I Ravagnin (talvolta anche Ravagnini) furono una famiglia aristocratica veronese e trevigiana, ascritta al patriziato veneziano e annoverata fra le cosiddette Case fatte per soldo.

Stemma Ravagnin

La tradizione vuole i Ravagnin originari del capoluogo scaligero[1], benché alcune cronache li attestino presenti anche nella Marca trevigiana sin dal medioevo[2], ed imparentati con la famiglia Spineda.

Nel 1657[1][3], questa casa fu assimilata al corpo patrizio veneziano e ammessa al Maggior Consiglio, a seguito del pagamento della somma prevista per l'acquisto del titolo nobiliare, e contribuendo in tal maniera a rimpinguare l'erario della Repubblica, impegnata contro i Turchi nella guerra per il controllo dell'isola di Candia. La famiglia fu aggregata nelle persone del cavaliere Giulio Ravagnin (originario di Treviso) e dei suoi fratelli, uno dei quali, nel 1684, morì trentaquattrenne, colpito da palla di cannone, sulla galeazza dell'ammiraglio Marco Pisani, sotto Corone[1]. Le votazioni per l'assimilazione dei Ravagnin al patriziato veneto avvennero il giorno 22 luglio, e si svolsero con esito favorevole sia in Senato (118 favorevoli, 20 contrari, 13 astenuti) sia in Maggior Consiglio (434 favorevoli, 158 contrari, 17 astenuti)[2].

Nel 1797, alla caduta della Serenissima, i Ravagnin erano ancora presenti in Maggior Consiglio[3]; non appaiono, tuttavia, tra le famiglie riconosciute nobili dal governo imperiale austriaco[4].

Luoghi e architetture

modifica