Palma di Montechiaro

comune italiano

Palma di Montechiaro (Parma in siciliano) è un comune italiano di 21 120 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.

Palma di Montechiaro
comune
Palma di Montechiaro – Stemma
Palma di Montechiaro – Bandiera
Palma di Montechiaro – Veduta
Palma di Montechiaro – Veduta
Il monastero delle Benedettine di Palma di Montechiaro
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Agrigento
Amministrazione
SindacoStefano Castellino (lista civica) dal 14-6-2017
Territorio
Coordinate37°11′37″N 13°45′57″E / 37.193611°N 13.765833°E37.193611; 13.765833
Altitudine165 m s.l.m.
Superficie77,06 km²
Abitanti21 120[1] (31-8-2022)
Densità274,07 ab./km²
FrazioniMarina di Palma
Comuni confinantiAgrigento, Camastra, Licata, Naro
Altre informazioni
Cod. postale92020
Prefisso0922
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT084027
Cod. catastaleG282
TargaAG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona B, 829 GG[3]
Nome abitantipalmesi
PatronoMaria Santissima del Rosario
Giorno festivo8 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Palma di Montechiaro
Palma di Montechiaro
Palma di Montechiaro – Mappa
Palma di Montechiaro – Mappa
Posizione del comune di Palma di Montechiaro nel libero consorzio comunale di Agrigento
Sito istituzionale

Storia modifica

Età antica modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Daedalium.

Palma di Montechiaro sorge su una collina sulla fascia litoranea, poco distante da Agrigento. Il ritrovamento di reperti archeologici maltati risalenti al II millennio a.C. e la presenza di numerose tombe sicane dimostrano che in questo territorio, fin da tempi remoti, vi furono insediamenti umani i cui abitanti erano dediti all'agricoltura e alla pastorizia.

Nel XII secolo a.C., i rodio-cretesi che popolavano la fascia costiera tra Gela e Palma, a scopo difensivo, fortificarono i siti di Castellazzo e Piano del Vento, punti strategici dai quali è visibile tutta la costa.

L'Itinerarium Antonini indica l'esistenza di una statio, denominata Daedalium, sita tra Agrigento e Finziade: la stazione è stata localizzata in contrada Castellazzo, a Palma di Montechiaro.

Età medievale modifica

Il primo atto della storia di Palma (solo nel 1865 la città si chiamerà Palma di Montechiaro) è la costruzione del castello Chiaramontano (1353), che si staglia lungo la costa a metà strada tra Punta Bianca e la foce del fiume Palma, ad opera di Federico Prefoglio che di lì a poco passò ai Chiaramonte, da cui prese il nome.

Età moderna modifica

L'atto di fondazione della città di Palma porta la data del 3 maggio 1637.

Nello stesso documento si rileva che a fondare la città fu Carlo Caro Tomasi dopo avere ottenuto il 16 gennaio 1637 la "licentia populandi" dal re Filippo IV di Spagna. Il 3 maggio 1637 fu posta la prima pietra. La scelta del luogo dove sorse la città fu davvero felice se, non appena mezzo secolo dopo, l'abate Saint-Non nel suo Voyage pittoresque ebbe a scrivere "Questa graziosa cittadina è molto popolata ed ha una posizione incantevole: i dintorni sono pieni di giardini deliziosi e tutto questo paese è in genere d'una abbondanza enorme di vigneti, di coltivazioni e di ogni sorta di alberi da frutta..."

La città di Palma venne fondata il 3 maggio 1637 nella baronia di Montechiaro, dai fratelli gemelli Carlo, Barone Tomasi, e Giulio, che pochi anni dopo gli sarebbe subentrato nel titolo. L'effettivo artefice della fondazione fu però un potente zio dei gemelli, Mario Tomasi de Caro, capitano del Sant'Uffizio dell'Inquisizione di Licata, e governatore della stessa città, da cui provenivano anche Carlo e Giulio Tomasi. Anch'egli, insieme a suo cugino sacerdote Carlo de Caro era presente alla posa della prima pietra della Chiesa della Vergine del Rosario.

Il progetto della città, disegnato secondo un ideale pianta ortogonale, e ricordato da una relazione redatta dall'astronomo e primo arciprete di Palma Giovan Battista Odierna. In una tela che si conserva nella sacrestia della Chiesa di Maria Santissima del Rosario, la chiesa madre, si vede raffigurato l'Odierna al suo tavolo di studio con sullo sfondo, bene in evidenza, un disegno a pianta quadrata col titolo “Chronologia Terrae Palmae”.

Il paese sorge su un'altura rocciosa da cui domina la vallata sottostante che si protende fino al mare. Spiccano in primo piano, ben visibili dallo scorrimento veloce che attraversa la vallata, i monumenti storici del secondo palazzo ducale, (1659), la chiesa madre, (1666), in cima ad una larga scalinata e il monastero delle Benedettine, (1637) primo edificio della città.

I primi abitanti di Palma vennero da Ragusa, città natale dei Tomasi, e da Agrigento, Licata, Naro, Caltanissetta. A difesa della città dagli attacchi provenienti dal mare dei pirati saraceni il duca Carlo fece costruire, dopo avere ottenuto il permesso da Filippo IV di Spagna, una torre che dedicò a San Carlo. È da registrare che Palma, dopo pochi anni dalla fondazione, ebbe un notevole aumento demografico tanto che nel 1652 furono censite 2.470 abitanti e 473 abitazioni.

La famiglia Tomasi modifica

 
Giuseppe Tomasi di Lampedusa

La fondazione ex novo di città nella Sicilia del XVI e XVII secolo è fenomeno di grandi proporzioni; nel caso di Palma, il motivo della fondazione era una campagna di legittimazione dei Tomasi di Lampedusa, famiglia nobiliare emergente ma ancora insufficientemente radicata nel territorio e nell'aristocrazia della Sicilia. Il capostipite, Mario Tomasi, era giunto in Sicilia al seguito di Marcantonio Colonna, che lo aveva nominato Capitano d'armi di Licata, solo nel 1585. Solo il suo matrimonio con Francesca Caro di Montechiaro aveva segnato la sua accettazione nell'alto ceto. L'acquisizione da parte di Carlo, Barone dal 1616, della Licentia populandi nel 1637 con la conseguente elevazione al titolo di Duca di Palma, è un evidente passo nella stessa direzione.

Poco dopo Carlo Tomasi, dalla salute fragile e da sempre attratto dalla vita religiosa, lascia il ducato e la fidanzata Rosalia Traina, nipote del potente Vescovo di Agrigento, al fratello Giulio, per entrare nell'Ordine dei chierici regolari teatini.

La dote della nuova duchessa, numerosi feudi e un largo patrimonio liquido, permettono il definitivo consolidamento della famiglia Tomasi nei più alti strati dell'aristocrazia isolana, di cui alla fine doveva risultare tra le più durature famiglie: è ben noto che il penultimo dei Tomasi di Lampedusa Giuseppe, autore de Il Gattopardo possedeva ancora vaste seppur sterili proprietà nella zona di Palma, e che vi ambientò gran parte delle vicende del suo romanzo, appena mascherandone il nome in "Donnafugata".

Palma, città santa modifica

 
Giovan Battista Hodierna

Pur nel generale clima di fervore religioso della Sicilia della Controriforma la famiglia Tomasi spiccava. Palma, infatti, già dalla fondazione fu concepita come un luogo fortemente spirituale, una "Nuova Gerusalemme".

Il duca Giulio (detto il Duca Santo), dopo aver cresciuto nel fervore religioso i 6 figli avuti dalla moglie nel casto matrimonio, ottenne dal Papa lo scioglimento in vita del matrimonio dalla moglie e la separazione, dopo aver rinunciato al ducato e alle gioie del matrimonio, si ritira per poter vivere gli ultimi anni della sua vita da eremita. La moglie Rosalia Traina, prima duchessa di Palma, decide a sua volta di entrare in monastero insieme alle figlie, col nome di Suor Maria Seppellita e lì rimane sino alla sua morte. Il monastero era stato fortemente voluto da una delle figlie del Duca, Isabella Tomasi (la Beata Corbera del Gattopardo).

Il duca preferì donare addirittura il suo palazzo e la sua cappella privata, e costruirsi un altro palazzo ai piedi della chiesa madre. Isabella, entrata nel monastero col nome di Suor Maria Crocifissa della Concezione divenne una celebre mistica, punto di riferimento dei nobili della Sicilia e non per il suo fervore religioso e il suo grande misticismo, nella sua biografia si ricordano innumerevoli tentazioni da parte del demonio, e lettere colme di fede e devozione. Una causa di beatificazione è da anni in corso. Nel frattempo alla Tomasi è stato concesso il titolo di Venerabile. Dei due fratelli maschi il maggiore seguì lo zio fra i Teatini, e diventerà infine cardinale. È oggi venerato dalla Chiesa come San Giuseppe Maria Tomasi, le sue spoglie si conservano a Roma in Sant'Andrea della Valle. Il fratello minore sposò la figlia del principe di Aragona e visse appena il tempo di dare un erede. Muore infatti a 17 anni.

Al seguito dei Tomasi arrivò a Palma don Giovanni Battista Hodierna, di Ragusa, insigne pioniere della scienza ed intellettuale. Anche nell'edificazione della città l'aspetto religioso è preponderante; trent'anni dopo la fondazione Palma conta solo 4.630 abitanti, ma vanta ben dieci chiese, più il Monastero del SS. Rosario, Il santuario extra moenia del Calvario meta di processioni, sedici sacerdoti ed altrettanti chierici, e le chiese risultano al visitatore tutte ben tenute e dotate di ricchi arredi, tutti assolutamente conformi ai dettami del recentissimo Concilio di Trento; ingenti somme sono spese nell'acquisto di reliquie, che d'altronde attraggono pellegrini anche da luoghi lontani. L'organizzazione della società laica era basata sulle confraternite.

Età contemporanea modifica

 
Marina di Palma

Nel 1812 Palma venne eletto a comune autonomo.

L'11 luglio del 1943, subito dopo lo sbarco anglo-americano in Sicilia, la 3ª Divisione estese la testa di ponte della Settima Armata da Licata verso ovest. La Settima Fanteria, dopo una dura battaglia casa per casa, spinse i difensori italiani fuori da Palma di Montechiaro. Nello stesso tempo, il Comando Combat A e la 2ª Divisione Armata, si unirono alla 3ª, fecero un attacco alla successiva città di Naro. Subisce il 24 settembre 1943 un massacro della popolazione che protestava contro il richiamo alle armi, da parte di alcuni reparti militari americani.

Nel dopoguerra, diverrà terra di forte emigrazione, specie verso il nord Italia ed i paesi dell'Europa Occidentale.

Giuseppe Fava, nel suo Mafia, cita Palma come uno dei luoghi dove la tragedia meridionale, quella che nasce secondo lui dalla concomitanza di tre fattori (povertà, ignoranza e assenza dello Stato), «raggiunge una negativa perfezione»[senza fonte]. Qui venne ambientato il film Palermo o Wolfsburg di Werner Schroeter (1980), tratto dal romanzo di Fava Passione di Michele. Il protagonista parte da Palma per dirigersi verso Wolfsburg in Germania.

Simboli modifica

Il gonfalone è costituito da un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

Chiesa modifica

Monastero delle Benedettine modifica

Costruito tra il 1653 e il 1659, inglobò il primo palazzo ducale e accolse con la regola cassinese anche le figlie di Giulio, II duca di Palma, e in seguito anche la moglie Rosalia Traina. Si trova su una semicircolare e impervia gradinata, in una piazza quadrata con le strade che si incrociano nel luogo che un tempo era segnato dalla colonna con la croce. Venne inaugurato il 12 giugno 1659.[4]

Il monastero ha un aspetto semplice con finestre prive di decorazioni. Sul cortile interno, invece, si affacciano delle finestre decorate in stile barocco. All'interno il parlatorio ha volte a botte da cui si accede ad un giardino ricco di alberi in cui è sistemata una scultura della Madonna con San Benedetto.

Le suore custodiscono, inoltre, la Madonna della Colomba Rosata e l'urna della venerabile Maria Crocifissa. Ancora oggi è uno dei pochi monasteri di clausura in Sicilia, il cui accesso è impedito quasi a chiunque.

 
Santuario di monte Calvario

Calvario modifica

In siciliano: u'ghettu dè malati ma chiamato dalla popolazione locale u'cravaniu (il calvario), all'ingresso del paese, dopo il parco archeologico della Zubbia, si scorge la collina detta "Calvario" con i ruderi dell'antica chiesa di Santa Maria della Luce (1650), anch'essa dalle forme barocche, dove c'è una botola nel pavimento della chiesa; di sotto sono ancora presenti e rinchiusi i corpi delle persone lì ricoverate e morte di peste del tra il 1550 e 1700

Il Calvario segna spiritualmente l'ambiente e la storia di Palma. Infatti, Giulio Tomasi volle riproporre nella realtà locale il percorso di Gesù dal palazzo di Pilato al Golgota, collegando in un itinerario ideale segnato da stazioni, il centro abitato con la solitudine della collina del Calvario. Il Santo Duca, otteneva, come per i pellegrini della Terra Santa, l'indulgenza plenaria per quanti avessero percorso il tragitto sino alla collina del Calvario, dove nella chiesa di Santa Maria della Luce era custodita una copia della Sacra Sindone donata a Carlo Tomasi, Primo duca di Palma e teatino a Roma, dall'infanta Maria di Savoia. Tale reliquia oggi viene conservata nella Chiesa del Collegio.

L'eremo fu inizialmente abitato dai preti Romiti e successivamente dall'ordine dei Mercedari, preposto al riscatto dei cristiani prigionieri dei pirati.

Inoltre, per la sua possente struttura, quasi di fortezza e per la sua posizione dominante, serviva come punto privilegiato per l'osservazione dell'ampia valle del fiume Palma e della costa.

Architetture civili modifica

 
Soffitto del palazzo ducale

Palazzo ducale modifica

Il palazzo ducale fu costruito dopo che il primo venne inglobato nel monastero delle Benedettine (1653-1659). Acquisito dal demanio comunale e recentemente restaurato dopo anni di grave degrado, mostra un esterno semplice e compatto con due grandi facciate, una verso il mare e l'altra a oriente, unite a livello del piano nobile da un balcone angolare.

L'edificio è caratterizzato da una estensione di soffitti a lacunari lignei dipinti che coprono le otto sale del primo piano e corrono su due fasce parallele, l'una verso il mare e l'altra verso la collina.

Si distinguono i soffitti delle sale delle armi, quella degli ordini militari equestri e religiosi, quella dedicata interamente all'Ordine di San Giacomo della Spada di cui il duca Giulio era aggregato, quella con lo stemma ducale dei Tomasi, inquartato con gli emblemi dei Caro, La Restia, Traina e infine la sala angolare che conteneva l'arme dei Tomasi col leopardo rampante sul profilo del monte a tre cime. Qui si trova la decorazione più sfarzosa con i lacunari più profondamente intagliati e dipinti in bianco, rosso e oro.

I locali del piano terra ospitano la biblioteca "Giovanni Falcone".

 
Palazzo degli Scolopi

Palazzo degli Scolopi modifica

L'edificio, oggi sede degli uffici comunali, è certamente uno dei più belli del patrimonio tardo-barocco.

Edificato nel 1698 da Giulio II duca di Palma e principe di Lampedusa, fu portato a termine l'8 dicembre 1712, giorno dell'Immacolata e il cardinale Giuseppe Maria Tomasi lo affidò ai Padri Scolopi di San Giuseppe Calasanzio che vi insediarono l'istituto delle Scuole Pie che nell'800 divenne una vera e propria Università frequentata da diversi rampolli dell'aristocrazia isolana.

Addossata al palazzo è la chiesa della Sacra Famiglia con la quale costituisce un unico complesso architettonico.

Architetture militari modifica

 
Castello Chiaramontano

Castello di Montechiaro modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Montechiaro (Palma di Montechiaro).

Nei dintorni, in prossimità di Marina di Palma, si può visitare il castello, usato ormai da secoli come santuario della Madonna locale, che si festeggia ogni domenica dopo Pasqua, e chiamata appunto dalla popolazione, Madonna del Castello, anche se il titolo ufficiale è Maria Montis Claris e Maria Madre della Divina Misericordia, dato che la sua festa coincide con quella della Divina Misericordia approvata dal papa Giovanni Paolo II nel 2000.

 
Torre San Carlo

Torre San Carlo modifica

L'edificazione della torre San Carlo, appena oltre la foce del fiume Palma, risale al 1639 ad opera di Carlo Tomasi, primo duca di Palma, che ottenne il permesso da Filippo IV di Spagna ed ebbe scopi difensivi stante le continue incursioni dei pirati saraceni sul litorale palmese.

La fortezza fu fornita di armi, attrezzi da guerra e di un adeguato numero di soldati.

Essa s'innalza con un corpo quadrangolare su un basamento a forma di piramide tronca. Vi sono tracce che indicano la presenza di un ponte levatoio e mensoloni sui quali si dovevano poggiare i piombatoi.

Accanto alla torre fu fatta costruire una piccola chiesa, oggi non più esistente, col titolo del Santissimo Rosario, guidata da un cappellano, per la messa dei soldati. Gli apparati difensivi furono mantenuti fino al 1820.

Siti archeologici modifica

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[7]

Economia modifica

Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.[8].

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
28 novembre 1988 19 giugno 1990 Calogero Costanza Partito Socialista Italiano Sindaco [9]
19 giugno 1990 11 novembre 1990 Paolo Scarnà Democrazia Cristiana Sindaco [9]
23 novembre 1990 9 aprile 1991 Ferdinando Pioppo Comm. regionale [9]
9 aprile 1991 20 luglio 1992 Fulvio Sodano Comm. regionale [9]
11 agosto 1992 21 dicembre 1992 Vincenzo Di Blasi Democrazia Cristiana Sindaco [9]
11 gennaio 1993 25 maggio 1993 Nicolò Palmisciano Democrazia Cristiana Sindaco [9]
1º giugno 1993 2 febbraio 1994 Angelo Amato Democrazia Cristiana Sindaco [9]
11 marzo 1994 22 febbraio 1995 Gaetano Falsone Partito Socialista Italiano Sindaco [9]
19 maggio 1995 28 giugno 1999 Rosario Giorgio Gallo Progressisti Sindaco [9]
28 giugno 1999 31 dicembre 2001 Rosario Giorgio Gallo centro-sinistra Sindaco [9]
31 dicembre 2001 28 maggio 2002 Stefano Costanza Comm. straordinario [9]
28 maggio 2002 19 ottobre 2004 Gaetano Falsone centro-destra Sindaco [9]
19 ottobre 2004 17 maggio 2005 Antonino La Mattina Comm. straordinario [9]
17 maggio 2005 1º giugno 2010 Rosario Giorgio Gallo centro-sinistra Sindaco [9]
8 giugno 2010 18 febbraio 2013 Rosario Bonfanti lista civica Sindaco [9]
18 febbraio 2013 28 giugno 2013 Rosa Inzerilli Comm. straordinario [9]
28 giugno 2013 15 febbraio 2017 Pasquale Amato lista civica Sindaco [9]
febbraio 2017 13 giugno 2017 Antonino La Mattina Comm. straordinario [9]
14 giugno 2017 In carica Stefano Castellino lista civica Sindaco [9]

Gemellaggi modifica

Altre informazioni amministrative modifica

Il comune di Palma di Montechiaro fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.6 (Colline litoranee)[10].

Sport modifica

Calcio modifica

La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Football Club Gattopardo, militante nel campionato di promozione siciliano girone A. I colori sociali sono il giallo ed il blu. È nata nel 2011. Da segnalare anche la presenza della Soccer Palmeira, militante nel campionato di terza categoria.

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 4 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2022.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Virga
  5. ^ Palma di Montechiaro, visite guidate gratuite alla grotta Zubbia, in AgrigentoNotizie. URL consultato il 29 gennaio 2017.
  6. ^ Mario, http://www.regione.sicilia.it/bbccaa/pi/info/pag_grafica/ag.htm, su regione.sicilia.it. URL consultato il 29 gennaio 2017.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 20 novembre 2020
  9. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s http://amministratori.interno.it/
  10. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 24 luglio 2011.

Bibliografia modifica

  • Francesco Virga (a cura di), L'architettura religiosa a Palma di Montechiaro, Istituto Siciliano Studi Politici ed Economici, 2010

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN295526709 · LCCN (ENn93089508 · GND (DE4607979-8 · J9U (ENHE987007535444905171
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