
350º Rgt. Fanteria Guardia alla Frontiera
1 Btg. Guardia alla frontiera
XVI Btg. Mitraglieri da Posizione
CXVI Btg. mitraglieri da posizione
7 Cp. sahariane
V Gr. Squadroni Esplorante/Rgt. "Lancieri di Novara"
290º Rgt. Artiglieria Guardia alla Frontiera
1 Btg. misto genio
LV Btg. Complementi
Comandanti
Degni di notaGen. D. Alberto Mannerini
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Storia modifica

Il Raggruppamento "Mannerini" era un'unità di livello divisionale sui generis creata con unità sia coloniali che nazionali, attivata nei primi mesi del 1943, durante la campagna di Tunisia. L'organico variò molto nel tempo e spesso non è ricostruibile. Ciò è dovuto al fatto che essa era composta con le unità di complementi tratte da altre grandi unità o da reparti reduci di unità sbandate o distrutte.

Schierate sulla linea del Mareth, le unità del "Mannerini" furono impegnate in operazioni a lungo raggio nel deserto, soprattutto in contrasto al Long Range Desert Group[1]. Il raggruppamento partecipò in maniera organica alle battaglie della campagna di Tunisia, in particolare all'Operazione Pugilist. Nell'ambito di questa operazione, il "Mannerini" costituiva la riserva d'armata della 1ª Armata e si sacrificò completamente sulla linea del Uadi Akarit[2], presso El Hamma ed Sebkhet el Nual.

Organizzazione modifica

La forza del "Mannerini" si attestava su circa 6 000 uomini. I reparti nazionali provenivano in particolare dalle distrutte divisioni "Savona" e libiche e dai complementi del XVI e CXVI Battaglione della "Pistoia" (LV Battaglione), dalla Polizia dell'Africa Italiana e dalla Guardia alla Frontiera del Settore Sahariano. Le fanterie erano appoggiate da diverse unità blindate e corazzate, quali il R.E.Co (Raggruppamento Esplorante Corazzato) "Cavalleggeri di Lodi" ed elementi del "Monferrato", "Nizza" e "Novara" con autoblindo AB41, carri L6/40 e semoventi L40. La componente d'artiglieria contava su almeno sette batterie, dotate soprattutto di obici da 75/18 Mod. 1934/1935, cannoni da 100/17 e mitragliere antiaeree Breda 20/65 Mod. 1935. Al raggruppamento venne poi aggregata una grossa componente di truppe coloniali, quali diverse compagnie auto-avio sahariane, reparti meharisti e i camionettisti italo-arabi del Gruppo Formazioni "A". In tempi diversi con il Raggruppamento "Mannerini" operarono la 103ª Compagnia arditi camionettisti del 10º Reggimento arditi, la 3ª Compagnia PAI ed il VI Battaglione CC.NN.[3].

Ordine di battaglia: marzo 1943 modifica

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Andrea Molinari, Desert raiders: Axis and Allied Special Forces 1940-43, Oxford, Osprey Publishing, 2007, ISBN 978-1-84603-006-2.
  • Paolo Savasta, Un sogno italiano, la Libia. Capitolo V, Ernandes.com.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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