Schlagintweitia

genere della famiglia Asteraceae

Schlagintweitia Griseb., 1853 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

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Schlagintweitia
Schlagintweitia intybacea
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
SottotribùHieraciinae
Genere Schlagintweitia
Griseb., 1853
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
Genere Schlagintweitia
Specie
(Vedi testo)

Etimologia

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Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico August Heinrich Rudolf Grisebach (1814 - 1879) nella pubblicazione " Abhandlungen der Königlichen Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen. Göttingen" ( Abh. Königl. Ges. Wiss. Göttingen 5: 156) del 1853.[3]

Descrizione

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Il portamento
Hieracium intybaceum
 
Infiorescenza
Hieracium intybaceum
 
I fiori
Hieracium intybaceum

Habitus. La forma biologica delle specie di questo genere è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Sono possibili portamenti "rosulati" o "pseudorosulati". Tutte le specie del gruppo sono provviste di latice. La pubescenza è formata da abbondanti peli ghiandolari.[4][5][6][7][8][9]

Fusto. I fusti, in genere eretti e ascendenti, sono di solito solitari e mediamente ramificati o afilli. Le radici in genere sono di tipo fittonante.

Foglie. Sono presenti sia foglie delle rosette basali che cauline con disposizione alterna. Le lamine sono intere oppure più o meno divise. La superficie può essere ricoperta da peli semplici o ramificati.

Infiorescenza. L'infiorescenza è composta da uno o più capolini terminali. I capolini, solamente di tipo ligulifloro, sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro ha una forma più o meno cilindrica ed è formato da 2 - 4 serie di brattee. Il ricettacolo, alla base dei fiori, è nudo (senza pagliette).

Fiori. I fiori, tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[10]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno una forma ristretta alla base e sono privi di becco (non sono compressi); sono provvisti di 10 coste longitudinali confluenti in alto in un orlo anulare. Il pappo si compone setole su 2 serie (quelle interne sono più lunghe, più rigide e fragili).

Biologia

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  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

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Le specie di questo gruppo in Italia hanno una distribuzione unicamente alpina con habitat su pascoli alpini.

Tassonomia

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La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][17]

Filogenesi

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Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae.[7]

I seguenti caratteri sono distintivi per la sottotribù:[17]

  • queste piante sono spesso ricoperte da piccoli, soffici peli ramificati;
  • gli acheni hanno delle forme obovoidi-coniche non compresse;
  • il becco degli acheni è assente;
  • il pappo è formato da setole fragili.

Il nucleo della sottotribù Hieraciinae è l'alleanza Hieracium - Pilosella (comprendenti la quasi totalità delle specie della sottoribù - oltre 3000 specie) e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello". Il genere di questa voce, nell'ambito della sottotribù occupa una posizione basale.[18] Le analisi filogenetiche molecolari forniscono prove per la separazione di Hieracium e Pilosella e, inoltre, richiedono il ristabilimento di Schlagintweitia come segregato di Hieracium.[8]

Alcuni caratteri distintivi per questo genereː[9]

  • il portamento spesso è pseudorosulato;
  • i capolini sono 1 - molti;
  • le antere sono acute alla base;
  • il pappo è formato da due serie di setole (le interne sono più lunghe).

Il numero cromosomico delle specie è: 2n = 18.[9]

Elenco delle specie

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Questo genere ha 3 specie:[2]

Specie della flora italiana

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Elenco delle specie presenti nella flora spontanea italiana:[9]

  • Schlagintweitia huteri (Hausm. ex Bamb.) Gottschl. & Greuter - Sparviere vischioso: l'altezza media è di 10 – 30 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Endemico Alpico; l'habitat tipico sono i micascisti, i pascoli alpini e le aree sassose; la distribuzione sul territorio italiano è relativa a tutto l'arco alpino (specie rara); l'altitudine media è di 1.600 - 2.700 m s.l.m..
Caratteri distintivi: le foglie inferiori alla base sono arrotondate, quelle superiori sono semi amplessicauli; le ligule sono colorate di giallo-bianco; ogni parte della pianta è vischiosa per fitti peli ghiandolari dall'odore aromatico; i peli semplici sono ovunque assenti, quelli stellati sono assenti sulle foglie e sulle brattee involucrali.
Caratteri distintivi: la base delle foglie inferiori è attenuata (sono sessili), le altre hanno la base arrotondata (da sessili a semiamplessicauli); le ligule sono colorate di giallo pallido; i peli semplici sul caule sono da assenti a densi, sono lunghi 3,5 - 4,5 mm, molli e colorati di bianco; sui peduncoli sono da assenti a sparsi, lunghi 2 - 3 mm e neri alla base; sulle brattee involucrali sono assenti, sono invece presenti sparsamente sui margini quelli stellati.
  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 10 agosto 2022.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 agosto 2022.
  4. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  5. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  6. ^ Judd 2007, pag.517.
  7. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  8. ^ a b Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  9. ^ a b c d Pignatti 2018, Vol. 3 - pag. 1195.
  10. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  12. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  13. ^ Judd 2007, pag. 523.
  14. ^ Judd 2007, pag. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  17. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag.194.
  18. ^ Fehrer et al. 2021.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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