Sambonifacio
Sambonifacio | |
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Inquartato: nel 1° e 4° di azzurro alla stella di sei raggi d'oro; nel 2° e 3° palato d'argento e di nero; il tutto col capo di argento alla croce di rosso[1]. | |
Titoli | ![]() ![]() ![]() ![]() |
Fondatore | Milone Sambonifacio |
Data di fondazione | X secolo |
I Sambonifacio (o San Bonifacio) furono una nobile famiglia di Verona.
StoriaModifica
Primo esponente della famiglia è considerato Milone, nobile di stirpe franca figlio di Manfredo di Mosezzo e fratello di Manfredo conte di Lomello[2]. Vassallo di re Berengario I, nel X secolo fu nominato conte di Verona e marchese[3][4], titoli che poi trasmise al nipote Egelrico assieme ai castra di Ronco, Begosso e San Bonifacio e che rimasero ai discendenti anche dopo la nascita del libero comune (1135)[2][3].
Sin dai primi tempi si divisero in due rami, quello "da San Bonifacio" (denominazione attestata per la prima volta nel 1055) e quello "da Ronco" (attestata dal 1083)[5].
Egelrico, appoggiato da Berengario II e da Adalberto II (dal quale aveva ottenuto un diploma che ne rafforzava la presenza nel comitato di Verona orientale), con l'avvento di Ottone I dovette cedere il titolo comitale a Gandolfo di Gamenulfo, capostipite dei da Palazzo. Nonostante tutto, riuscì a non compromettere la propria posizione, tanto che nel 970 risulta nel seguito dell'imperatore. Un suo figlio o nipote omonimo, attestato nel 996 e nel 1001, viene detto marchio nel 1009[5].
Con l'arrivo in Italia di Enrico III, i Sambonifacio riottennero la carica comitale nella figura di Enrico (1055)[5].
Sin dai primi tempi si divisero in due rami, l'uno rimasto nel castello di San Bonifacio (ed estinto nel 1135 con Alberto[6]), l'altro residente in quello di Ronco[3].
Ebbero un ruolo di primo piano nella vita politica della città, primeggiando all'interno del partito guelfo. Lottarono contro i Crescenzi e i Monticoli ma con l'ascesa di Ezzelino da Romano furono costretti da questi a lasciare Verona (1225) per trasferirsi a Padova[7]. Poterono rientrare in città solo nel Quattrocento[3].
Nel 1433 estesero i propri feudi anche su Villa Bartolomea[8].
GenealogiaModifica
Manfredo di Mosezzo | |||||||
Milone † dopo il 955 sp. Valperta | Manfredo di Lomello | ? sp. Arduino il Glabro † 976 ca. | |||||
Egelrico | Milone † 980-81 | ||||||
Imilda sp. Ugo da Ganaceto | Egelrico II | ||||||
Oberto | Bonifacio I fl. 1020 | Winigildo | Egelrico/Enrico | ||||
Bonifacio II | Enrico | ||||||
NoteModifica
- ^ Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Vol. VI, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1968, p. 80.
- ^ a b François Bougard, Milone, su Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani. URL consultato il 1º novembre 2011.
- ^ a b c d Sambonifàcio (o San Bonifàcio), su Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Treccani. URL consultato il 31 ottobre 2011.
- ^ Sambonifàcio, Milone, conte di Verona, su Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Treccani. URL consultato il 31 ottobre 2011.
- ^ a b c Gian Maria Varanini, SAN BONIFACIO, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 90, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017. URL consultato il 2 novembre 2019.
- ^ Sambonifàcio, Alberto, conte di Verona, su Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Treccani. URL consultato il 31 ottobre 2011.
- ^ Comune di San Bonifacio, Deliberazione del Consiglio comunale n. 26 del 10/07/2008 (PDF) [collegamento interrotto], su comune.sanbonifacio.vr.it. URL consultato il 31 ottobre 2011.
- ^ Scheda di Villa Sambonifacio, Salvatore[collegamento interrotto] dal sito dell'IRVV.
BibliografiaModifica
- Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.2, ISBN non esistente.
Collegamenti esterniModifica
- Sambonifacio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.