Tegumento seminale

In botanica, l'episperma o tegumento seminale o coperta seminale è lo strato che circonda il seme delle piante spermatofite.[1]

Nell'episperma si osservano comunemente due strati: la testa, derivata dal tegumento esteriore, e il tegmen, derivato del tegumento interno dell'ovulo e/o della nucula.[2] La loro funzione è quella di proteggere il seme dall'ambiente esterno.[3]

Nelle gimnosperme modifica

In alcune gimnosperme la testa dei semi presenta una consistenza morbida e carnosa, denominata sarcotesta e, più internamente, sclerotesta. La sarcotesta può essere vascolarizzata e presentare olii o disperdere odore di acido butrrico, come nel caso del Ginkgo biloba.[4]

Nelle angiosperme modifica

Nelle angiosperme l'episperma è generalmente asciutto. I semi delle Orchidaceae sono microscopici e presentano una coperta seminale semplificata, formata da una lamina trasparente di cellule sottili che formano un sacco di aria dov'è sospeso l'embrione, circondato dal tegumento interno; non ci sono tessuti di riserva.

  • Nel genere Gossypium l'epidermide seminale sviluppa lunghi peli che costituiscono la "fibra" del cotone. Da non confondere con il caso del Ceiba dove i peli sono l'endosperma del frutto. La testa è formata da vari strati, uno dei quali è formato da sclereidi disposte a colonne, senza spazi intercellulari. Il tegmen è ridotto all'epidermide interna.
  • Nel Linum usitatissimum, come nel pomodoro, frequentemente l'episperma è mucillaginoso, il tegumento esteriore presenta tre strati, la parete esteriore secondaria delle cellule epidermiche radialmente allungate è formata di una sostanza che si deposita in strati fino a riempire l'interno delle cellule. Questa sostanza si gonfia notevolmente quando assorbe acqua, e finisce per rompere gli strati esteriori e la cuticola. I due strati interni formano un tessuto parenchimatico. Il tegumento interno possiede tre strati: l'esteriore è lo testa meccanica, formata da scleridi orientate parallelamente all'asse maggiore del seme. Di sotto ci sono cellule parenchimatiche[5] allungate in senso perpendicolare alle scleridi. Le cellule dello strato più interno presentano il lume pieno di pigmenti che determinano il colore dei semi.
  • Nei semi duri, come quelli di Crotalaria, l'episperma è molto resistente, ha una cuticola notevole ed è formata da scleridi che si possono presentare in vari strati.

In frutti secchi indeiscenti[6] l'episperma è sottile e membranaceo, può rimanere ridotto ad un solo strato di cellule, come nelle Apiaceae o nel caso della Lactuca, oppure scomparire come accade con il mais.

Note modifica

  1. ^ epispèrma in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 5 gennaio 2020.
  2. ^ tegmen in Vocabolario - Treccani [collegamento interrotto], su treccani.it. URL consultato il 5 gennaio 2020.
  3. ^ Botánica. El embrión y la semilla. Consultado el 9 de julio de 2010.
  4. ^ (EN) Fig. 1. Seed anatomy and morphology of Ceratozamia mexicana. A...., su ResearchGate. URL consultato il 5 gennaio 2020.
  5. ^ Atlante di Botanica - Parenchimatici, su atlantebotanica.unito.it. URL consultato il 5 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2020).
  6. ^ indeiscènte in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 5 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2019).

Bibliografia modifica

  • Font Quer, P., Diccionario de Botánica. 8ª reimpresión, Barcelona: Editorial Labor, S. A., 1982.
  • Parodi, L.R. 1987. Gramíneas. In: Enciclopedia Argentina di Agricoltura e Giardinaggio. Prendo I. Seconda Mole. Descrizione di piante coltivate. Editoriale ACME S.A.C.I., Buone Arie, PP: 1112.
  • Strassburger, E. 1994. Tentata di Botanica. 8ª. edizione. Omega, Barcellona, 1088 p.
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