Regno di Como

dipinto di Lorenzo Costa

Il Regno di Como è un dipinto a tempera e olio su tela (152x238 cm) di Lorenzo Costa il Vecchio, databile al 1511 e conservato nel Museo del Louvre a Parigi. Fu originariamente dipinto per lo studiolo di Isabella d'Este nel Palazzo Ducale a Mantova.

Regno di Como
AutoreLorenzo Costa il Vecchio
Data1511
Tecnicatempera e olio su tela
Dimensioni152×238 cm
UbicazioneMuseo del Louvre, Parigi

Il dipinto fu il quinto ad essere commissionato da Isabella d'Este per il suo studiolo, dopo le due tele di Mantegna (Parnaso e Trionfo della Virtù, rispettivamente del 1497 e del 1499-1502), la Lotta tra Amore e Castità di Perugino (1503), e l'altro dipinto di Lorenzo Costa, Isabella d'Este nel regno di Armonia (1506). Il Regno di Como ha misure diverse rispetto alle altre opere della serie ed è possibile che occupasse un posto diverso nella stanza, magari lungo la parete opposta alla finestra.

Il soggetto forse venne fornito dal poeta e consigliere di Isabella Paride da Ceresara, quando Costa era ormai divenuto pittore di corte a Mantova dopo la morte di Mantegna.

Il dipinto venne regalato, con tutti gli altri dello studiolo, da Carlo I Nevers al cardinale Richelieu, venendo trasferito a Parigi. Qui seguì le vicende di molte collezioni artistiche di pregio, finendo nel patrimonio statale e poi al nascente Museo del Louvre.

Descrizione

modifica

Anche questo dipinto, come il precedente di Costa, raffigura, secondo una complessa allegoria di personaggi mitologici, il regno ideale di Isabella d'Este, paragonato a quello del dio Como, protettore dell'allegria e delle feste.

Tra le figure simboliche del regno si trovano l'amore voluttuoso, rappresentato da Dioniso e Nikaia e da Leda e il cigno, e quello celeste delle due Veneri (vestita e ignuda), raffigurate accanto a Como.

A destra un maestoso portale classicheggiante simboleggia l'ingresso del Regno, sorvegliato da Giano e Mercurio, che scacciano i Vizi.

Dal punto di vista stilistico il taglio dell'opera e la dimensione delle figure vennero imposti dalle regole delle tele nello studiolo. Il pittore tradusse il soggetto in un vorticare di figure, immerse in un ricco paesaggio dai colori morbidi e brillanti, secondo le regole del colorismo allora in voga. Un brano particolarmente riuscito è il paesaggio nella parte destra, che sfuma sapientemente in lontananza ottenendo una particolare profondità, grazie all'uso della prospettiva aerea.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
  • Scheda nel sito ufficiale del museo, su cartelen.louvre.fr.
  • Una scheda sul dipinto [collegamento interrotto], su alessandrofrezzini.it.