Adelardi

famiglia nobile italiana

Gli Adelardi o Marcheselli (o Marchesella) furono una nobile famiglia guelfa di Ferrara, discendente da Adelardo I detto Burclus.[1]

Adelardi (o Marcheselli)
Titoliconti, marchesi
FondatoreCome Adelardi: Adelardo detto Burclus
Come Marcheselli: Guglielmo I
Data di fondazioneX secolo
Data di estinzione1186-1187 (ramo principale), con la morte di Marchesella Adelardi
Rami cadettiTurchi

Storia modifica

Il primo personaggio noto di questa famiglia fu il trisavolo dell'Adelardo che ne prese il nome, precisamente un certo Guarino (I), morto nel 936, di cui sia il figlio che il nipote portarono lo stesso nome. Quest'ultimo, Guarino (III) sposò Officia, da cui nel 972 nacque Maria, madre di Adelardo (I) detto Burclus,[2] che sarà ricordato anche per essere detentore di beni feudali e allodiali in Emilia.[3]

Adelardo (I) sposò Gallenda, sorella di Federico Torelli dalla quale ebbe nello stesso anno della sua morte, il 1014, Guarino (IV). Suo figlio Bulgaro sposò Marocia-Marchesella. Da questo matrimonio si unirono e si alternono i due cognomi (Adelardi e Marcheselli).[2]

Guglielmo (I) dei Adelardi dei Marcheselli, figlio di Bulgaro e di Marocia (o Marozia), fu attestato per la prima volta tra i giudici in una controversia del 1070 per una donazione ai canonici di Ferrara.[4] Egli fu attivo per un periodo molto lungo e, tra l'altro, apparve nel 1104 a Pistoia al seguito di Matilde di Canossa, cosa significativa sulla sua scelta politica, [5] perché mentre la nonna apparteneva ai ghibellini Torelli i suoi discendenti furono poi sempre di parte guelfa. Tra i più noti degli Adelardi figurò Guglielmo II, governatore di Ferrara e a cui si deve l'inizio della costruzione della nuova cattedrale di San Giorgio. Guglielmo II si contese continuamente il controllo cittadino con i Torelli. Il figlio Guglielmo III Adelardi, fu governatore di Ferrara e portò la città ad entrare nella Lega Lombarda così da liberarla dalle truppe di Federico Barbarossa e contribuì a far prevalere nuovamente la parte guelfa.[4] Durante l'assedio delle forze imperiali di Cristiano di Magonza ad Ancona del 1173, le truppe di Guglielmo, unitamente a quelle di Aldruda Frangipane, contessa di Bertinoro, giunsero in soccorso degli anconetani.[6]

Guglielmo III volle come sua erede Marchesella Adelardi, figlia del fratello Aldelardo II. Guglielmo poi morì nel 1183 o 1184 e Adelardo nel 1185, quando Marchesella aveva 8 o 9 anni. Con una discussa manovra politica la giovane fu promessa in sposa dai tutori al sedicenne Azzo VI d'Este, col quale furono suggellati gli sponsali (la legge canonica prescriveva almeno 12 anni per il matrimonio). La prematura morte di Marchesella e le vicende che seguirono portarono le fortune del ramo principale della famiglia agli Este. Gli Adelardi-Marcheselli lasciarono anche tre rami cadetti, uno passò a Rovigo, il secondo ad Ancona e il terzo rimase nella città estense, mutandone il cognome in Turchi. Alcuni membri della famiglia Turchi ricoprirono l'incarico di magistrato dei 12 Savi.

Adelardi di Ferrara modifica

 
Ferrara, Palazzo Municipale

Fu storica rivale dei ghibellini Torelli. Alcuni suoi componenti nel XII secolo rivestirono importanti cariche pubbliche, come quella di capitano del popolo della città.

Personaggi illustri della famiglia modifica

  • Bulgaro Adelardi (metà XI secolo).
  • Guglielmo I Adelardi dei Marcheselli (seconda metà XI secolo), figlio di Bulgaro e di Marozia Marchesella
  • Guglielmo II Adelardi (1120-1185), figlio di Guglielmo I, politico, governatore di Ferrara, contribuì alla edificazione della cattedrale di Ferrara. La denominazione del comune di Castelguglielmo in provincia di Rovigo deriva probabilmente dal suo nome.
  • Adelardo (II) Adelardi (?-1185), figlio di Guglielmo I.
  • Marchesella Adelardi (1177-1186), promessa sposa ad Azzo VI d'Este figlio di Obizzo I d'Este, morta prematuramente prima delle nozze[7].
  • Rodolfo Turco(lus), figlio di Linguetta, nipote di Guglielmo I,[8], fu console di Ferrara nel 1155. La discendenza di Turcolus muta il cognome in Turchi.

Si menziona anche un certo Galeazzo Adelardi, morto nel 1643, poeta, di cui non si conosce l'ascendenza.

A Ferrara sono presenti il palazzo e la torre degli Adelardi, antica dimora della famiglia, poi della corte estense, e infine sede degli uffici comunali.[9] Via Guglielmo degli Adelardi è una via nel centro storico cittadino, posta tra la cattedrale di San Giorgio e il palazzo Arcivescovile.

Arma modifica

D'oro, alla cotissa di rosso.

Adelardi di Mantova modifica

Capostipite di questa famiglia fu Adelardo, vissuto nel XII secolo. Il ramo si estinse nel XVIII secolo.[10]

Personaggi illustri della famiglia modifica

  • Alberto Adelardi (XIII secolo), tesoriere del Comune di Mantova
  • Bonaventura Adelardi (XIII secolo), giudice e sindaco del comune di Mantova
  • Nicolò Adelardi (XIII secolo), podestà di Parma nel 1237
  • Andrea Adelardi (XV secolo), feudatario di Mariana Mantovana

Note modifica

  1. ^ Burclus, o burcla, è un tipo di imbarcazione piatta in uso nel ferrarese, nel rovigotto e nell'alto adriatico, ad uso costiero.
  2. ^ a b Andrea Castagnetti, La ‘domus Casotti’ (secoli XI-XII). Da Eriberto e Sichelmo giudici a Landolfo vescovo di Ferrara e a Casotto ‘capitaneus’, Verona, 2019, p. 205.
  3. ^ Hélène Angiolini, MARCHESELLI (Adelardi), Guglielmo, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  4. ^ a b Hélène Angiolini, MARCHESELLI, Guglielmo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 69, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2007.
  5. ^ Castagnetti, pp. 99-100.
  6. ^ Leardo Mascanzoni, Boncompagno da Signa, l'assedio di Ancona e Bertinoro (1173), in Nuova Rivista Storica, Anno XCI, Fascicolo III, settembre-dicembre 2007, pp. 777-794.
  7. ^ Claudio Maria Goldoni, p. 41.
  8. ^ Andrea Castagnetti, La società ferrarese (secoli XI-XIII) (PDF), Università degli Studi di Verona -Istituto di Storia, pp. 15-16.
  9. ^ Palazzo e Torre della famiglia Adelardi, su digilander.libero.it. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  10. ^ Crollalanza, vol. 3.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica