San Michele Arcangelo e storie della sua leggenda

dipinto di Coppo di Marcovaldo

La tavola con San Michele Arcangelo e storie della sua leggenda è attribuita al pittore Coppo di Marcovaldo ed è databile agli anni che vanno dal 1250 al 1260 circa.

San Michele Arcangelo e storie della sua leggenda
AutoreCoppo di Marcovaldo
Data1250 - 1260 ca.
Tecnicatempera su tavola
Dimensioni96×122 cm
UbicazioneMuseo di San Casciano, San Casciano in Val di Pesa

È una delle opere di spicco della collezione permanente del Museo di San Casciano in Val di Pesa (Provincia di Firenze), nonché una delle pietre miliari della pittura fiorentina del Duecento prima dell'avvento di Cimabue.

Descrizione dell'opera

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Nel dossale è raffigurato San Michele arcangelo in quanto è il santo titolare della chiesa dalla quale l'opera proviene: si tratta della chiesa di Sant'Angelo a Vico l'Abate, nel comune di San Casciano.

L'arcangelo è rappresentato al centro del dossale, seduto in trono, con una lunga tunica secondo il rito orientale. Nelle mani tiene il globo crocifero e la croce.

Le storie, tratte dalla Legenda Aurea, sono disposte ai lati (3 per ciascuno); altro segno della tradizione orientale è la lettura di tipo bustrofedico, partendo da destra a sinistra:

  • Investitura di Dio a san Michele (in alto a destra);
  • Costituzione dell'Ordine di Dio in paradiso (in alto a sinistra);
  • Vittoria su Lucifero (scena centrale, a sinistra);
  • Miracolo del toro (scena centrale a destra);
  • Apparizione dell'arcangelo al vescovo di Siponto (in basso a destra);
  • San Gregorio Papa ordina la costruzione di una chiesa dedicata agli angeli nel mausoleo di Adriano (in basso a sinistra).

Vicenda attributiva

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La vicenda attributiva è stata, ed è tuttora, travagliata: L. Dami per primo segnalò quest'opera ascrivendola ad un maestro di scuola fiorentina; egli creò un convenzionale "Maestro di San Michele", mettendolo in rapporto con l'autore del San Francesco Bardi.

Pietro Toesca (1927) notò affinità con la Croce del Museo Civico di San Gimignano, oggi assegnata a Coppo.

Sandberg-Vavalà (1929) e Salmi (1931-1932) riferirono quest'opera ad un anonimo maestro di scuola lucchese, molto vicino a Bonaventura Berlinghieri, ribadendo il rapporto con il San Francesco Bardi, ritenuto di scuola lucchese.

Offner, Coletti, Oertel, Longhi e Garrison preferirono creare un pittore fittizio denominato Maestro di Vico l'Abate: Longhi lo avvicinò alla pala del San Francesco Bardi, da alcuni studiosi ancora oggi riferita a Coppo.

Boskovitz (1977) lo ha riferito a Coppo di Marcovaldo sviluppando una intuizione dell'Offner: egli ha messo l'opera in relazione con la grande croce della Pinacoteca Civica di San Gimignano, come già il Toesca, e con la Madonna del Bordone conservata nella Chiesa di Santa Maria dei Servi a Siena, proponendo una datazione poco successiva al 1260.

Marques (1987) ha anticipato la datazione agli anni cinquanta del Duecento. Tartuferi e Bellosi (1991) hanno confermato l'attribuzione a Coppo.

Bibliografia

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  • Guido Carocci, Catalogo Generale degli oggetti d'arte del Regno, Ufficio Catalogo della Soprintendenza dei Beni artistici e Storici di Firenze.
  • Luigi Dami, Un nuovo maestro del Dugento Fiorentino, in Dedalo, V, 1924-1925, pagg. 490–500.
  • Pietro Toesca, Il Medioevo, n. 46, Torino, 1927, p. 1039.
  • Richard Offner, Italian primitives at Yale University, 1927, pag. 12.
  • Evelyn Sandberg-Vavalà, La Croce dipinta italiana, Verona, 1929, pagg. 726–729.
  • Mario Salmi, I Mosaici del “Bel San Giovanni” e la pittura del secolo XIII a Firenze, in Dedalo, XI, 1930, pagg. 543–570.
  • Mostra del Tesoro di Firenze Sacra, Catalogo, 1933.
  • L. Serra, Mostra del tesoro di Firenze Sacra, in Bollettino d'Arte, 1933, XXVII, I, pagg. 37–48.
  • G. Sinibaldi e G. Brunetti, Pittura italiana del Duecento e Trecento, catalogo, 1943.
  • U. Procacci, Mostre di Opere d'Arte restaurate, Catalogo, 1946.
  • R. Longhi, Giudizio sul Duecento, in Proporzioni, 1948, pagg. 5–54.
  • E.B. Garrison, Italian Romanesque Panel Painting, Firenze, 1949.
  • C.L. Ragghianti, Pittura del Dugento a Firenze, Firenze, 1955.
  • F. Bologna, La pittura italiana delle origini, Roma, 1962.
  • U. Baldini e P. Dal Poggetto, Firenze restaura, catalogo, Firenze, 1972.
  • M. Boskovitz, Intorno a Coppo di Marcovaldo, in "Scritti in onore di Ugo Procacci", 1977, pag. 99.
  • U. Baldini, Il restauro del San Michele di Vico l'Abate, in Storia dell'Arte, nn.38/40, pp 131–135, Firenze, 1980.
  • U. Baldini, Metodo e Scienza:operatività e ricerca nel restauro, Firenze, 1982.
  • O. Casazza, Scrutinio di ritmi - San Michele Arcangelo di Vico l'Abate, in Critica d'Arte, XLIX, n. 3, pagg. 66–71, 1984.
  • L. C. Marques, La peinture du Duecento en Italie Centrale, Parigi, 1987, pagg. 78–80.
  • A. Tartuferi, La pittura a Firenze nel Duecento, Firenze, 1990, pag. 29.
  • L. Bellosi, Precisazioni su Coppo di Marcovaldo, in "Tra metodo e ricerca, contributi di Storia dell'arte", 1991, pagg. 41 – 45.
  • R. C. Proto Pisani, Il Museo di Arte Sacra a San Casciano Val di Pesa, collana Biblioteca de "Lo Studiolo", Firenze, Becocci / Scala, 1992, pag. 33.
  • A. Tartuferi e M. Scalini, L'arte a Firenze nell'età di Dante (1250 - 1300), catalogo della mostra, Firenze, Galleria dell'Accademia, 1º giugno – 29 agosto 2004, Firenze, Giunti, 2004, pagg. 86–87.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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