Diocesi di Nilopoli

La diocesi di Nilopoli (in latino: Dioecesis Nilopolitana) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Nilopoli
Sede vescovile titolare
Dioecesis Nilopolitana
Patriarcato di Alessandria
Sede titolare di Nilopoli
Mappa della diocesi civile d'Egitto (V secolo)
Vescovo titolaresede vacante
IstituitaXVIII secolo
StatoEgitto
Diocesi soppressa di Nilopoli
Suffraganea diOssirinco
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Storia modifica

Nilopoli, identificabile con Delas, è un'antica sede episcopale della provincia romana dell'Arcadia nella diocesi civile d'Egitto. Faceva parte del patriarcato di Alessandria ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Ossirinco.

Il primo vescovo attribuito a questa antica diocesi è san Cheremone, di cui parla Eusebio di Cesarea nella sua Storia ecclesiastica, che morì all'epoca delle persecuzioni dell'imperatore Decio (249-251); già anziano, fuggì con la propria moglie sulle montagne dell'Arabia, non fece più ritorno e non venne mai più ritrovato. Dionigi di Alessandria lo ricorda come un "eletto" e un "vincitore", alla stregua dei santi martiri.[1]

Il secondo vescovo è Teone, che nella prima parte della sua carriera ecclesiastica aveva aderito allo scisma meleziano. Infatti, il suo nome appare per la prima volta nella lista, trasmessaci da Atanasio di Alessandria, dei vescovi meleziani che Melezio di Licopoli inviò all'arcivescovo Alessandro di Alessandria all'indomani del concilio di Nicea del 325.[2] Lo stesso Teone, ritornato all'ortodossia, fece parte del gruppo di vescovi che Atanasio di Alessandria portò con sé al concilio di Tiro del 335.[3] Infine, nella Lettera festale XIX del 347, Atanasio riporta una lista di vescovi recentemente deceduti, tra cui si trova anche il nome di Teone d Nicopoli.[4]

La stessa lettera festale menziona anche i nomi di due vescovi successori di Teone, Amanzio e Isacco, confermati da Atanasio sulla sede di Nicopoli. Non è rara in Egitto la presenza di due vescovi sulla stessa sede, ma in genere ciò è dovuto al fatto che uno dei due era un vescovo scismatico ritornato alla fede cattolica. Nel caso di Nicopoli invece, la lettera festale non spiega i motivi della disputa intercorsa tra Amanzio e Isacco, forse dovuta ad un problema di successione a Teone, che portò alla nomina di due vescovi, entrambi ammessi da Atanasio, per spirito di riconciliazione, sulla sede di Nicopoli.[5] I nomi dei vescovi Amanzio e Isacco, ma senza l'indicazione della sede di appartenenza, appaiono anche nell'elenco dei prelati egiziani che parteciparono al concilio celebrato da Atanasio, al suo rientro dall'esilio, nel 346.[6]

Gli Apoftegmi dei Padri (Apophthegmata Patrum) fanno menzione del monaco Adelfio, vescovo di Nicopoli, vissuto tra IV e V secolo. Questo vescovo potrebbe essere identificato con l'omonimo vescovo, indicato senza la sede di appartenenza, menzionato nella Lettera festale XL del 368.[7]

Il vescovo Eusebio figura tra i padri che parteciparono al concilio di Efeso del 431.

A questi vescovi, vissuti in epoca bizantina, Le Quien aggiunge quattro vescovi copti, vissuti tra XI e XII secolo, Pietro (ca. 1082), Michele, Menas (1115) e Marco.

Dal XVIII secolo Nilopoli è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 10 gennaio 1978. Il suo ultimo titolare è stato Luis Sánchez-Moreno Lira, vescovo ausiliare di Chiclayo e prelato di Yauyos in Perù.

Cronotassi modifica

Vescovi greci modifica

Vescovi titolari modifica

Note modifica

  1. ^ Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, pp. 21 e 291.
  2. ^ Apologia contra Arianos, II, in Athanasius Werke, a cura di Hans Georg Opitz, vol. II, p. 150, nº 14. Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, pp. 52-53.
  3. ^ Apologia contra Arianos, II, in Athanasius Werke, a cura di Hans Georg Opitz, vol. II, p. 159, nº 28. Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, pp. 316 e 362.
  4. ^ Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, p. 68.
  5. ^ Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, pp. 72-73.
  6. ^ Apologia contra Arianos, II, in Athanasius Werke, a cura di Hans Georg Opitz, vol. II, p. 128, nº 150, e p. 129, nº 189.
  7. ^ Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, p. 793, nota 11.
  8. ^ Szabó nel sito di lexikon.katolikus.hu.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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