Stazione di Opicina Campagna

stazione ferroviaria italiana

La stazione di Opicina Campagna era uno scalo ferroviario merci, adibito anche al deposito di materiale rotabile, posto nell'abitato di Opicina, sull'antico tracciato della ferrovia Meridionale.

Opicina Campagna
stazione ferroviaria
già Poggioreale Campagna
già Opcina Südbahnhof
già Opčina Haltestelle
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàTrieste, località Opicina
Coordinate45°41′56.49″N 13°47′53.11″E / 45.699024°N 13.798087°E45.699024; 13.798087
LineeTrieste-Vienna
Storia
Stato attualeDismessa
Attivazione1864
Soppressione2012
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, passante
Binari9
GestoriRete Ferroviaria Italiana
 
Mappa di localizzazione: Trieste
Opicina Campagna
Opicina Campagna

Storia modifica

La stazione fu aperta nel 1864, allorquando la Imperial Regia Privilegiata Società della Ferrovia Meridionale istituì la fermata a due binari passanti di Opčina Haltestelle, sulla linea ferroviaria Trieste-Vienna. Il complesso, a quel tempo in territorio austriaco, a partire dal 1906 venne denominato Opcina Südbahnhof (“Opicina stazione della ferrovia Meridionale”), per distinguerlo dalla stazione Opcina Staatsbahnhof (“Opicina stazione delle Ferrovie dello Stato”), sorta in quello stesso anno non lontano, sulla ferrovia Transalpina, e gestita dalle Ferrovie imperiali dello Stato austriaco. I due scali furono congiunti da un raccordo ferroviario, lungo 2,033 km, di forma semicircolare, che fu operativo dal 23 luglio 1906, lo stesso giorno dell'inaugurazione della "stazione transalpina".[1]

Con il passaggio di Trieste e del Carso all'Italia lo scalo iniziò ad essere gestito dalle Ferrovie dello Stato, che lo ribattezzarono nel 1918 con il nome di Opicina Campagna.

Nel 1943[senza fonte] la denominazione della stazione divenne Poggioreale Campagna, adeguandosi al nuovo nome della frazione del paese triestino dato dal regime.

Al termine della Seconda guerra mondiale, la stazione diventò valico di frontiera con la Jugoslavia della ferrovia Meridionale. Tra il 1947 ed il 1954 l'impianto fu esercitato dall'Azienda Autonoma delle Ferrovie del Territorio Libero di Trieste e, successivamente, tornò ad essere gestito dalle Ferrovie dello Stato.

 
Schema di unificazione delle stazioni del "nodo di Opicina"

Apparve evidente la necessità di fondere i due vicini impianti, modificando il tracciato originario della Meridionale. Con la "1ª legge speciale per Trieste"[2] fu concesso il finanziamento per l'unificazione di questa stazione con quella di Poggioreale del Carso, posta sulla linea Jesenice-Trieste[3]: i lavori iniziarono nel 1956[4] e si conclusero nel 1963. A partire da questa data la linea proveniente da Trieste venne fatta entrare nella stazione di Poggioreale del Carso, affiancandola al binario della "Transalpina", modifica di tracciato che venne apportata anche sul lato opposto del fascio di binari. La stazione di Poggioreale Campagna venne per tale motivo isolata dalla linea Meridionale e ridotta a scalo merci sussidiario, col nome di Scalo Campagna, e, conseguentemente, la gran parte del traffico merci e la totalità di quello passeggeri, prima smistati tra due distinti impianti, vennero gestiti dalla sola stazione di Villa Opicina, denominazione assunta dalla stazione di Poggioreale del Carso a partire dal 1968.[5]

Note modifica

  1. ^ Alessandro Tuzza, www.trenidicarta.it - Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti, su trenidicarta.it. URL consultato il 29 agosto 2016.
  2. ^ Legge 26 marzo 1955, n. 173, articolo 12, in materia di "Costruzione di alloggi, di edifici di culto e di opere portuali, stradali e ferroviarie nel territorio di Trieste."
  3. ^ Pellis (1961), p. 419.
  4. ^ Pellis (1961), p. 423.
  5. ^ Carollo (2013), p. 114.

Bibliografia modifica

  • Paolo Pellis, I lavori per l'unificazione delle stazioni di Poggioreale verso la Jugoslavia, in Ingegneria Ferroviaria, anno XVI, n. 5, Roma, CIFI, maggio 1961, pp. 415 ss, ISSN 0020-0956 (WC · ACNP).
  • Roberto Carollo, Opicina e la ferrovia, Trieste, Luglio Editore, 2013, ISBN 978-88-68030-40-7.

Voci correlate modifica