Santuario della Beata Vergine della Torre

chiesa a Sovere

Il santuario della Beata Vergine della Torre è un edificio di culto dedicato all'Annunciazione dell'angelo alla Madonna e posto molto dislocato dal centro urbano cittadino di Sovere sull'altura della val Borlezza in provincia e diocesi di Bergamo.[1]

Santuario della Beata Vergine della Torre
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàSovere
IndirizzoVia Madonna della Torre
Coordinate45°49′35.27″N 10°00′58.45″E / 45.826464°N 10.016235°E45.826464; 10.016235
Religionecattolica
Diocesi Bergamo
Inizio costruzione1575

Storia modifica

Le origini modifica

La tradizione racconta che il santuario fu edificato per volontà di Carlo Magno nell'801, anno in cui aveva fatto edificare molti edifici religiosi, dopo aver conquistato i territori di Bergamo nel 774, ma non vi è testimonianza scritta che tra queste chiese vi fosse anche il santuario mariano[2] anche se il territorio di Sovere risulta essere d'importanza strategica essendo luogo di passaggio e collegamento tra il lago Sebino di Lovere, con la val Seriana, e quindi d'interesse sia durante il periodo longobardo. L'area fu importante anche per il vescovo di Lodi che acquistò alcuni dei territori. Sono documentati anche possedimenti del monastero femminile bresciano di San Salvatore.[3][4]
L'informazione di questa prima edificazione, è però solo settecentesca, fu infatti scritta da “Federico Corner” nel suo «Notizie storiche delle apparizioni e delle Immagini più celebri»[5]:

«Allorché discese in Italia Carlo Magno per guerreggiare contro i Longobardi, assoggettando al suo dominio anche Bergamo nell'anno 801, lo adornò di amplissimi privilegi. Fra le molte beneficienze che riconoscono la città e diocesi conferite loro da questo principe debbono numerarsi molte chiese e fra queste quella edificata sopra un ameno colle nel paese di Sovere la quale dal luogo ricevette il nome di S. Maria della Torre. Ridotta poi questa dal lungo corso degli anni a stato di imminente rovina fu fabbricata per intero dalle fondamenta per la liberalità degli abitanti desiderosi di aumentare il decoro di Maria SS. loro Avvocata, l'Immagine della quale, illustre per la molteplicità di miracoli, si venera nella Chiesa stessa»

Il territorio nei primi anni del nuovo millennio, vide la nascita di nuove famiglie importanti e proprio a una di queste che si deve la costruzione di un santuario mariano che nel 1169 papa Alessandro III donò alla diocesi bergamasca durante il vescovato del vescovo Guala, citata come «Sancta Maria de Turris», e inserita nel Cencio Camerario del 1192 come «Sancta Maria de villa Suari in colle Thoris».

Il santuario viene citato anche dallo storico Ronchetti nello studio della diocesi di Bergamo, come presente sul territorio nel 1169.[6] Poche sono infatti le fonti scritte che consentano una ricostruzione di quale fosse la conformazione di questo primo edificio di culto, ma il nome medesimo ci riporta alla probabile presenza di una torre armigera d'origine medioevale, anche la posizione elevata fa considerare che questa struttura fosse posta a difesa del territorio venendo probabilmente usato dalle truppe guelfe che nella seconda metà del Trecento avevano distrutto Sovere.

I primi anni del XV secolo fu il Pandolfo III Malatesta a vendere parte della località a Castro e la seconda parte a altri paesi della val Seriana.[7] Vi era in prossimità la strada che collegava Sovere a Cerete e quindi alla val Seriana, documentata la presenza del presidio militare anche nel 1571 quando la località fu visitata da san Carlo Borromeo, fermandosi presso il convento dei frati cappuccini di cui si era appena terminata la costruzione.

Se nulla resta dell'antica chiesa, unica traccia è inserita nel muro a settentrione che riporta la datazione del 1486.

La costruzione del Cinquecento modifica

L'archivio della chiesa parrocchiale di Sovere, conserva documenti dal Cinquecento, e risulta che la cura del santuario era stata affidata a un gruppo di laici delle migliori famiglie, di cui si alternavano i rappresentanti. Nel 1528 è documentata una processione che dalla chiesa parrocchiale si portava presso il santuario quale segno di ringraziamento della comunità cittadina per essere stata salvata dall'epidemia della peste, corteo processionale che avrebbe dovuto ripetersi annualmente. Fu la relazione della visita pastorale del cardinale Carlo Borromeo dell'autunno del 1575, a darne una prima precisa descrizione. La chiesa aveva un'ampiezza di 14 metri per 19 di lunghezza, vi erano cinque altari di cui uno inserito nella cripta, sotto la zona presbiteriale. La visita portò a un maggior interesse da parte della comunità di Sovere che decise la ricostruzione della chiesa e il suo ammodernamento sotto la guida dell'allora parroco don Lorenzio Furnio e con l'autorizzazione vescovile per la demolizione di quanto già presente e la riedificazione.[8]

Il “libro Mastro” conservato nella parrocchiale consente una ricostruzione precisa dei lavori con il primo pagamento avvenuto nel 1586 per la costruzione del coro su progetto di un certo “ingigniero di Bressa”; si considera quindi che la prima parte della chiesa oggetto di restauro è la zona del presbiterio, che fu progettato con due scale che permettevano l'accesso e allo scurolo dove era conservato un affresco mariano, passaggi che furono poi chiusi su ordine del vescovo Gregorio Barbarigo come indicato nella relazione della visita del 1659. Nel 1597 fu posta la pala d'altare opera di Gian Paolo Cavagna raffigurante l'Annunciazione. Gli stucchi furono realizzati nei primi anni del Seicento a opera di Lorenzo Porta di Osteno che avevano eseguito lavori presso la basilica mariana di Bergamo nel 1582.[9][10] Di qualche anno successivo gli stucchi furono eseguiti per intervento di Battista Agazzi e il clusonese Alessandro Armanni. La zona fu affrescata per la doratura da Domenico Carpinoni e con i soggetti: Sibille, Visitazione, Adorazione dei pastori, del Cavagna è invece il dipinto Incoronazione della Vergine datato 1616, nonché la pittura della statua lignea raffigurante la Madonna col Bambino che fu descritta nella visita pastorale del vescovo Luigi Ruzzini: “Soprta detta scalinata dell'altare vi è una statua grande di legno della B. V. col Bambino in braccio ben fatta, et intagliata, et tuttora indorata, et due angioletti sopra in aria indorati uno per parte, che li fanno vago ornamento”.[11]

Nei successivi anni del Seicento ebbe inizio la ricostruzione anche della navata, con la documentazione del trasporto delle colonne dal porto di Lovere, e del medesimo periodo la ricostruzione della cappella del Crocifisso, la cui edificazione è da considerarsi precedente come indicherebbe il crocifisso cinquecentesco opera di Martin Saifel.[12] Malgrado le concessione di un'indulgenza concessa dal papa Paolo V ai fedeli che visitavano la chiesa portando offerte, i lavori ebbero un periodo d'arredo conseguenza della peste del 1630. Solo il decennio successivo si ripresero i lavori con la decorazione delle cappelle laterali dedicate a santa Lucia e san Gottardo che risultano essere terminati nel 1655: “li doi altari a latere della chiesa della Madonna di Torre di Sovere sono stati refabricati, polliti, et sono provisti bene di tutte le cose necessarie”, affrescate da Francesco Bernardi, mentre gli altari in marmo furono realizzati dalla Bottega di Bartolomeo Manni nel 1669.[13]

Il coro ligneo fu realizzato nel 1679 da Alessandro Armanni di Verona il quale si immortalò nei medaglioni, e nel 1683 la cantoria dove fu coadiuvato da Grazioso Fantoni il Vecchio. Risulta quindi che il santuario fu terminato nella sua ricostruzione del 1693.[14] Nel Settecento il romito Vincenzo Calabria abitò in prossimità della chiesa commissionando a Andrea Fantoni le statue del compianto poi poste nella cappella adiacente. La presenza dei fedeli portò alla costruzione di locali presso la chiesa per il ristoro e il giardino antistante fu addobbato con fontane e aiuole. La torre campanaria fu realizzata solo nel 1712, dopo la demolizione di quella antico, e nel 1729 il nuovo altare maggiore.

Modifiche ottocentesche modifica

Nel 1861 fu posizionato l'organo della famiglia Serassi con la creazione della cantorie e della cassa armonica a opera dell'intagliatore Giacomo Angelini di Rovetta.[15]

Fu ricostruita la gradinata che accompagna al santuario negli anni 1874-1885 con lavori di restauro di tutte le opere pittoriche, e la formazione del protiro. I lavori portarono il santuario a essere inserito, nel 1912, come monumento nazionale.

Nel 1919 fu desiderio di incoronare l'immagine della Madonna annunziata che pare fosse molto antica, e che oralmente si racconta fosse apparsa su di un fabbricato preesistente il santuario, e nel 1913 fatta richiesta al Capitolo di San Pietro affinché autorizzasse l'“incoronazione del divoto simulacro”. Ottenuta l'autorizzazione furono acquistate due corone, una in oro che viene posta sull'immagine della Vergine solo nelle feste solenni mentre una in argento dorato che è sempre posta sul dipinto. La corona fu posta con le celebrazioni solenni del 7 settembre 1919. L'immagine della Madonna è sicuramente a soggetto di Madonna annunciata faceva forse parte di un affresco per molta parte andato perduto.[16][17]

Descrizione modifica

Esterno modifica

L'edificio di culto si trova sul pendio del monte a nord ovest di Sovere, dal classico orientamento liturgico con presbiterio rivolto a est e la facciata principale a ovest rivolta verso il monte, e anticipata da un ampio spazio erboso delimitato da fabbricati con la cappella del Crocifisso posta centralmente. Sul lato sud, a fianco della torre campanaria e dell'antica casa del romito, sono presenti gli archetti in cotto risalenti al 1486. La facciata si presenta in stile rinascimentale con porticato con cinque aperture ad arco rette da colonnine in pietra di Sarnico, poggianti su muretti con rivestiti sempre in pietra di Sarnico.

Due lenese laterali coronate da capitelli delimitano il portale, e reggono la trabeazione e la lunetta dove è raffigurata l'Annunciazione. Due ampie finestre protette da inferriata sono poste lateralmente atte a illuminare l'aula. All'interno si accede anche da altre due entrate laterali che riprendono quella principale e che presentano su quello a nord la scritta “Ave Gratia Plena Dominus Tecum”, contrariamente quella a meridione, “ “Ecce Ancilla Domini Fiat Mihi Secundum Verbum Tuus”.[2]

Il lato a ovest rivolto verso Sovere, presenta le parti che sono le tre cappelle e le sagrestie, e visibilmente si presenta come parte di fabbricato di un periodo posteriore al resto della chiesa. Visibile è la torre posta sopra la zona presbiteriale a forma rettangolare completa di e aperture sul lato maggiore. La parte presenta un protiro che conduce alla cappella inferiore della chiesa, e lateralmente il campanile in pietra squadrata.

Interno modifica

L'interno si sviluppa su tre navate di cui quella centrale di maggior altezza e divise da due colonne in pietra in tre campate. L'aula si presenta completamente stuccata e dorata, riprendendo una caratteristica tipica dei santuario mariani del Seicento, in particolare le decorazioni volevano aver assonanze con la basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo. Le campata laterali hanno tutte le volta a crociera, e terminanti da due altari.

La zona del presbiterio è a pianta quadrata molto ampia, e rialzata di quattro gradini. Presenta il tiburio a due registri, riconducibile allo stile milanese di Pellegrino Tibaldi e ornato dagli stucchi eseguiti da Lorenzo Porta di Osteno. Il coro absidale presenta una parte ad arco poco profonda con due pennacchi che ospitano due angeli tubicini ornati da tralci di vite. L'altare maggiore opera marmorea della bottega di Bartolomeo Manni per la parte della custodia che ospita il dipinto della Madonna annunciata incoronata nel Novecento, e decorata da Andrea Fantoni con opera di Andrea Fantoni, su commissione del romito Vincenzo Calabria con le due statue di angeli, a riprendere la raffigurazione degli angeli posti su propiziatorio dell'Arca dell'Alleanza.

Note modifica

  1. ^ Santuario della Beata Vergine della Torre, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.  
  2. ^ a b Santuario della Beata Vergine della Torre <Sovere>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  3. ^ IbsenAlbertario p. 11.
  4. ^ Solo nel 1026 il vescovo Ambrogio II, riprese i territori che tornarono possedimenti della diocesi di Bergamo
  5. ^ Federico Corner, Notizie storiche delle apparizioni e delle Immagini più celebri, 1761.
  6. ^ Giuseppe Ronchetti, Memorie storiche della città e chiesa di Bergamo fino al 1428, Arnoldo Forni Editore, 1940.
  7. ^ Santuario Madonna della Torre, su parrocchiasovere.it, Parrocchie di Sovere. URL consultato il 17 maggio 2022.
  8. ^ IbsenAlbertario p. 12.
  9. ^ Angelo, Porta Francesco Porta Lorenzo Porta, su lombardiabeniculturali.it, LombardiaBeniCulturali. URL consultato il 17 maggio 2022.
  10. ^ Il libro Mastro riporta un pagamento di 850 lire per aver stuccato il «choro»
  11. ^ IbsenAlbertario p.15.
  12. ^ Cappella del Calvario al Santuario <Sovere>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  13. ^ L'altare maggiore fu poi rimosso e venduto per essere conservato nella Chiesa delle Anime purganti di Sovere.
  14. ^ IbsenAlbertario p. 17.
  15. ^ Sabrina Pedersoli, SOVERE – La grande “fabbrica” del Santuario di Sovere, su araberara.it, Araberara, 2017.
  16. ^ IbsenAlbertario pp. 23–24.
  17. ^ L'immagine dell'annunciazione posta sulle pareti esterne delle abitazioni era abbastanza comune sul territorio bergamasco.

Bibliografia modifica

  • Monica Ibsen, Marco Albertario, La Madonna della Torre a Sovere, Bams, 2019.

Collegamenti esterni modifica