Bufotes viridis
Il rospo smeraldino europeo (Bufotes viridis (Laurenti, 1768)) è un anfibio anuro della famiglia Bufonidae.[1]
Rospo smeraldino | |
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Bufotes viridis | |
Stato di conservazione | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Superclasse | Tetrapoda |
Classe | Amphibia |
Sottoclasse | Lissamphibia |
Ordine | Anura |
Famiglia | Bufonidae |
Genere | Bufotes |
Specie | B. viridis |
Nomenclatura binomiale | |
Bufotes viridis (Laurenti, 1768) | |
Sinonimi | |
Bufo viridis | |
Areale | |
Descrizione
modificaAdulto
modificaÈ più piccolo del rospo comune (Bufo bufo): raggiunge al massimo i 10 cm, restando più frequentemente attorno ai 7 cm. La colorazione è molto variabile: marrone o bianco con chiazze verde smeraldo. Frequentemente la sua livrea è impreziosita da puntini rossastri. Le ghiandole parotoidi si trovano, come nel rospo comune, sul collo, ma sono più allungate.
Girini
modificaI girini di Bufotes viridis sono grigio-marrone e lunghi anche 4,5 cm e crescono nutrendosi soprattutto di alghe e altri minuscoli materiali organici. La temperatura dell'acqua nella zona dove si trovano deciderà la velocità della loro metamorfosi: più è calda l'acqua, più veloce sarà la metamorfosi. Questo perché l'alta temperatura dell'acqua è sintomo che la loro pozza si sta prosciugando. Da ricordare che i girini di rospo smeraldino sopportano anche elevati gradi di salinità dell'acqua.
Ai girini spuntano dapprima le zampe posteriori, e successivamente le zampe anteriori: da questo momento iniziano a digiunare, perché il loro apparato boccale (e digerente) si sta trasformando: infatti da onnivori diverranno insettivori. La metamorfosi dura uno o due giorni; il metamorfosando inizia ad assorbire la coda, e nel giro di appunto 24 - 48 ore scomparirà. La sua pelle è ancora liscia per favorire la traspirazione. A differenza del rospo comune, il neometamorfosato di rospo smeraldino inizierà a mangiare dopo appena un giorno dalla metamorfosi.
Distribuzione e habitat
modificaIl rospo smeraldino si trova nell'Europa continentale, in Asia e nel Nord America.
In Italia la sua presenza è limitata al Friuli-Venezia Giulia, al Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e al Trentino-Alto Adige mentre nelle altre regioni compresa la Sardegna è diffuso Bufotes balearicus tranne in quasi tutta la Sicilia dove è presente Bufotes boulengeri siculus[2].
Pur essendo presenti numerose minacce alla sopravvivenza del rospo smeraldino, sarebbe tuttavia utile attuare dei piani di protezione attraverso: ulteriori indagini sui siti di riproduzione e il continuo monitoraggio di quelli già individuati; la protezione dei bacini idrici attuali e la creazione di piscine artificiali adatte alla sua riproduzione; la riduzione degli ostacoli alla sua riproduzione attraverso la pianificazione della pulizia dei bacini idrici al di fuori del periodo riproduttivo e il controllo dell’introduzione di specie non autoctone.
Si adatta a differenti habitat tra cui steppe, zone di montagna, aree semi-desertiche e zone urbane.
Specie simili
modificaAltre specie di rospo smeraldino presenti in Italia, che in passato venivano tutte attribuite a B. viridis, sono[2]:
- Bufotes balearicus: presente in quasi tutta Italia, Sardegna ed un pezzo di Sicilia (messinese) (qualche autore definisce questa specie B. lineatus)
- Bufotes boulengeri: presente con la sottospecie nordafricana a Lampedusa e con la sottospecie siciliana (B. boulengeri siculus) in Sicilia e nelle isole minori.
Biologia
modificaRispetto al rospo comune frequenta ambienti più umidi e più caldi. Si nutre di insetti, lombrichi e tutto quello che riesce a catturare. Il rospo smeraldino è in grado di emettere un richiamo piuttosto forte, simile al trillo dei grilli; i maschi in riproduzione tendono a "cantare" in gruppi numerosi come le rane verdi.
Riproduzione
modificaDopo il letargo invernale, in concomitanza con la primavera inizia la stagione degli accoppiamenti: i rospi si recano vicino ai luoghi di riproduzione (solitamente vicino a corsi d'acqua, pozze o stagni) verso l'inizio di marzo e lì i maschi si aggrappano alle ascelle delle femmine, che sono visibilmente più grandi. Questo è il cosiddetto amplesso ascellare. A questo punto la femmina depone in acqua un cordone gelatinoso di circa 13 000 uova, che vengono fecondate dal maschio. Queste uova poi si schiuderanno, facendo nascere i girini. A differenza del Rospo comune non tende a frequentare sempre lo stesso ambiente acquatico per riprodursi.
Conservazione
modificaIl rospo smeraldino è protetto dalla convenzione di Berna per la salvaguardia della fauna minore.
Note
modifica- ^ (EN) Frost D.R. et al., Bufotes viridis, in Amphibian Species of the World: an Online Reference. Version 6.0, New York, American Museum of Natural History, 2014. URL consultato l'11 novembre 2014.
- ^ a b Stock 2008.
Bibliografia
modifica- Arnold & Burton, Guida dei Rettili e degli Anfibi d'Europa, 1985.
- Ensabella F., Formichetti P., Isotti R., Loriga S. & Sorace A., Breeding site selection of Bufo viridis in the city of Rome (Italy), in Amphibia-Reptilia (2003), 24: 396-400.
- Lo Valvo M. & Giacalone G, Dati e considerazioni sulla biologia riproduttiva della popolazione di Rospo smeraldino, Bufo viridis Laurenti, 1768, della Riserva Naturale di Monte Pellegrino (Palermo), in Annali Museo Civico Storia Naturale di Ferrara 2003(2005); 6: 61-65.
- C. Colliard, A. Sicilia, G. F. Turrisi, M. Arculeo, N. Perrin and M. Stöck, Strong reproductive barriers in a narrow hybrid zone of West-Mediterranean green toads (Bufo viridis subgroup) with Plio-Pleistocene divergence, in BMC Evolutionary Biology 2010 10: 232-248.
- Sicilia A., Lillo F., Zava B. and Bernini F, Breeding phenology of Bufo viridis Laurenti, 1768 in Sicily [collegamento interrotto], in Acta Herpetologica 2006; 2: 107-117.
- (EN) Stöck, M. et al. 2004, Bufotes viridis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- Stöck M., Moritz C., Hickerson M., Frynta D., Dujsebayeva T., Eremchenko V., Macey J.R., Papenfuss T. J., and Wake D. B., Evolution of mitochondrial relationships and biogeography of Palearctic green toads (Bufo viridis subgroup) with insights in their genomic plasticity (PDF), in Molecular Phylogenetics and Evolution 2006; 41: 663-689.
- Stöck, M., Sicilia, A., Belfiore, N., Buckley, D., Lo Brutto, S., Lo Valvo, M., and Arculeo, M, Post-Messinian evolutionary relationships across the Sicilian channel: Mitochondrial and nuclear markers link a new green toad from Sicily to African relatives, in BMC Evolutionary Biology 2008; 8: 56-74.
- Novarini N, Bonato L, Nomenclatural availability of the names applied to “varieties” of the green toad (Bufo viridis subgroup) in the Italian territory, with emphasis on the variety lineata of Ninni (Anura: Bufonidae), in Acta Herpetologica 2010; 5(1): 37-62. URL consultato l'8 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bufo viridis
- Wikispecies contiene informazioni su Bufo viridis
Collegamenti esterni
modifica- Bufo viridis scheda su Amphibia Web
- Bufo viridis scheda su Astolinto